Fermo restando che occorre capire bene l'effetto che questa richiesta
e il suo eventuale accoglimento potrà avere sull'insieme del processo,
qui non siamo neanche, evidentemente, di fronte al fatto che i padroni,
in questo caso i Riva, chiedono il patteggiamento e quindi in un certo
senso ammettono parziamente le loro colpe su "Ambiente svenduto"; è
l'Ilva commissariata dallo Stato che lo fa. Potremmo dire che pertanto è
lo Stato che chiede di patteggiare.
Ma questa richiesta da un
lato è in linea con i decreti dei governi per l'Ilva, in cui chiaramente
viene riconosciuta la situazione di grave inquinamento che lo
stabilimento ha prodotto e produce; quindi non è un riconoscimento di
"colpa", ma una conseguenza logica dell'intervento dello Stato.
Secondo,
questa richiesta porta a tirare fuori l'Ilva dal processo - prima si è
tirata fuori dai risarcimenti con la dichiarazione dello stato di
insolvenza e quindi della sua sostanziale situazione fallimentare, ora
col patteggiamento si tira fuori l'Ilva commissariata.
Una Ilva
sotto processo non sarebbe certo nella condizione migliore per essere
acquistata da altri padroni, e questo passaggio non è altra cosa
dall'operazione, presente nell'ultimo decreto Renzi, di separare una bad
company da una new company ripulita da tutti i problemi e da ogni
debito, per rilanciarla tra un pò di tempo sul mercato.
Terzo, è
un riconoscimento di colpa che può agire come attenuazione del processo,
per svuotarlo; tolte le società Ilva dai risarcimenti, tolta l'Ilva
commissariata, resterebbe alla fine un processo alle singole persone, e
non quello che invece deve essere: un processo al sistema Riva che ha
messo il profitto al primo posto e all'ultimo posto la vita delle
persone, e al sistema politico, istituzionale che ha permesso e favorito
tutto questo.
Quindi, non c'è da essere contenti.
Col
patteggiamento, i commissari dell'Ilva pagherebbero una sanzione e si
tirerebbero fuori. E soprattutto non sarebbero responsabili e chiamati a
risarcire le parti civili.
Alla fine: i padroni, i Riva non pagano, l'Ilva non paga... Gli operai e gli abitanti di Taranto hanno pagato e pagano!
Se
l'Ilva sotto tutela dello Stato riconosce, come è stato detto, in
questo modo le colpe dei Riva per disastro ambientale, non basta certo
che "patteggi" e peggio si tiri fuori, ma dovrebbe pagare tutto a tutti.
E non certo con i soldi dei contribuenti, dei cittadini, ma confiscando
i soldi dei Riva nascosti in un gioco-truffa di società.
Agli
operai, ai cittadini di Taranto non può bastare l'"impatto simbolico",
il riconoscimento, dopo che altri commissari governativi hanno anche
"sputato" sul dramma della gente; questo riconoscimento o si traduce in
una vera condanna e nell'assunzione di responsabilità risarcitoria nei
confronti degli operai, degli abitanti dei Tamburi, o diventerà un altra
presa in giro!
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