Il PM Buccoliero nella sua lunga e articolata arringa ha detto:
Quanto accaduto e continua ad accadere "sembra una guerra. Ma è peggio di una guerra, perchè lavoratori e cittadini continuano a morire ancora".
Rifacendosi all'intervento del PM che aveva riportato la discussione ad un elemento di concretezza, che normalmente non è presente nelle udienze di questo Tribunale, ha detto che occorreva parlare di come vivono gli operai e gli abitanti dei quartieri inquinati, dell'angoscia continua di essere sempre a rischio malattia e morte.
Dalla ricostruzione fatta discende evidente il danno e la condizione di pericolo protrattasi nel tempo e che riguarda tutti.
Come si può quantificare un danno di questo genere?
Anche parlare di "danneggiati" non dà l'dea del dramma che si vive. Gli operai dell'Ilva, i lavoratori cimiteriali, gli abitanti dei Tamburi, di Paolo VI, ecc. sono delle vittime di un reato per incolumità pubblica.
Che paragone possiamo prendere per quantificare il risarcimento? Se questa che è vissuta a Taranto è una "guerra", allora il risarcimento almeno deve essere pari alla missione che ricevono i militari che vanno in zone di guerra; con la differenza che chi va in missione militare lo fa sapendo anche il rischio; mentre gli operai e gli abitanti non avevano mai pensato di essere del "marines", dei "soldati"! E questi rischi di morte di malattia normalmente non devono far parte delle loro vite!
Chiedendo poi il danno per lo Slai cobas, l'Avv. Bonetto ha aggiunto:
E' ovvio che falsificare i dati dell'inquinamento (per cui viene accusato Primerano) colpisce al cuore il sindacato, perchè un sindacato può difendere la condizione dei lavoratori, può mobilitarsi sulle richieste dei lavoratori, se e quando conosce la verità della situazione; se la realtà viene travisata si impedisce al sindacato di lottare a ragion veduta. Non solo, se l'O.S. denuncia una serie di fatti che poi l'azienda smentisce sulla base dei dati forniti da consulenti come il Primerano, si produce un discredito che ricade sul sindacato.
L'INCREDIBILE
E GRAVE DISATTENZIONE LOCALE E NAZIONALE CHE STA ACCOMPAGNANDO IL
PROCESSO ILVA RISCHIA DI AIUTARE RIVA E COMPLICI
Questo processo storico, mai si è fatto un tale
processo con tanti imputati e per tanti reati, a livello
internazionale; un processo che rappresenta di fatto “la madre di
tutti i processi” di questo tipo e quindi può segnare nel bene e
nel male altri processi, si svolge nel silenzio della stampa e Tv
nazionali, e in una sostanziale disattenzione a livello locale.
L'Avv. Bonetto, delle parti civili e dello Slai cobas ha
detto: “Se avremo aule vuote rischiamo di avere sentenze brutte,
se invece vengono e si parla di cosa succede nelle aule è possibile
che le sentenze fotografano quello che è effettivamente accaduto”.
Questo silenzio è frutto essenzialmente dell'appoggio da parte di tutte le forze politiche, sindacali nazionali e locali del decreto Ilva, in particolare l'ultimo del governo Renzi.
Ma anche le forze che si oppongono ad esso, non chiamano
i lavoratori, gli abitanti di Taranto a farsi sentire in prima
persona. Fanno i concerti su “legalità e giustizia” mentre
lasciano in pace questo processo dove si deve per forza affermare “legalità
e giustizia”, dove o entra la lotta di classe tra interessi degli
operai e dei cittadini di Taranto e la logica assassina del profitto
padronale o ancora una volta Riva e soci non pagheranno per questo
crimine.
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