USA: un altro giovane afroamericano, Freddie Gray, è morto di polizia
A
pochi giorni di distanza dall’uccisione di Walter Scott in South
Carolina,
un ragazzo nero è morto dopo essere stato arrestato dalla polizia statunitense,
questa volta a Baltimora. Si chiamava Freddie Gray, aveva 25 anni
e viveva nella area di West Baltimore, Freddie è stato incrociato da una ronda di
poliziotti in bicicletta che girava nel suo quartiere, Gilmor Homes.
Sembra che un poliziotto lo abbia guardato male e che lui sia scappato.
Le guardie lo hanno inseguito e raggiunto; poi, dopo averlo ammanettato,
lo hanno trascinato verso un furgone per il trasporto dei prigionieri arrivato
nel frattempo e lo hanno spinto al suo interno. Il furgone ha raggiunto il distretto
di polizia di West Baltimore dopo circa mezz’ora, nonostante questo sia
distante solo pochi isolati da Gilmor Homes, e durante il tragitto si è fermato
due volte. Giunto al distretto, è stata chiamata un’ambulanza perché Freddie
non riusciva a parlare né a respirare. E’ rimasto in ospedale per una settimana,
appeso tra la vita e la morte; gli sono state riscontrate gravi lesioni al midollo
spinale con tre vertebre rotte all’altezza del collo e lesioni alla laringe.
Nemmeno la chirurgia intensiva lo ha salvato, così è morto il 19 aprile.
L’intera vicenda è stata finora mantenuta sotto una coltre di silenzio e la polizia di Baltimora non ha ancora fornito una versione ufficiale su come siano andate le cose. Non si trovano altre motivazioni per l’arresto, se non il fatto che il ragazzo abbia tentato di scappare dalla polizia. Inoltre, tutti si chiedono cosa sia successo nel furgone in quei trenta minuti di tragitto. I medici dicono che le lesioni e le gravi condizioni di Freddie quando è arrivato al dipartimento di polizia, sono dovute a un forte trauma, ma la polizia sostiene che non siano state ancora trovate prove di alcun tipo. Un video è stato girato con un cellulare durante il trascinamento di Freddie sul furgone: si sentono le sue grida e sembra che abbia l’uso delle gambe compromesso, come se il trauma fosse già avvenuto. Inoltre, si sono avute testimonianze da alcuni abitanti del quartiere, la signora Althea Booze e suo fratello, che avrebbero visto i poliziotti malmenare Freddie, sebbene il ragazzo non rappresentasse affatto una minaccia.
Il questore di Baltimora Anthony Batts e il sindaco Stephanie Rawlings-Blake, entrambi afroamericani, hanno espresso sdegno e preoccupazione per la fase difficile che la comunità baltimorese sta attraversando, ma hanno invitato alla calma cercando di rassicurare tutti in merito all’esito delle indagini, che verrà reso pubblico il 1° maggio. Nel frattempo i sei poliziotti coinvolti nell’arresto del giovane Gray sono stati sospesi dal servizio, sebbene continuino a percepire lo stipendio.
Da sabato sera in città sono cominciate e continuano le proteste, che stanno diventando sempre più partecipate, specialmente dopo la morte di Freddie e a causa della scarsa chiarezza che le istituzioni continuano ad avere in merito al caso. Gli slogan più frequenti sono #blacklivesmatter #JusticeForFreddie “Stop police terror” "No justice, no peace, we don't need you on our streets."
Baltimora ha una lunga storia di abusi di polizia e il comportamento delle istituzioni al riguardo è noto per essere connivente. Secondo quanto afferma il legale della famiglia di Gray, Billy Murphy Jr., la polizia di solito nega qualunque cosa anche di fronte all’evidenza dei fatti e non è così strano che un poliziotto coinvolto in episodi di abusi e violenze venga promosso, pure se alla fine è giudicato colpevole.
un ragazzo nero è morto dopo essere stato arrestato dalla polizia statunitense,
questa volta a Baltimora. Si chiamava Freddie Gray, aveva 25 anni
e viveva nella area di West Baltimore, Freddie è stato incrociato da una ronda di
poliziotti in bicicletta che girava nel suo quartiere, Gilmor Homes.
Sembra che un poliziotto lo abbia guardato male e che lui sia scappato.
Le guardie lo hanno inseguito e raggiunto; poi, dopo averlo ammanettato,
lo hanno trascinato verso un furgone per il trasporto dei prigionieri arrivato
nel frattempo e lo hanno spinto al suo interno. Il furgone ha raggiunto il distretto
di polizia di West Baltimore dopo circa mezz’ora, nonostante questo sia
distante solo pochi isolati da Gilmor Homes, e durante il tragitto si è fermato
due volte. Giunto al distretto, è stata chiamata un’ambulanza perché Freddie
non riusciva a parlare né a respirare. E’ rimasto in ospedale per una settimana,
appeso tra la vita e la morte; gli sono state riscontrate gravi lesioni al midollo
spinale con tre vertebre rotte all’altezza del collo e lesioni alla laringe.
Nemmeno la chirurgia intensiva lo ha salvato, così è morto il 19 aprile.
L’intera vicenda è stata finora mantenuta sotto una coltre di silenzio e la polizia di Baltimora non ha ancora fornito una versione ufficiale su come siano andate le cose. Non si trovano altre motivazioni per l’arresto, se non il fatto che il ragazzo abbia tentato di scappare dalla polizia. Inoltre, tutti si chiedono cosa sia successo nel furgone in quei trenta minuti di tragitto. I medici dicono che le lesioni e le gravi condizioni di Freddie quando è arrivato al dipartimento di polizia, sono dovute a un forte trauma, ma la polizia sostiene che non siano state ancora trovate prove di alcun tipo. Un video è stato girato con un cellulare durante il trascinamento di Freddie sul furgone: si sentono le sue grida e sembra che abbia l’uso delle gambe compromesso, come se il trauma fosse già avvenuto. Inoltre, si sono avute testimonianze da alcuni abitanti del quartiere, la signora Althea Booze e suo fratello, che avrebbero visto i poliziotti malmenare Freddie, sebbene il ragazzo non rappresentasse affatto una minaccia.
Il questore di Baltimora Anthony Batts e il sindaco Stephanie Rawlings-Blake, entrambi afroamericani, hanno espresso sdegno e preoccupazione per la fase difficile che la comunità baltimorese sta attraversando, ma hanno invitato alla calma cercando di rassicurare tutti in merito all’esito delle indagini, che verrà reso pubblico il 1° maggio. Nel frattempo i sei poliziotti coinvolti nell’arresto del giovane Gray sono stati sospesi dal servizio, sebbene continuino a percepire lo stipendio.
Da sabato sera in città sono cominciate e continuano le proteste, che stanno diventando sempre più partecipate, specialmente dopo la morte di Freddie e a causa della scarsa chiarezza che le istituzioni continuano ad avere in merito al caso. Gli slogan più frequenti sono #blacklivesmatter #JusticeForFreddie “Stop police terror” "No justice, no peace, we don't need you on our streets."
Baltimora ha una lunga storia di abusi di polizia e il comportamento delle istituzioni al riguardo è noto per essere connivente. Secondo quanto afferma il legale della famiglia di Gray, Billy Murphy Jr., la polizia di solito nega qualunque cosa anche di fronte all’evidenza dei fatti e non è così strano che un poliziotto coinvolto in episodi di abusi e violenze venga promosso, pure se alla fine è giudicato colpevole.
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