giovedì 6 febbraio 2025

pc 6 febbraio - Formazione operaia - interventi sulla formazione su "Stato e rivoluzione"

Da una compagna di Palermo del Mfpr:

"...Engels ci dice quindi che lo Stato non esiste da sempre . Vi sono state società che non avevano alcuna idea di Stato e di potere dello Stato, vedi appunto le società tribali dove esistevano le norme sociali della convivenza. Ad un determinato grado di sviluppo sociale ed economico, legato alla divisione della società in classi, proprio a causa di questa divisione, lo Stato diventa una necessità.

Lo Stato emerge quando emergono le classi e con esse la lotta di classe: gli schiavi e i proprietari di schiavi; i padroni delle terre e i servi della gleba, i padroni e gli operai… La classe che possiede la proprietà dei principali mezzi di produzione deve affermare il suo dominio economico, politico, giuridico, con tribunali, militare con apparati repressivi…

Lo Stato quindi è il risultato di processo storicamente determinato.

Engels scrive: «lo Stato, poiché è nato dal bisogno di tenere a freno gli antagonismi di classe, ma contemporaneamente è nato in mezzo al conflitto di queste classi, è per regola lo Stato della classe più potente, economicamente dominante, che per mezzo suo (per mezzo dello Stato) diventa anche politicamente dominante e così acquista un nuovo strumento per tener sottomessa e per sfruttare la classe oppressa. Come lo Stato antico fu anzitutto lo Stato dei possessori di schiavi al fine di mantenere sottomessi gli schiavi, così lo Stato feudale fu l'organo della nobiltà per mantenere sottomessi i contadini, servi o vincolati, e lo Stato rappresentativo moderno è lo strumento per lo sfruttamento del lavoro salariato da parte del capitale».

Lo Stato non è astratto, al di sopra delle classi ma è il prodotto dello stretto legame tra modo di

produzione, classe dominante e stato (importanza di specificare Stato borghese…)

Engels dice: «lo Stato, dunque, non è affatto una potenza imposta dalla società dall'esterno e nemmeno la realtà dell'Idea etica», come afferma Hegel. «Esso è piuttosto un prodotto della società giunta ad un determinato stadio di sviluppo, è la confessione che questa società si è avvolta in una contraddizione insolubile con se stessa, che si è scissa, in antagonismi inconciliabili che è impotente ad eliminare…Ma perché questi antagonismi, queste classi con interessi economici in conflitto, non distruggano se stesse e la società in una sterile lotta, sorge la necessità di una potenza che sia in apparenza al di sopra della società, che attenui il conflitto, lo mantenga nei li­miti dell'ordine e questa potenza che emana dalla società, ma che si pone al di sopra di essa e si estranea sempre più da essa, è lo Stato”

Lo Stato nasce in mezzo alla lotta delle classi per mettere un freno a talea tale lotta e per affermare il dominio della classe dominante che detiene i mezzi principali di produzione, la grande proprietà privata borghese nel sistema capitalistico.

Combattere l'ideologia della borghesia dominante che nasconde la vera natura di classe dello Stato borghese, svelare questa natura di classe alle masse proletarie e popolari con la lotta politica rivoluzionaria è compito delle compagne e compagni rivoluzionari nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse.

Lo Stato borghese, al servizio di questo sistema capitalista e imperialista, è un'enorme macchina con le sue leggi, i suoi apparati, le sue forze repressive che corrisponde ad un determinato tipo di potere e di società, una macchina da spezzare con la rivoluzione.

Ma dice Engels: “ Ci avviciniamo ora, a rapidi passi, ad uno stadio di sviluppo della produzione nel quale l’esistenza delle classi non solo ha cessato di essere una necessità ma diventa un ostacolo effettivo alla produzione. Perciò esse cadranno così ineluttabilmente come sono sorte. Con esse cadrà ineluttabilmente lo Stato. La società che riorganizza la produzione in base a una libera ed eguale associazione di produttori, relega l’intera macchina statale nel posto che dal quel momento le spetta, cioè nel museo delle antichità accanto alla rocca per filare e all’ascia di bronzo…”

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