giovedì 6 febbraio 2025

pc 6 febbraio - I palestinesi rispondono a Trump/Netanyahu - Continuare le mobilitazioni solidali

Comunicato stampa

Roma, 05/02/2025

A seguito delle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, riguardanti il trasferimento forzato della popolazione della Striscia di Gaza verso paesi quali Giordania ed Egitto, è fondamentale ribadire che tali affermazioni non solo violano il diritto internazionale, ma contraddicono anche numerose risoluzioni delle Nazioni Unite.

Dopo 471 giorni di genocidio, che ha colpito ogni aspetto della vita – umano, civile e abitativo – e che ha portato alla distruzione dell’85% delle infrastrutture, la popolazione di Gaza si trova senza riparo e privata dei diritti fondamentali. Nel frattempo, i valichi di accesso restano chiusi, impedendo l’ingresso di aiuti umanitari, tende, medicinali e altri beni essenziali, aggravando ulteriormente la sofferenza di un intero popolo.

In questo contesto, tali dichiarazioni di stampo sionista estremo e destabilizzante non fanno altro che alimentare il dolore e la disperazione della popolazione palestinese. Noi dell’API (Associazione dei Palestinesi in Italia) esortiamo la comunità internazionale ad assumersi le proprie responsabilità, schierandosi a favore dei diritti umani e opponendosi al doppio standard israelo-americano che perpetua ingiustizie e favorisce un sistema di disuguaglianze inaccettabile.

Invitiamo tutti gli attori internazionali a denunciare questa ipocrisia, adottando misure concrete per garantire il rispetto dei diritti fondamentali e per fornire assistenza urgente alle vittime di questa tragedia. È indispensabile intraprendere azioni reali per rispondere alle esigenze primarie dei palestinesi a Gaza, curando i feriti e i malati, invece di diffondere affermazioni che aggravano ulteriormente il dramma umano.

È il momento di agire per la giustizia e la dignità del popolo palestinese, e per un impegno globale che metta in primo piano i diritti umani, superando il doppio standard che continua a perpetuare ingiustizie.

I palestinesi non hanno delegato a nessuno la responsabilità di negoziare il loro futuro; in ogni caso, il loro ritorno avverrà esclusivamente verso le città e i villaggi di origine, situati a pochi chilometri dalla Striscia di Gaza, territori storicamente appartenenti alla loro identità e che oggi sono occupati da coloni israeliani, appoggiati dagli Stati Uniti e da parte dell’Europa.

Invitiamo, inoltre, i cittadini liberi a proseguire nelle mobilitazioni fino alla totale e completa liberazione dei territori palestinesi, affinché si garantisca il diritto inalienabile al ritorno di tutti i profughi dalla diaspora alle loro città e villaggi da cui sono stati cacciati nel 1948.

Associazione dei Palestinesi in Italia

Si chiamava Palestina, si chiama Palestina e si chiamerà per sempre Palestina

La risposta alla proposta di Trump di evacuare la Striscia di Gaza dai suoi cittadini è immediata e inequivocabile. Essa si manifesta nella ferma volontà dei cittadini gazawi di fare rientro nelle loro amate terre, respingendo qualsiasi proposta di trasferimento verso altri paesi, siano essi gli Stati Uniti o altre nazioni. Noi siamo palestinesi e, come tali, rimaniamo saldamente sulla nostra terra.
Caro Trump, la nostra identità, la nostra storia e la nostra dignità sono indissolubilmente legate a questo suolo. Non accetteremo un destino imposto da altri, perché la nostra patria è qui, ed essa ci appartiene.
Si chiamava Palestina, si chiama Palestina e si chiamerà per sempre Palestina. La nostra identità, la nostra storia e la nostra terra sono inseparabili, e questo nome resta un simbolo indiscutibile del nostro passato, presente e futuro. Non si chiamerà mai Israele o altro, perché la nostra patria è, ed è sempre stata, Palestina.

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