da Ravenna
Riflessioni sul III °
Capitolo de "Le lotte di classe in Francia" di Marx
Il periodo storico è
quello dove si formano governi reazionari in Europa, il partito
dell'ordine borghese (industriali e banchieri) come reazione
all'insurrezione proletaria e popolare, regimi che mettono fine alla
repubblica "democratica" borghese, aboliscono la libertà
di stampa, la libertà di associazione, governano con lo stato
d'emergenza, con lo stato di polizia, riempiono le carceri con i
rappresentanti dell'opposizione, dura repressione.
Marx riporta sempre la
situazione economica specifica di ogni singolo Stato alla base dei
contrasti politici di classe e dimostra che le rivoluzioni sono le
locomotive della storia, un'analisi dell'economia che spiega anche i
contrasti interborghesi (perchè in Inghilterra gli industriali
attaccano Borsa e aristocrazia finanziaria mentre in Francia questo
non avviene? nella prima domina l'industria, nella seconda
l'agricoltura e "in
un paese come la Francia, dove l'entità della produzione nazionale è
enormemente inferiore all'entità del debito nazionale, dove la
rendita dello Stato costituisce l'oggetto più ragguardevole della
speculazione e la Borsa il mercato principale per l'impiego del
capitale che voglia essere utilizzato in modo improduttivo, in un
paese siffatto una massa innumerevole di gente di tutte le classi
borghesi o semiborghesi deve essere interessata al debito dello
Stato, al gioco di Borsa, alla finanza. Tutti questi partecipanti
subalterni non trovano essi i loro naturali appoggi e i loro capi
nella frazione che difende questi interessi nella misura più
colossale, nella loro totalità?”
)
La borghesia vuole farla
finita con la piccola borghesia democratica dopo che si è servita di
questa scatenandola l'anno prima contro la classe operaia. Lo spettro
del comunismo l'aveva fortemente spaventata. La borghesia teme più
di tutti la resa dei conti con il proletariato, che preferisce il
terrore nero piuttosto che quello rosso. "L'industria
francese non domina la produzione francese; perciò gli industriali
francesi non dominano la borghesia francese. Per far trionfare i loro
interessi contro le altre frazioni della borghesia, essi non possono,
come gli inglesi, mettersi alla testa del movimento e in pari tempo
spingere all'estremo i loro interessi di classe; devono mettersi alla
coda della rivoluzione e servire gli interessi che sono in contrasto
con gli interessi complessivi della loro classe. In febbraio non
avevano compreso la loro posizione; febbraio li rese accorti. E chi è
più direttamente minacciato dagli operai che il datore di lavoro, il
capitalista industriale? Così accadde necessariamente che
l'industriale divenisse in Francia un membro dei più fanatici del
partito dell'ordine. La riduzione del suo profitto per
opera della finanza, che
cosa è mai in confronto con l'abolizione del profitto per opera del
proletariato?
"
Due insurrezioni, quindi,
e ciascuna fu "l'espressione classicamente pura della
classe che l'aveva fatta."
Il proletariato non aveva
ancora la sua direzione autentica, non si era ancora formato il suo
partito, indipendente, comunista, ma era ancora prigioniero
dell'illusione che i suoi problemi potessero essere risolti
all'interno della società borghese e non si era ancora liberato dei
suoi capi piccolo-borghesi tra le sue fila, in un momento in cui la
borghesia aveva messo sia piccola borghesia che contadini contro di
esso. La sua insurrezione in armi con cui si era sollevato è stata
repressa nel sangue. Ma è proprio questa sconfitta che lo spinge a
trovare la propria direzione rivoluzionaria autentica.
Al centro di questa fase
storica la bancarotta della piccola borghesia, la stessa che si
poneva tra gli operai e la rivoluzione, gli ingannapopolo di sempre e
come sempre esitante e mai decisa ad andare fino in fondo nella
rivoluzione. Non vede altro che la via parlamentare come terreno di
scontro politico, la pervicacia del cretinismo parlamentare, senza
alcun legame organizzativo con le masse e, soprattutto -e questo
dimostra che fa la differenza se la classe operaia partecipa o meno
alle battaglie politiche- l'abbandono della classe operaia. Ma non
comprende neppure la natura di classe dello Stato, del parlamento,
dei pubblici poteri costituzionali. Marx riporta la requisitoria di
Ledru-Rollin contro i ministri, la sua denuncia della violazione
della Costituzione, la sua difesa "colla forza delle armi!":
solo parole d'ordini d'avanguardia senza però far corrispondere la
pratica militante, armare gli operai, organizzare il combattimento di
strada. Erano proclami insurrezionali, da scatenamento di una guerra
civile, mentre in realtà volevano solo una "democrazia
pacifica", conciliante con gli interessi della borghesia.
Manifestazioni pacifiche calate dal parlamento nelle strade dal
"proclama al popolo" represse nel sangue, dal "modo
assolutamente antiparlamentare dai dragoni e dai cacciatori di
Changarnier (generale monarchico comandante della guardia
nazionale, addestrata per la repressione delle rivolte di piazza,
ndr)".
Si arriverà
all'insurrezione parlamentare " Se
alla Montagna fosse riuscita una insurrezione parlamentare, il timone
dello Stato le sarebbe senz'altro toccato. Dal canto suo la piccola
borghesia democratica, come sempre, nulla desiderava più
ardentemente che di vedere combattuta la lotta al di sopra delle sue
teste, nelle nubi, fra i lontani spiriti del parlamento Infine tanto
la piccola borghesia democratica quanto la Montagna, sua
rappresentante, avrebbero con un'insurrezione parlamentare raggiunto
il loro grande scopo di spezzare la potenza della borghesia senza
scatenare il proletariato o senza lasciarlo apparire altrimenti che
nello sfondo; il proletariato sarebbe stato utilizzato senza che
diventasse pericoloso. "
"Non
aveva ancora compreso la Montagna, a dispetto di tutte le esperienze
nell'Assemblea costituente, che la interpretazione della Costituzione
non spettava a coloro che l'avevano fatta, ma ormai solamente a
coloro che l'avevano accettata? Che la sua lettera doveva essere
interpretata secondo il suo spirito vitale e che lo spirito borghese
era il suo unico spirito vitale?”
Con questa sconfitta, la
piccola borghesia viene spogliata dalla forza parlamentare e da
quella armata, e lascia sul campo sempre più la necessità della
formazione del partito comunista del proletariato, distinto da tutti
gli altri partiti espressioni delle diverse classi.
Perchè, e la storia lo
dimostra, solo la classe operaia porta la rivoluzione fino in fondo,
sostiene il movimento reale progressivo e lo spinge sempre più
avanti.
Nessun commento:
Posta un commento