Report dall’assemblea pubblica per l'otto
marzo a Bergamo – 18.2.19
Siamo intervenute come lavoratrici Slai Cobas sc Bergamo
all’assemblea pubblica indetta per l’8 marzo.
In realtà non di assemblea si è trattato, ma
si è svolta una riunione, parte di un percorso già iniziato,
tra NUDM Cgil Cisl (Uil assente ma ritenuta coinvolgibile) la
Provincia, i promotori del Gay Pride.
Il dibattito si è consumato
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nel trovare i punti di equilibrio di un’azione comune per la convocazione di un corteo che si terrà nel pomeriggio a Bergamo (terza edizione) che non suonasse in relazione o peggio ancora a sostegno, con lo sciopero delle donne, fortemente osteggiato dalle sindacaliste confederali. Via la parola sciopero, adesione alla giornata internazionale… Come ha ben riassunto per tutte la rappresentante Cgil ‘è una scelta non fare lo sciopero, la nostra organizzazione fa gli scioperi che hanno senso. Lo sciopero è uno strumento a sostegno di una piattaforma contrattuale. Su altre tematiche vale il giudizio di merito. Per questi motivi abbiamo valutato che non ci sono le motivazioni.
-
per la gestione del corteo, tematiche rappresentate, striscioni, modalità creative efficaci comunicative, percorso e soprattutto interventi, per argomenti in piazze distinte.Particolare risalto verrà dato al Ddl Pillon, alla violenza in provincia, che gli ultimi omicidi accaduti nella bergamasca hanno fatto emergere come massiccia anche localmente, agli attacchi alla 194, ai ricatti sul posto di lavoro compreso il nuovo limite di 9 mesi per la gravidanza al lavoro.
Ma la questione degli interventi nella
piazza dove si parlerà di lavoro ha acceso gli animi (il no
allo
sciopero era già assodato evidentemente) sostenuto in
particolare dalle rappresentanti Cgil e Cisl.
Riportiamo alcune affermazioni che riteniamo
gravi:
- i sindacati confederali ci sono,
l’intervento deve essere di cgil cisl uil, non vi va bene?
Io mi ritiro. Mi si equipara al sindacato di base io non
vengo al corteo. (cgil)
- L’intervento sul lavoro che
andrà fatto in piazza Pontida deve essere espressione delle
lavoratrici che stanno vivendo il mobbing, io ho tante
delegate che sono a contatto le realtà, non deve parlare
necessariamente una lavoratrice direttamente… la storia di una lavoratrice va portata e
illustrata bene da un’altra (cgil).
Un paio di interventi hanno proposto che ha
parlare siano due donne, per i confederali e per gli
‘autorganizzati’
Per l’intervento si è parlato di trovare una
donna lavoratrice al di la, sopra il sindacato.
- Che messaggio porta poi questa ragazza?
Meglio se la tiriamo fuori noi. (cisl)
- dall’esperienza delle nostre delegate
troviamo chi sa le storie di fabbrica (cgil)
Come Slai Cobas abbiamo ribadito la nostra
estraneità ad un dibattito che a prescindere esclude lo
sciopero, dato che l’8 marzo è sciopero, a maggior ragione
oggi con il moderno fascismo, del decreto Pillon, del nuovo
medioevo per le donne ricacciate al fondo della famiglia a
servire e riprodurre, degli attacchi su tutti i fronti 194,
divorzio e dei femminicidi.
L’8 marzo è sciopero per scatenare la forza
e il protagonismo delle donne come elemento indispensabile per
la liberazione.
L’8 marzo è sciopero, con una breve richiamo
al primo sciopero del 2013, ancora di più oggi che è cresciuto
in partecipazione e adesione da parte dei sindacati di classe
e di base, e di realtà di fabbrica e a livello internazionale.
Fermo restando la discriminante dello
sciopero, contestando la versione che la lavoratrice colpita
si vuole nascondere o a paura e ha bisogno di essere
rappresentata, denunciando che nella nostra esperienza sono le
lavoratrici che trovano le porte delle redazioni sbarrate e le
telecamere spente, abbiamo comunque espresso il parere che in
un corteo di donne in piazza ed in lotta per la loro difesa e
liberazione il diritto a parlare avrebbe dovuto essere di
tutte quelle donne e lavoratrici che avessero voluto prendere
la parola per rappresentare e denunciare la loro condizione o
la loro esperienza di lotta, senza filtri.
Nudm a tal proposito ha chiarito di temere
un intervento incontrollato, per come e cosa potrebbe essere
detto così, ribadendo che è meglio rappresentare la violenza e
la lotta per contrastarla attraverso le parole misurate di chi
nei centri antiviolenza affronta il problema
quotidianamente...
Lavoratrici Slai Cobas sc Bergamo
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