Caracas, 21 feb 18:24 - (Agenzia Nova) - Il governo
venezuelano di Nicolas Maduro ha ordinato la chiusura della frontiera
con il Brasile "Ho deciso che la frontiera terrestre con il Brasile sarà chiusa dalle
ore 20 di giovedì 21 febbraio fino a nuovo ordine", ha detto Maduro.
L'annuncio segue la decisione del governo brasiliano, arrivata in
settimana, di allestire due centri di distribuzione degli aiuti
umanitari, uno nella città di Pacaraima, al confine con il Venezuela, e
uno nella capitale dello stato del Roraima, Boa Vista. Ieri le autorità
venezuelane hanno disposto la chiusura delle frontiere dello stato
settentrionale di Falcon ai voli e alle imbarcazioni provenienti dalle
isole di Curazao, Bonaire e Aruba, dopo che il regno dei Paesi Bassi ha
annunciato l'apertura di un centro per la raccolta di aiuti umanitari
destinati al Venezuela.
L'ingresso urgente di aiuti umanitari è da tempo tra i primi punti del "programma" presentato da Guaidò ed è divenuto uno dei temi più sensibili della crisi in atto. L'oppositore ha annunciato che gli aiuti verranno fatti entrare nel paese il prossimo 23 febbraio, un mese dopo il "giuramento" da capo dello stato effettuato in piazza a Caracas. Guaidò preme perché le Forze armate venezuelane collaborino o comunque non ostacolino la distribuzione dei beni destinati "ai più bisognosi". Il governo del presidente Nicolas Maduro denuncia da parte sua l'operazione come un tentativo mascherato di violare la sovranità nazionale, condotto dagli Stati Uniti con la complicità di altri paesi della regione. Un timore condiviso, tra gli altri, anche dalla Russia.
Di più, Caracas denuncia il fatto che gli aiuti messi a disposizione degli Usa non sono un gesto umanitario ma un "messaggio di umiliazione al popolo". "Vogliono ritrarre la caricatura di un paese in crisi umanitaria, sotto una dittatura, e degli Usa che apre le sue mani per aiutare un popolo che ha bisogno", ha detto Maduro parlando di una "sceneggiatura" che si scontra con la realtà. "La verità è quella di un paese che lotta e che si adopera per rispondere alle necessità del popolo", ha detto il capo di stato secondo cui se Washington volesse veramente aiutare dovrebbe azzerare le sanzioni e ritirare il "blocco economico" che "ci ruba dieci miliardi di dollari".
Questa settimana il governo cubano ha accusato gli Stati Uniti di stare preparando un’azione militare in Venezuela con il pretesto dell’intervento umanitario. A Washington, ha dichiarato il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez parlando in conferenza stampa, “è stato fabbricato un golpe imperialista con un presidente costruito che non ha funzionato”. Voli Usa, ha proseguito Rodríguez, sono transitati per i paesi dei Caraibi all’insaputa dei governi di quei paesi, partendo da basi da cui operano le forze speciali utilizzate per operazioni sotto copertura.
Già in precedenza il governo di Cuba aveva denunciato un movimento di truppe statunitensi verso il Venezuela. “Tra il 6 e il 10 febbraio aerei da trasporto militari si sono diretti all'aeroporto Rafael Miranda di Porto Rico, alla base aerea di San Isidro, nella Repubblica Dominicana e verso altre isole dei Caraibi strategicamente posizionate, probabilmente senza che i governi di quei paesi ne fossero a conoscenza", si legge in una dichiarazione del governo de L’Avana. Questi voli “sono decollati da basi miliari Usa utilizzate per operazioni sotto copertura”. Il governo cubano “denuncia l’escalation di pressioni da parte degli Stati Uniti per preparare un’avventura militare mascherata da intervento umanitario”, aveva scritto il presidente cubano Miguel Díaz-Canel sul suo account Twitter ufficiale.
L'ingresso urgente di aiuti umanitari è da tempo tra i primi punti del "programma" presentato da Guaidò ed è divenuto uno dei temi più sensibili della crisi in atto. L'oppositore ha annunciato che gli aiuti verranno fatti entrare nel paese il prossimo 23 febbraio, un mese dopo il "giuramento" da capo dello stato effettuato in piazza a Caracas. Guaidò preme perché le Forze armate venezuelane collaborino o comunque non ostacolino la distribuzione dei beni destinati "ai più bisognosi". Il governo del presidente Nicolas Maduro denuncia da parte sua l'operazione come un tentativo mascherato di violare la sovranità nazionale, condotto dagli Stati Uniti con la complicità di altri paesi della regione. Un timore condiviso, tra gli altri, anche dalla Russia.
Di più, Caracas denuncia il fatto che gli aiuti messi a disposizione degli Usa non sono un gesto umanitario ma un "messaggio di umiliazione al popolo". "Vogliono ritrarre la caricatura di un paese in crisi umanitaria, sotto una dittatura, e degli Usa che apre le sue mani per aiutare un popolo che ha bisogno", ha detto Maduro parlando di una "sceneggiatura" che si scontra con la realtà. "La verità è quella di un paese che lotta e che si adopera per rispondere alle necessità del popolo", ha detto il capo di stato secondo cui se Washington volesse veramente aiutare dovrebbe azzerare le sanzioni e ritirare il "blocco economico" che "ci ruba dieci miliardi di dollari".
Questa settimana il governo cubano ha accusato gli Stati Uniti di stare preparando un’azione militare in Venezuela con il pretesto dell’intervento umanitario. A Washington, ha dichiarato il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez parlando in conferenza stampa, “è stato fabbricato un golpe imperialista con un presidente costruito che non ha funzionato”. Voli Usa, ha proseguito Rodríguez, sono transitati per i paesi dei Caraibi all’insaputa dei governi di quei paesi, partendo da basi da cui operano le forze speciali utilizzate per operazioni sotto copertura.
Già in precedenza il governo di Cuba aveva denunciato un movimento di truppe statunitensi verso il Venezuela. “Tra il 6 e il 10 febbraio aerei da trasporto militari si sono diretti all'aeroporto Rafael Miranda di Porto Rico, alla base aerea di San Isidro, nella Repubblica Dominicana e verso altre isole dei Caraibi strategicamente posizionate, probabilmente senza che i governi di quei paesi ne fossero a conoscenza", si legge in una dichiarazione del governo de L’Avana. Questi voli “sono decollati da basi miliari Usa utilizzate per operazioni sotto copertura”. Il governo cubano “denuncia l’escalation di pressioni da parte degli Stati Uniti per preparare un’avventura militare mascherata da intervento umanitario”, aveva scritto il presidente cubano Miguel Díaz-Canel sul suo account Twitter ufficiale.
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