info clash city workers
Ancora una volta sotto al MISE i lavoratori Almaviva, a far sentire la
propria voce, a monitorare quanto si decide sulla loro pelle.
Tanta
è la rabbia, tanto lo sconforto per quest'ennesimo affronto. Perché
dopo aver portato a casa a Maggio un accordo praticamente uguale a quello che la grande maggioranza dei lavoratori aveva bocciato con un
referendum un mese prima, padron Tripi ha capito che può chiedere sempre
di più. E adesso minaccia -di nuovo!- chiusure e licenziamenti
se non otterrà pure il controllo individuale a distanza dei lavoratori.
E usa il ricatto occupazionale per piegare lavoratori e sindacati e per
fare pressioni sul governo e ottenere altri favori.Anche per questo l'adesione allo
sciopero indetto dai sindacati oggi ha raccolto ben poche adesioni.
Molti lavoratori sono stanchi di essere pedine nelle mani dell'azienda e
sono anche molto delusi dai fallimenti che i sindacati hanno spacciato
per vittorie.
Molti di loro però erano qui al presidio, per non
lasciare che lo sconforto si traduca in resa incondizionata. L'esito del
primo incontro di trattativa è stato un nulla di fatto e ci si rivede
il 27 ottobre Nel frattempo bisognerà trovare le forme con cui continuare a dare battaglia, senza lasciarsi
strumentalizzare dall'azienda ma neanche dandogliela vinta e lasciar campo libero ai sindacati conniventi.
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