Torino Appendino vende l’acqua pubblica, protestano i comitati
La decisione indebolisce dunque la presenza pubblica nella gestione dell'acqua tra le proteste, oltre che dell'opposizione istituzionale, dei comitati “benecomunisti” che avevano sostenuto l’attuale sindaco durante la campagna elettorale e, in particolare, tra le recriminazioni del Comitato per l'acqua pubblica di Torino.
Il Comitato già in agosto aveva messo sotto pressione la giunta comunale pentastellata, quando questa aveva bocciato una delibera proposta da Eleonora Artesio di “Torino in Comune” tesa a trasformare la Smat in una società di diritto pubblico. Una decisione che pone l'amministrazione Appendino in contrasto con altre amministrazioni del Movimento Cinque Stelle, che hanno già adottato provvedimenti analoghi a quelli allora proposti da Artesio. Quel “no” ha segnato la prima, importante rottura tra la giunta comunale e il Comitato per l'acqua pubblica.
Una rottura ulteriormente aggravata dall'indebolimento della presenza pubblica nella Smat. Un indebolimento che dalla giunta è stato presentato come misura necessaria a risanare il bilancio comunale, con la promessa di un cambio di rotta a partire dall'anno prossimo. Ma che da altre sponde si denuncia apertamente come una concessione a politiche neoliberiste proprio in relazione a un bene, l'acqua, sulla cui natura e destinazione pubblica lo stesso sindaco appena insediato aveva impostato parte non irrilevante della propria campagna elettorale e dei propri contatti con la società civile torinese. Un segnale non confortante.
Redazione Contropiano Torino
Nessun commento:
Posta un commento