mercoledì 12 ottobre 2016

pc 12 ottobre - Torino - il cambio di amministrazione, una semplice alternanza come comitati di affari dei padroni -

Torino Appendino vende l’acqua pubblica, protestano i comitati


Lo scorso 3 ottobre la maggioranza che sostiene la giunta Appendino ha approvato, con 24 voti favorevoli, 3 contrari e 9 astenuti, una delibera con la quale si autorizza la vendita, da parte della holding comunale Fct (Finanziaria città di Torino) di azioni della Smat (Società metropolitana acque Torino) per un totale di due milioni di euro. La vendita si sarebbe resa necessaria, secondo il vicesindaco Montanari, per coprire i buchi di bilancio lasciati dalla precedente amministrazione Fassino.
La decisione indebolisce dunque la presenza pubblica nella gestione dell'acqua tra le proteste, oltre che dell'opposizione istituzionale, dei comitati “benecomunisti” che avevano sostenuto l’attuale sindaco durante la campagna elettorale e, in particolare, tra le recriminazioni del Comitato per l'acqua pubblica di Torino.
Il Comitato già in agosto aveva messo sotto pressione la giunta comunale pentastellata, quando questa aveva bocciato una delibera proposta da Eleonora Artesio di “Torino in Comune” tesa a trasformare la Smat in una società di diritto pubblico. Una decisione che pone l'amministrazione Appendino in contrasto con altre amministrazioni del Movimento Cinque Stelle, che hanno già adottato provvedimenti analoghi a quelli allora proposti da Artesio. Quel “no” ha segnato la prima, importante rottura tra la giunta comunale e il Comitato per l'acqua pubblica.
Una rottura ulteriormente aggravata dall'indebolimento della presenza pubblica nella Smat. Un indebolimento che dalla giunta è stato presentato come misura necessaria a risanare il bilancio comunale, con la promessa di un cambio di rotta a partire dall'anno prossimo. Ma che da altre sponde si denuncia apertamente come una concessione a politiche neoliberiste proprio in relazione a un bene, l'acqua, sulla cui natura e destinazione pubblica lo stesso sindaco appena insediato aveva impostato parte non irrilevante della propria campagna elettorale e dei propri contatti con la società civile torinese. Un segnale non confortante.
 
Redazione Contropiano Torino

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