La storia di Ion operaio bruciato vivo raccontata da Dario Fo
Presentato al teatro del Popolo il libro "Bruciato vivo" sulla storia di Ion Cazacu, l'operaio ucciso dal suo datore di lavoro nel 2000 e scritto dalla figlia e dal premio Nobel
Fo ha ripercorso la vicenda di
Ion, raccontando il terribile omicidio all’interno della casa di via Pietro
Micca dove aveva incontrato Cosimo
Iannece, il suo carnefice, per chiedere lo stipendio. Florina ha, invece, parlato della sua lotta per
ottenere giustizia, una lotta che si è conclusa con una pena di soli 10 anni per Iannece: «Ho perso la fiducia che avevo nella giustizia ma non
negli italiani, in tanti mi hanno aiutato in questi anni e li ringrazio tutti» –
ha detto per poi rivolgersi a suo padre: «Mi hanno detto che sei qui anche se
non ti vedo – e ha concluso – preferisco averti perso piuttosto che essere
figlia di un assassino».
Parole dure alle quali Dario Fo ha aggiunto
altri dati, altre vicende che raccontano il fenomeno del caporalato dei
Sikh a Roma dove «queste persone si drogano per lavorare 12 ore al
giorno e ottenere solo 25 euro al giorno». Nel libro si parla anche
dell’inchiesta del Procura di Busto Arsizio su una maxifrode
fiscale da parte di un’impresa di Gallarate che era arrivata a coinvolgere
1400 lavoratori irregolari, in gran parte stranieri. «Ogni volta ci raccontano
che non si può generalizzare, che noi italiani siamo accoglienti e che c’è
sempre qualche mela marcia, un ritornello che ci assolve sempre ma che non
cambia la sostanza». Di storie come quella di Ion, nel nostro Paese, ce n’è
tante, senza voce e senza volto.
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