Come “risposta” alla
massiccia presenza militare degli Stati Uniti in tutta l’area asiatica, la
Russia ha preso la palla al balzo per decidere di potenziare, di “riaprire”
dicono gli esperti militari di Putin, le basi a Cuba e in Vietnam. Il motivo,
come viene riportato dal Sole 24 Ore di ieri, ce lo dice il portavoce di Putin,
Dmitrij Peskov, visto che la: “situazione globale relativamente alla sicurezza
è ‘piuttosto fluida’” allora “È naturale
che tutti i Paesi stiano valutando questi cambiamenti alla luce dei loro
interessi nazionali”.
La risposta della Russia,
in verità, non è solo dovuta alla “fluidità” della “sicurezza globale”, ma anche
alla guerra economica dovuta alla crisi mondiale e che porta, come dice
apertamente Peskov, ogni paese al “protezionismo”.
Alle guerre già in corso,
scatenate dagli Stati Uniti direttamente o indirettamente: Iraq, Afghanistan,
Libia, Siria, Yemen… e a quelle della Russia e degli altri paesi imperialisti
in giro per il mondo, si aggiunge, quindi, la possibilità di una guerra ancora
più estesa!
***
Passi indietro
Cuba e Vietnam, Mosca
pensa a nuove basi
Sullo sfondo di una
crescente tensione tra Mosca e Washington, il ministero della Difesa russo sta
valutando la possibilità di riaprire le basi militari di era sovietica a Cuba e
in Vietnam. Il viceministro della Difesa, Nikolaj Pankov, ha dichiarato ieri in
Parlamento che il ministero sta considerando l’ipotesi di stabilire punti di
appoggio lontano dai confini russi.
Rispondendo a una domanda
di un deputato, riguardo alla possibilità di un ritorno a Cuba e in Vietnam,
Pankov ha detto che si sta “riesaminando” la decisione di ritirarsi dai due
Paesi, ma non è entrato in dettagli.
La decisione era stata
presa nel 2001, quando Vladimir Putin – alla presidenza da un anno – aveva
ordinato il ritiro in un momento in cui si lavorava a un rafforzamento delle
relazioni tra Russia e Stati Uniti. Che ora sono invece tornate a uno dei punti
più bassi della guerra fredda, dopo la rottura dei contatti diretti sul fronte
dei negoziati per la Siria.
Sull’ipotesi delle basi a
Cuba e in Vietnam il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov, ha detto che la
situazione globale relativamente alla sicurezza è “piuttosto fluida”: “È
naturale che tutti i Paesi stiano valutando questi cambiamenti alla luce dei
loro interessi nazionali”.
Il Sole 24 Ore
8/10/16
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