Golpe islamista in Libia, paese nel caos
Altro
che ‘unità nazionale’, il complesso rompicapo costruito a fatica negli
ultimi anni dalle varie potenze occidentali e non per dare un minimo di
stabilità alla Libia dopo averla letteralmente mandata in pezzi con
l’invasione militare del 2011 sembra destinato a fallire. Se finora i
principali problemi erano venuti dal governo alternativo insediato in
Cirenaica e il cui capo di stato maggiore, generale Haftar, aveva
sfidato militarmente le truppe fedeli al governo di accordo nazionale di
Tripoli e aveva occupato vari terminal petroliferi, ora sono gli
islamisti a tentare di scalzare il premier Fayez al Serraj dal potere.
Durante la notte le milizie islamiste agli ordini dell’ex primo ministro Khalifa al Ghwell hanno realizzato un tentativo di colpo di stato. I miliziani golpisti – affermando in un messaggio televisivo di agire “per la salvezza della Libia” – hanno occupato per alcune ore alcuni ministeri in città, il palazzo del Consiglio di Stato, numerosi edifici amministrativi e una televisione, stabilendo il loro quartier generale all’Hotel Rixos.
Nel corso di una sorta di conferenza stampa i membri dell'ex governo e Congresso libico hanno annunciato il ritorno in carica dei loro organismi, chiedendo a tutti gli impiegati pubblici di fare di nuovo riferimento a loro. Due esponenti della giunta golpista hanno affermato che "il Congresso nazionale è ancora in vigore ed ha ripreso in carico le sue responsabilità costituzionali, legali e politiche".
Nel corso della notte l’islamista al Ghwell ha avvertito Serraj e i suoi ministri che devono considerarsi "sospesi dalle loro funzioni", ha proclamato lo stato d'emergenza ed ha chiesto ad Abdullah al-Thinni, che guida il governo libico di al-Baida, legato al Parlamento ribelle di Tobruk, che non riconosce il governo di al Tripoli, di aderire alla sua iniziativa e di formare insieme a lui un governo di unità nazionale. Ma finora dalla Cirenaica non è giunta alcuna risposta.
Questa mattina, secondo testimoni locali, i miliziani controllavano ancora la zona attorno all’Hotel Rixos e pattugliavano le strade con fuoristrada dotati di mitragliatrici ma avevano dovuto abbandonare la sede del Consiglio di Stato ed altri edifici. Infatti la milizia che “protegge” il Consiglio di Stato e che da sei mesi è senza stipendio aveva deciso in un primo tempo di sostenere il putsch, ma poi si è tirata indietro dopo l’intervento di alcuni notabili fedeli all’attuale capo del Gna.
Durante la notte il Governo di Accordo Nazionale (formato, controllato e sostenuto da Ue e Stati Uniti) si è riunito di urgenza a Tripoli assieme agli esponenti del Consiglio di Stato ed ha ovviamente ordinato l’arresto dei leader della ribellione, a partire da al Ghwell.
Ieri pomeriggio si erano già verificati alcuni scontri armati fra le milizie fedeli ad al Serraj e quelle agli ordini di al Ghwell, ex leader del disciolto Governo di Salvezza Nazionale libico, composto dai Fratelli Musulmani e da altre fazioni islamiste (parte delle quali passate poi a sostenere il nuovo esecutivo di 'accordo nazionale') ma deposto in maniera relativamente incruenta quando gli sponsor occidentali imposero al Serraj nel marzo scorso.
Durante la notte le milizie islamiste agli ordini dell’ex primo ministro Khalifa al Ghwell hanno realizzato un tentativo di colpo di stato. I miliziani golpisti – affermando in un messaggio televisivo di agire “per la salvezza della Libia” – hanno occupato per alcune ore alcuni ministeri in città, il palazzo del Consiglio di Stato, numerosi edifici amministrativi e una televisione, stabilendo il loro quartier generale all’Hotel Rixos.
Nel corso di una sorta di conferenza stampa i membri dell'ex governo e Congresso libico hanno annunciato il ritorno in carica dei loro organismi, chiedendo a tutti gli impiegati pubblici di fare di nuovo riferimento a loro. Due esponenti della giunta golpista hanno affermato che "il Congresso nazionale è ancora in vigore ed ha ripreso in carico le sue responsabilità costituzionali, legali e politiche".
Nel corso della notte l’islamista al Ghwell ha avvertito Serraj e i suoi ministri che devono considerarsi "sospesi dalle loro funzioni", ha proclamato lo stato d'emergenza ed ha chiesto ad Abdullah al-Thinni, che guida il governo libico di al-Baida, legato al Parlamento ribelle di Tobruk, che non riconosce il governo di al Tripoli, di aderire alla sua iniziativa e di formare insieme a lui un governo di unità nazionale. Ma finora dalla Cirenaica non è giunta alcuna risposta.
Questa mattina, secondo testimoni locali, i miliziani controllavano ancora la zona attorno all’Hotel Rixos e pattugliavano le strade con fuoristrada dotati di mitragliatrici ma avevano dovuto abbandonare la sede del Consiglio di Stato ed altri edifici. Infatti la milizia che “protegge” il Consiglio di Stato e che da sei mesi è senza stipendio aveva deciso in un primo tempo di sostenere il putsch, ma poi si è tirata indietro dopo l’intervento di alcuni notabili fedeli all’attuale capo del Gna.
Durante la notte il Governo di Accordo Nazionale (formato, controllato e sostenuto da Ue e Stati Uniti) si è riunito di urgenza a Tripoli assieme agli esponenti del Consiglio di Stato ed ha ovviamente ordinato l’arresto dei leader della ribellione, a partire da al Ghwell.
Ieri pomeriggio si erano già verificati alcuni scontri armati fra le milizie fedeli ad al Serraj e quelle agli ordini di al Ghwell, ex leader del disciolto Governo di Salvezza Nazionale libico, composto dai Fratelli Musulmani e da altre fazioni islamiste (parte delle quali passate poi a sostenere il nuovo esecutivo di 'accordo nazionale') ma deposto in maniera relativamente incruenta quando gli sponsor occidentali imposero al Serraj nel marzo scorso.
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