sabato 30 gennaio 2021

pc 30 gennaio - QUESTIONE VACCINI - UN'ULTERIORE DIMOSTRAZIONE DEL MODO DI PRODUZIONE CAPITALISTA CHE HA COME SCOPO SOLO IL PROFITTO

La vicenda dei vaccini, delle forniture ridotte di dosi rispetto agli accordi presi con i governi, in particolare quelli dell'Europa, da parte della grandi industrie farmaceutiche, mostra da un lato che non di fallimento, errori si tratta, non di una scoperta improvvisa che "affidare ricerca, sviluppo e produzione di strumenti essenziali per la salute pubblica ad aziende private sia rischioso" (come scrive Maurizia Mezza, ricercatrice Antropologia Medica all'Università di Amsterdan su il Manifesto), ma del "normale" funzionamento del sistema economico basato sulla legge del capitale e dell'imperialismo, per cui il fine sono i profitti privati e non certo la salvaguardia della salute pubblica e collettiva.

"L’Ue - scrive Mezza - aveva negoziato un accordo apparentemente vantaggioso con l’azienda, che le assicurava di pagare 10 dollari in meno per dose rispetto al prezzo pagato dagli USA, e 15 in meno da quello di Israele. Il risultato è stato che appena la domanda ha superato la capacità produttiva, le dosi destinate all’Europa sono state indirizzate a chi ha pagato di più...;  nonostante gli accordi miliardari con grandi giganti farmaceutici e piccole compagnie biotecnologiche, anche la nordamericana Pfizer aveva da poco rivelato lo slittamento di un terzo delle dosi pattuite, facendo così saltare i piani vaccinali di molti paesi (tra cui l’Italia che si era prefissata di vaccinare il 70% della popolazione entro Settembre 2021)..."
Chi paga di più, quindi, ottiene più dosi: "...gli Usa avrebbero avuto diritto a più dosi del vaccino in sviluppo, in quanto avevano investito una somma maggiore...".

Dall'altro lato questa vicenda mostra in maniera altrettanto chiara il rapporto tra Stati/governi e capitale, sia nel senso che i paesi imperialisti più forti hanno in mano le leve per la salute di alcune popolazioni e la morte di altre, sia nel senso che gli Stati, i governi non possono essi stessi che essere condizionati, subordinati, al servizio delle leggi del capitale; possono strillare, minacciare azioni legali, ma chi decide a chi dare le dosi, a chi dimezzarle, ritardarle sono le multinazionali; e questo ben lo sanno. E sono falsi, ipocriti, o miserabili quei rappresentanti dei governi, delle Istituzioni, della UE, che pretendono rispetto degli accordi miliardari fatti. 
Qui, in grande, è come se rivedessimo il "film" del terremoto de L'Aquila, quando padroni di imprese di costruzioni, mentre aumentavano i morti, ridevano pensando ai profitti della ricostruzione che avrebbero fatto; oggi Pfizer, AstraZeneca, ecc, si sfregano le mani: più la pandemia non arretra e più i loro profitti avanzano.

Dall'altro lato ancora, la questione della produzione dei vaccini, fatti questa volta in pochissimo tempo, con un concentramento di forze e di conoscenze scientifiche, mostra la potenzialità della scienza medica, che le forze produttive possono avanzare molto, ma molto di più per il benessere dell'umanità; ma mostra nello stesso tempo che esse sono imprigionate, bloccate, distrutte dal sistema del capitale.   
Ma questo deve far comprendere anche che la contraddizione tra forze produttive e rapporti di produzione capitalisti già da tempo entrata in una fase di rottura, pone l'urgenza di mettere fine a questo sistema sociale.  

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