"...Per il nostro capitalista si tratta di
due cose: in primo luogo egli vuol produrre un valore d'uso
che abbia un valore di scambio, un articolo destinato alla vendita,
una merce; e in secondo luogo vuol produrre una merce il
cui valore sia più alto della somma dei valori delle merci
necessarie alla sua produzione, i mezzi di produzione e la
forza-lavoro, per le quali ha anticipato sul mercato il suo
buon denaro. Non vuole produrre soltanto un valore d'uso, ma
una merce, non soltanto valore d'uso, ma valore, e non
soltanto valore, ma anche plusvalore".
Interessante quanto viene espresso sempre nel "trattato di economia politica" di Xu He, risalente agli anni ’70: “
"Attualmente, il regime lavorativo di otto ore, sebbene sia ormai fissato per legge in numerosi paesi capitalisti, continua in pratica a essere ostacolato in tutti i modi dai capitalisti. In particolare, a causa del basso livello salariale, gli operai sono costretti a fare normalmente gli straordinari o un secondo lavoro, per procurarsi un poco di salario in più; nel codice vi sono inoltre articoli integrativi che permettono lo straordinario.”
...l’effettiva giornata lavorativa: “è determinata dai rapporti di forza tra le classi.”
Solo con la lotta organizzata quindi il proletariato in generale e la classe operaia in particolare possono porre un freno alla sete inesauribile di plusvalore fino ai limiti della resistenza fisica dell’operaio da parte del capitalista".
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