Expo 2015 Spa, presidente Diana Bracco indagata per evasione fiscale da 1 milione
"...ha commentato l’avvocato difensore di Bracco Giuseppe Bana,
“si tratta di contestazioni riguardanti l’inerenza all’attività
d’impresa di fatture, situazione non rilevante sotto il profilo penale.
Abbiamo già definito con l’Agenzia delle entrate attraverso il
ravvedimento operoso, siamo solo al termine delle indagini preliminari e
non è stata ancora formalizzata la richiesta di rinvio a giudizio”.
L’indagine è stata chiusa ed è stato effettuato un sequestro da circa 1
milione di euro. L’ipotesi è che le fatture false siano servite in
relazione a lavori su case private e barche. “Non c’è stata alcuna
Come si legge in un comunicato del procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati, nell’ambito dell’inchiesta condotta dal Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di finanza e coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Giordano Baggio, “è stato notificato avviso di conclusione delle indagini” a carico di Diana Bracco, di Pietro Mascherpa, presidente del Cda di Bracco Real Estate srl, e di due architetti dello studio Archilabo in Monza, Marco Pollastri e Simona Calcinaghi. In particolare Bracco e Mascherpa sono accusati di evasione fiscale attraverso l’emissione di fatture false e di appropriazione indebita.Dalle indagini “è emerso che fatture” per oltre 3 milioni di euro, confluite nella contabilità e nelle dichiarazioni fiscali “presentate dalle società del gruppo Bracco per i periodi di imposta dal 2008 al 2013″, erano riferite “all’esecuzione di forniture o di prestazioni rese presso locali in uso alle medesime società ma effettivamente realizzate presso immobili e natanti di proprietà, ovvero nella disponibilità” di Diana Bracco e del marito defunto Roberto De Silva.
Lo scorso 5 marzo, si legge ancora nel comunicato, la Guardia di finanza ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip Roberta Nunnari nei confronti di Diana Bracco per 1 milione e 42 mila euro “corrispondente all’importo totale dell’imposta complessivamente evasa per effetto dell’utilizzo delle predette fatture”. Nella nota si legge infine che lo scorso 21 maggio “sono stati depositati” in Procura da parte delle Fiamme gialle “i verbali di constatazione delle correlate violazioni di carattere amministrativo”.
Non è la prima volta che Bracco ha problemi con il fisco. A fine maggio 2010 era stata denunciata dalla Guardia di Finanza di Genova per lo yacht ”If Only”, un 40 metri costruito nei cantieri olandesi Feadship e intestato alla Ceber, società di Milano che ha come ragione sociale il noleggio di unità da diporto. Le quote erano della signora Diana Bracco e della Dolfin srl, interamente detenuta dalla presidente del gruppo farmaceutico. Secondo la finanza, il panfilo, registrato a Sanremo e ormeggiato ad Antibes in Costa Azzurra, sarebbe stato usato privatamente dai Bracco. Il 9 aprile 2010 invece era andata a processo con l’accusa di evasione fiscale assieme a un manager della Bracco Imaging spa, in relazione ad alcuni fatti".
Come si legge in un comunicato del procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati, nell’ambito dell’inchiesta condotta dal Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di finanza e coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Giordano Baggio, “è stato notificato avviso di conclusione delle indagini” a carico di Diana Bracco, di Pietro Mascherpa, presidente del Cda di Bracco Real Estate srl, e di due architetti dello studio Archilabo in Monza, Marco Pollastri e Simona Calcinaghi. In particolare Bracco e Mascherpa sono accusati di evasione fiscale attraverso l’emissione di fatture false e di appropriazione indebita.Dalle indagini “è emerso che fatture” per oltre 3 milioni di euro, confluite nella contabilità e nelle dichiarazioni fiscali “presentate dalle società del gruppo Bracco per i periodi di imposta dal 2008 al 2013″, erano riferite “all’esecuzione di forniture o di prestazioni rese presso locali in uso alle medesime società ma effettivamente realizzate presso immobili e natanti di proprietà, ovvero nella disponibilità” di Diana Bracco e del marito defunto Roberto De Silva.
Lo scorso 5 marzo, si legge ancora nel comunicato, la Guardia di finanza ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip Roberta Nunnari nei confronti di Diana Bracco per 1 milione e 42 mila euro “corrispondente all’importo totale dell’imposta complessivamente evasa per effetto dell’utilizzo delle predette fatture”. Nella nota si legge infine che lo scorso 21 maggio “sono stati depositati” in Procura da parte delle Fiamme gialle “i verbali di constatazione delle correlate violazioni di carattere amministrativo”.
Non è la prima volta che Bracco ha problemi con il fisco. A fine maggio 2010 era stata denunciata dalla Guardia di Finanza di Genova per lo yacht ”If Only”, un 40 metri costruito nei cantieri olandesi Feadship e intestato alla Ceber, società di Milano che ha come ragione sociale il noleggio di unità da diporto. Le quote erano della signora Diana Bracco e della Dolfin srl, interamente detenuta dalla presidente del gruppo farmaceutico. Secondo la finanza, il panfilo, registrato a Sanremo e ormeggiato ad Antibes in Costa Azzurra, sarebbe stato usato privatamente dai Bracco. Il 9 aprile 2010 invece era andata a processo con l’accusa di evasione fiscale assieme a un manager della Bracco Imaging spa, in relazione ad alcuni fatti".
Sabato 30/5 presidio solidale a San Vittore per gli arrestati/e del 1 maggio
Questo
sabato, 30 maggio, si terrà una giornata di iniziative e solidarietà
sotto il carcere milanese di San Vittore, dove si trovano tuttora detenuti
i manifestanti fermati nel corso del corteo No Expo del 1 maggio.
Il 1 Maggio c'eravamo tutti/e: liberi/e tutti/e!
*h 11:00
Ritrovo al mercato di viale Papiniano
banchetto informativo e volantinaggio
*h 12:30
Concentramento in piazzale Aquileia
Presidio musicale sotto il carcere di S.Vittore
*****
Questa giornata nasce come momento per incontrarci ed esprimere
la nostra solidarietà agli-alle arrestati-e e a tutte le persone
colpite dalla repressione nelle giornate che hanno preceduto e
seguito il primo maggio.
Perquisizioni, arresti, fogli di via, sgomberi, fermi,
espulsioni accompagnati da un'infame campagna mediatica
hanno costruito un mostro attorno a chi lotta a Milano e in tutta
Italia contro il modello di sviluppo di Expo e della grandi opere.
E' arrivato il momento di ribadire apertamente che la devastazione
che conosciamo
è quella che subiamo tutti i giorni nei nostri quartieri, sui posti di
lavoro, nei nostri territori e che prende il nome di Expo, Tav, Muos,
TEEm, Tap...
Con Expo si inaugura la fiera del lavoro non retribuito, della corruzione,
degli sprechi e dei furti milionari, una nuova stagione di cementificazione
e di militirizzazione del territorio.
Il primo maggio per le strade del centro di Milano, in decine di migliaia,
abbiamo dato una risposta forte e decisa a questo modello di governo delle città.
Il miglior modo per non finire fermi e immortalati nella giornata del
primo maggio è rafforzare i propri percorsi nei territori, raccogliere e
leggere le possibilità che questa giornata ha prodotto, stare nelle lotte
e nelle situazioni di rottura col sistema attuale che si verranno a creare.
Perché non c'è errore peggiore che vedere la lotta alla repressione
slegato dalle lotte reali e quotidiane.
LIBERI TUTTI - LIBERE TUTTE!
sotto il carcere milanese di San Vittore, dove si trovano tuttora detenuti
i manifestanti fermati nel corso del corteo No Expo del 1 maggio.
Il 1 Maggio c'eravamo tutti/e: liberi/e tutti/e!
*h 11:00
Ritrovo al mercato di viale Papiniano
banchetto informativo e volantinaggio
*h 12:30
Concentramento in piazzale Aquileia
Presidio musicale sotto il carcere di S.Vittore
*****
Questa giornata nasce come momento per incontrarci ed esprimere
la nostra solidarietà agli-alle arrestati-e e a tutte le persone
colpite dalla repressione nelle giornate che hanno preceduto e
seguito il primo maggio.
Perquisizioni, arresti, fogli di via, sgomberi, fermi,
espulsioni accompagnati da un'infame campagna mediatica
hanno costruito un mostro attorno a chi lotta a Milano e in tutta
Italia contro il modello di sviluppo di Expo e della grandi opere.
E' arrivato il momento di ribadire apertamente che la devastazione
che conosciamo
è quella che subiamo tutti i giorni nei nostri quartieri, sui posti di
lavoro, nei nostri territori e che prende il nome di Expo, Tav, Muos,
TEEm, Tap...
Con Expo si inaugura la fiera del lavoro non retribuito, della corruzione,
degli sprechi e dei furti milionari, una nuova stagione di cementificazione
e di militirizzazione del territorio.
Il primo maggio per le strade del centro di Milano, in decine di migliaia,
abbiamo dato una risposta forte e decisa a questo modello di governo delle città.
Il miglior modo per non finire fermi e immortalati nella giornata del
primo maggio è rafforzare i propri percorsi nei territori, raccogliere e
leggere le possibilità che questa giornata ha prodotto, stare nelle lotte
e nelle situazioni di rottura col sistema attuale che si verranno a creare.
Perché non c'è errore peggiore che vedere la lotta alla repressione
slegato dalle lotte reali e quotidiane.
LIBERI TUTTI - LIBERE TUTTE!
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