Mercoledì 27 Maggio sono stati
presentati i due opuscoli autoprodotti “Dalla Tunisia con amore. Cronache di un
compagno italiano dalla terra in cui è scoccata la scintilla della rivolta” e “Dalla
rivolta della primavera araba alla rivoluzione proletaria. Stralci di incontri
con i rivoluzionari maoisti tunisini nel Maggio/Giugno 2014” dal nostro
compagno e autore degli stessi, nei locali di Palazzo Cefalà a Palermo.
Con il supporto di alcune slides si
è fatta una breve introduzione storico/geografica per inquadrare bene il paese
nord africano ripercorrendo le tappe storiche principali: indipendenza e
Bourguiba al potere, ascesa al potere di Ben Ali e infine la rivolta popolare
del 2010/2011 e successivo periodo di transizione conclusosi con le ultime
elezioni dello scorso ottobre.
La cronaca della rivolta ha
permesso di introdurre l’esperienza concreta che ha dato i natali ai due
opuscoli, quindi si è entrato nel merito dei principali protagonisti della
rivolta popolare chiamata solitamente “rivoluzione” in Tunisia e “primavera
araba” nel resto del mondo, ovvero in primis i giovani (disoccupati, lavoratori
e studenti), la classe operaia (in particolari i minatori del bacino minerario
di Gafsa) e le donne (studentesse e lavoratrici).
Parlando del ruolo di ognuno di
essi si è fatto un quadro complessivo e nazionale per poi calare nel
particolare circa l’esperienza diretta che il nostro compagno ha fatto entrando
in contatto con ognuno di essi e in particolare con gli studenti universitari,
disoccupati e giovani attivi nel movimento contro la repressione post-rivolta,
con i minatori di Metlaoui e con le attiviste del movimento delle donne incontrate
principalmente durante la manifestazione dello 8 Marzo 2014 a Tunisi.
Si sono analizzate le
rivendicazioni generali della rivolta popolare: dignità, pane, lavoro
(inizialmente) e un cambio di regime (successivamente) in occasione dei
movimenti Casbah I e Casbah II i quali hanno chiesto e infine ottenuto le
elezioni dell’Assemblea Costituente. Una volta eletta lo scontro politico e di
classe ha avuto una continuità con la polarizzazione tra laici (progressisti,
sinistra-riformista, esponenti dell’ex regime) e islamisti con la preponderanza
dei primi dando vita ad una costituzione democratica e molto avanzata da un
punto di vista democratico-borghese. Il problema di aver assunto come sola
parola d’ordine quella di un’Assemblea Costituente e di una costituzione “democratica”
ha creato una nuova contraddizione: ovvero che riportando tutto lo scontro su
un terreno di tipo istituzionale/elettorale adesso la Tunisia si ritrova un
governo guidato da Nidaa Tounes espressione dell’ex regime (i laici come li
chiamano i media) e da una componente di Ennahdha (gli islamisti). Le richieste
originarie del popolo sono rimaste ancora lettera morta dopo quasi 5 anni dall’inizio
della rivolta. Si è conclusa l’esposizione affrontando il tema dei legami
internazionali che il governo tunisino ha, confermando la propria collocazione
nel campo dell’imperialismo occidentale in primis USA, Francia, Germania e
Italia, con cui ha concluso recentemente importanti accordi in materia
economico-militare inerente ai flussi migratori e alla “lotta al terrorismo”.
In un quadro simile solo le forze
rivoluzionarie rappresentate dai gruppi e partiti marxisti-leninisti-maoisti
hanno fin da subito analizzato coerentemente la rivolta denunciando il processo
della costituente ed elettorale come un movimento di restaurazione del vecchio
potere, indicando correttamente gli eventi come rivolta popolare e non “rivoluzione”
in quanto non è stata intaccata la struttura e natura dello stato (forze di
polizia e ministero dell’interno, amministrazione e istituzioni in generale) ed
evidenziando la necessità che la rivolta si trasformi in rivoluzione per
risolvere realmente i problemi posti dal popolo tunisino.
In sala erano presenti una 30ina di
persone tra cui giovani e lavoratori, che alla fine dell’esposizione hanno
posto delle domande circa il ruolo del movimento delle donne sia durante la
rivolta sia come eventuale argine al movimento reazionario islamista, circa le
aspettative dei giovani e perché una parte di essi individua come alternativa
lo Stato Islamico (ISIS) e parte per combattere nelle sue file, circa il ruolo e
posizione del nuovo governo tunisino per quanto riguarda l’attentato del Bardo
e i gruppi islamisti presenti nel paese ecc.
Ciò insieme ad un paio di
interventi ha permesso di ampliare e approfondire
le questioni.
Inoltre sono stati fatti due appelli
all’assemblea: a partecipare al presidio cittadino contro la guerra e la
retorica militarista messa in atto il 2 Giugno in occasione della “festa della
repubblica” e a partecipare all’iniziativa per il ventennale del Movimento
Femminista Proletario Rivoluzionario che si terrà sempre a Palazzo Cefalà
Sabato 6 Giugno.
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