con la guerra di classe Il PD si conferma partito della Fiat
...Attualmente
il partito più in sintonia con la Fiat è il PD. I suoi esponenti da
Bersani a Fassino a Chiamparino sono attivi protagonisti di questa
vicenda, condividono pienamente tutte le tappe dell'ultima fase:
l'alleanza con la Chrysler e quindi il piano di Fabbrica Italia. E
colgono ogni occasione per dimostrare la loro sintonia.
Le
critiche che vengono fatte al governo sono sempre da destra – se si
può dire – e vorrebbero in sostanza che il governo fosse molto più
attivo nel sostegno alla Fiat...
Quindi
in questo è evidentissimo il loro imbarazzo ogni qual volta devono
esprimere una qualche critica al piano Marchionne per i suoi effetti
nella fabbrica. La loro preoccupazione principale è che il
carrarmato Marchionne possa alla fine far esplodere la protesta
operaia e far deragliare il piano, renderlo inapplicabile...
Le
posizioni del PD non riescono a distinguersi da quelle del governo, a
cui se mai critica di non fare abbastanza; ora, con l'esplosione
della vicenda Mirafiori e trasferimento in Serbia, non si riescono a
distinguere da quelle della Lega, anzi qui in una certa misura sono
più a destra nel senso più filo Fiat...
...l'irruzione
nel dibattito della politica del caso Fiat è salutare perchè fa
capire sulla base dei fatti e dell'esperienza pratica che la lotta
non si può ridurre alla lotta contro il governo Berlusconi, che un
governo col PD, sul fronte Fiat, sarebbe perfino peggio di quello di
Berlusconi...
Fassino:
“Forse una certa rudezza di toni usati negli ultimi tempi dall'ad
della Fiat tradiscono il disagio proprio per questo, proprio per il
mancato riconoscimento di aver salvato l'azienda... Sia da parte del
governo il quale ha assistito passivo alle scelte Fiat senza fare
nulla per accompagnarle, sia da parte dei sindacati che non hanno
colto fino in fondo la valenza strategica... Ricordo, per inciso, che
per salvare la Chrysler Obama è sceso in campo in prima persona.
Anche in Italia bisogna mettere in campo una adeguata politica
industriale... nel fare il proprio mestiere il sindacato non può
essere insensibile al futuro della Fiat, l'azienda deve continuare a
vivere bene... A Pomigliano rivedo alcuni atteggiamenti sindacali
simili a quelli che hanno caratterizzato la lotta di trent'anni fa...
si dice Marchionne vuole mettere in riga il sindacato oppure vuole
fare un favore a Sacconi. Non è questo un approccio utile. Se il
problema di Pomigliano è l'efficienza e misure che ne alzino il
livello della produttività, non si può liquidarlo buttandola in
politica”.
D'Alema:
“A Pomigliano c'è stata troppa tolleranza da parte dei sindacati
verso l'assenteismo operaio”.
Chiamparino:
“...il fatto è che pensiamo ancora come negli anni '70. Non solo
la Fiom ma tutta la politica italiana, a destra come a sinistra;
dalla Lega a chi pensa semplicemente che si possa andare avanti senza
regole o con regole messe continuamente in discussione... Chi glielo
fa fare a Marchionne di investire 20 miliardi in un paese in cui bene
che vada è sopportato... i sindacati devono garantire
l'affidabilità, devono assicurare il funzionamento della fabbrica.
Questo in America è stato fatto... Se fossi al posto di Marchionne
direi: io devo fare tante vetture, fate voi le proposte su come
evitare di perderci tutti...”.
“...Il sindacato deve garantire
una maggiore affidabilità per accompagnare un grande progetto come
quello di Fabbrica Italia... ha ragione Marchionne che si aspettava
accoglienze molto diverse su un progetto che rappresenta l'unica vera
ipotesi di rivoluzione industriale italiana. Invece è stato accolto
con indifferenza generale, scetticismo, problemi di rappresentatività
sindacale... Marchionne non può arrendersi di fronte alle prime
difficoltà, si gioca con chi ci sta, ci si organizza con chi accetta
il progetto e la sfida...”.
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