Il pm ha aggiunto cinque casi di ex
dipendenti ammalati e morti
Ex dipendenti di Montefibre e loro familiari in
aula nei giorni scorsi a Verbania
24/05/2015
verbania
Seconda udienza nei giorni scorsi a Verbania per il processo Montefibre Ter,
legato alle morti e alle patologie dovute all’amianto. Per omicidio e lesioni
colpose sono chiamati in giudizio ex dirigenti che nel polo chimico di viale
Azari rivestirono ruoli di responsabilità negli Anni 70 e 80. Gli originari nove
imputati in questi mesi sono scesi a sette per «morte intervenuta».
i.
All’appello il giudice Raffaella Zappatini ha chiamato Giuseppe Montanaro, Gianfranco Dellamora, Ubaldo Minesso, Italo Lazzarini, Angelo Ferri, Angelo Farris (invalido all’80%) e Maria Teresa Boschi. In aula anche molti eredi di chi non c’è più: Pietro Celoria, Angelo Moia, Elio Feliciani, Claudio Gatto, Piergiorgio Novelli, Claudio Dutto, Anna Maria Goffredi e Rita Melchioretto. «Per le donne, mogli e figlie dei lavoratori, si tratta di esposizione indiretta: attraverso i congiunti vennero a contatto nel tempo con le temibili fibre che, seppure con lunga latenza, diedero origine a gravi patologie» dice Gerardo Ramunno, anch’egli ex dipendente Montefibre
L’accoglimento di ulteriori parti civili - presenteranno istanza l’associazione Medicina democratica, Inail e il comune di Verbania - verranno valutate nelle prossime udienze. Si torna in aula il 17 luglio, quando la Corte di Appello di Torino si sarà già pronunciata - con sentenza attesa il 10 giugno - sul Montefibre bis, con il quale si chiede giustizia per otto decessi da mesotelioma, sei per tumore polmonare e un caso di gravi lesioni. In primo grado, nel luglio 2011, (finisce così, n.d.r.)
Sette gli imputati
Pochi di loro - Giorgio Mazzanti, Luigi Pece, Gianluigi Poletti, Bruno
Quaglieri, Carlo Vannini, Luciano Varalda e Giuseppe Bordogna - erano presenti
in aula. Numerose erano invece le parti offese, ex dipendenti che si sono
ammalati per esposizione all’amianto e i famigliari di operai deceduti per
patologie correlate all’asbesto. Tutti hanno ascoltato il pm Nicola Mezzina
integrare le contestazioni con nomi di altri ex lavoratori: Roberto Fossati,
Fiorigi Giolo, Luigi Maddaloni (al quale oltre a placche pleuriche è stata
diagnosticata l’asbestosi polmonare), Giuseppe Tinarelli, Angelo Fraguglia
(deceduto nel 2012).i.
All’appello il giudice Raffaella Zappatini ha chiamato Giuseppe Montanaro, Gianfranco Dellamora, Ubaldo Minesso, Italo Lazzarini, Angelo Ferri, Angelo Farris (invalido all’80%) e Maria Teresa Boschi. In aula anche molti eredi di chi non c’è più: Pietro Celoria, Angelo Moia, Elio Feliciani, Claudio Gatto, Piergiorgio Novelli, Claudio Dutto, Anna Maria Goffredi e Rita Melchioretto. «Per le donne, mogli e figlie dei lavoratori, si tratta di esposizione indiretta: attraverso i congiunti vennero a contatto nel tempo con le temibili fibre che, seppure con lunga latenza, diedero origine a gravi patologie» dice Gerardo Ramunno, anch’egli ex dipendente Montefibre
L’accoglimento di ulteriori parti civili - presenteranno istanza l’associazione Medicina democratica, Inail e il comune di Verbania - verranno valutate nelle prossime udienze. Si torna in aula il 17 luglio, quando la Corte di Appello di Torino si sarà già pronunciata - con sentenza attesa il 10 giugno - sul Montefibre bis, con il quale si chiede giustizia per otto decessi da mesotelioma, sei per tumore polmonare e un caso di gravi lesioni. In primo grado, nel luglio 2011, (finisce così, n.d.r.)
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