MELFI – Cancellati, tagliati, eliminati. Un «errore» costato tra i duecento ed i trecento euro al mese. Soldi dovuti e mai percepiti. È la «beffa» dei nuovi addetti in alcune aziende dell’indotto di San Nicola di Melfi. Assunti nelle diverse fabbriche dell’indotto sulla scia degli investimenti della FCA nello stabilimento Sata di San Nicola di Melfi, a pochi mesi di distanza si sono trovati con gli stipendi «tagliati». Con le agenzie interinali che li hanno impiegati e li stanno pagando mese dopo mese come prevede la legge, che di fatto hanno «eliminato » alcune voci dalla busta paga.
Non c’erano, ad esempio, gli straordinari, non c’erano gli incentivi ed alcuni premi di produzione, in alcuni casi mancavano finanche gli assegni familiari. Un «errore» che, di fatto, ai lavoratori costa ogni mese tra i duecento ed i trecento euro. Una cifra non proprio piccola se si considera che uno stipendio medio è di oltre 1000 euro. ... una vicenda che avrebbe riguardato non pochi lavoratori. diversi dei nuovi assunti (sui 500 complessivi che ad oggi lavorano nelle fabbriche dell’indotto).
2 - Salario concesso ma a pochi
Fca e sindacati (Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Quadri) hanno sottoscritto un verbale d’intesa per l’adozione del nuovo sistema retributivo presentato dall’a.d Sergio Marchionne. L’azienda fa notare che la rapidità dell’intesa dimostra “la bontà di quanto proposto” e “la qualità dei rapporti con i sindacati firmatari che hanno seguito questo percorso”.
Marchionne parla di raggiungimento degli obiettivi.
Gli operai specializzati avranno dai 7 mila ai 10 mila euro in più in quattro anni.
Ma a Melfi gli operai per il 90% sono di terzo livello, cosa ci tocca?
«Dopo gli investimenti – sottolinea Rocco Palombella, segretario generale Uilm – arriva l’aumento dei salari: è il segno di una fase nuova. I principi di coinvolgimento dei lavoratori e quelli relativi alla semplificazione della paga, affinché il raggiungimento degli obiettivi sia evidente, sono pienamente condivisi». Parere positivo viene espresso anche dalla Fim-Cisl sia a livello nazionale che locale: «L’idea è positiva soprattutto perché stimola un maggior coinvolgimento dei lavoratori».
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