(da Il Manifesto di F. Tonello)
"... i 3.080
poliziotti di Baltimora (per una città con poco più
di 600.000 abitanti) hanno una tradizione di violenze
a danno degli afroamericani che non nasce certo
con la morte di Freddie Gray dieci giorni fa.
Risalgono addirittura al
1959 e al celebre capo della polizia di allora James
Hepbron le accuse di falsificazione delle
prove, intercettazioni illegali, violenze
contro cittadini disarmati, brutalità
contro vecchi e bambini (nel solo 2007 furono
arrestati Venus Green, 87 anni, per aver cercato di
aiutare il nipote ferito, e Gerard Mungo, anni 7, per
essere andato in bicicletta). Negli ultimi quattro anni, la
città ha pagato 5,7 milioni di dollari come risarcimento
a oltre 100 persone arrestate ingiustamente
o picchiate dalla polizia.
Le
rivolte, i saccheggi, gli incendi sono oggi a Baltimora,
come qualche mese fa a Ferguson
nel Missouri,
ma potrebbero accadere ovunque nelle comunità
afroamericane dove la vita non è cambiata
di un soffio dalle elezioni del 2008 in poi. Un tempo città
industriale e porto fra i più affollati degli
Stati Uniti, Baltimora... oggi l’economia stagna
e il 37% dei suoi bambini vive in povertà. I giovani
afroamericani non hanno oggi più possibilità
di andare a scuola, di trovare un lavoro decente, di
formare una famiglia di quante ne avessero anni fa, al
contrario.
A livello nazionale, la povertà
è aumentata regolarmente nel 2009, 2010, 2011,
si è stabilizzata nel 2012 e nel 2013,
quando riguardava il 15,8% della popolazione
americana. A Baltimora, però, è quasi
il 24% e nel centro storico ci sono quartieri
dove supera il 55%.
I
casi di omicidio di giovani afroamericani
negli ultimi mesi hanno rivelato una brutalità della
polizia che non è casuale: è il risultato di
una lunga storia di politiche repressive in cui
la maggiore responsabilità la portano
i democratici americani, ossessionati
dal successo dei repubblicani nell’usare il tema
“legge e ordine” fin dal 1968. Sono stati infatti
i democratici come Ted Kennedy a introdurre
negli anni Settanta le leggi di riforma che aumentavano
le pene per reati minori, in particolare legati al
consumo di stupefacenti, mentre fu durante
la presidenza Clinton, negli anni Novanta, che si
affermò l’osceno principio delle leggi note come “Three
strikes and you are out” che mandano all’ergastolo chi
commetta tre reati violenti o (in
California) qualsiasi tipo
di reato.
Tutti
i presidenti hanno continuato la politica
di militarizzazione delle forze di polizia
(che negli Stati Uniti dipendono dai governi locali) con la
cessione di mezzi militari dismessi dal Pentagono,
l’addestramento, la rinuncia a intervenire
sulle procedure standard degli arresti e delle
detenzioni dei cittadini, mentre tutti
ignoravano le grossolane violazioni
della Costituzione commesse in nome della “guerra
alla droga” (a sua volta trasformata in operazioni
militari sia all’interno che all’estero)...".
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