Expo 2015, nella scuola dei “celerini” si preparano le giornate di Milano
Siamo a Nettuno, 50 mila abitanti 60 km a sud di Roma, lungo il litorale pontino. Inaugurato alla fine del 2008, il centro di formazione per la tutela dell’ordine pubblico è la scuola voluta dall’ex capo della polizia, Antonio Manganelli, e rilanciata fortemente dall’attuale, Alessandro Pansa: si sentiva la necessità di una riforma culturale, prima ancora che operativa, dell’attività in piazza. Genova 2001 non sarebbe dovuta più tornare e, poco prima del nuovo G8 a L’Aquila, bisognava individuare le strategie necessarie e, soprattutto, formare il personale. Siamo i primi giornalisti a entrarci. “Eravamo consapevoli degli errori commessi – spiega al Fatto il responsabile del settore stampa del Dipartimento di pubblica sicurezza, Girolamo Lacquaniti – e dovevamo ripartire da quelli per poterli superare. Ai nostri allievi mostriamo ancora le immagini più cruente del G8, e chiediamo loro se sarebbero fieri di mostrarle ai loro figli”. Da qui passano migliaia di uomini: tutti i reparti mobili d’Italia, i funzionari, i ruoli apicali degli ispettori e gli istruttori di tecniche operative. Sono full immersion di due settimane o mini corsi di due giorni. Lezioni teoriche e addestramento ...
Chi porterà in piazza migliaia di persone e chi va a caccia di fantasmi.
Chi sta costruendo giornate di partecipazione e contestazione al modello Expo e chi sta alimentando tensioni e paure.
Rimandiamo al mittente il tentativo in corso di criminalizzare la rete No Expo e i soggetti che ne fanno parte. Abbiamo alle spalle sette anni di lavoro pubblico, ragionato e critico sul grande evento. Abbiamo scritto dossier e articoli, prodotto materiale audio e video, siamo stati al fianco dei cittadini che hanno bloccato opere simbolo della nocività e del malaffare di Expo come la Via d'Acqua, abbiamo manifestato più volte nel centro di questa città senza cavalcare tensione e paure alimentate da altri. Rispediamo al mittente anche la violenza praticata al punto di creare prove ed eventi falsi, solo per alimentare miti inesistenti.
Ricordate la chiusura della Statale tre giorni per paura dei No Expo?
Ricordate gli allarmi a mezzo stampa prima di ogni corteo cittadino No Expo?
Ricordate poi come sono andate a finire queste storie? Con la partecipazione di migliaia di persone e nessun titolo il giorno dopo, perché la profezia sulla calata dei barbari non si era avverata.
Oggi succede la stessa cosa. Si attaccano gli avvocati vicini alle realtà che fanno parte della rete No Expo, si sgomberano appartamenti e spazi alla ricerca di "black block”, bombe carta e ordigni impropri" senza poi trovare nulla se non i corpi di chi ogni giorno sta dalla parte di chi lotta per la casa. Qualche giornalista con problemi di spazio arriva persino a mettere insieme nello stesso pezzo danneggiamenti a sedi di partiti e associazioni neofasciste avvenuti la scorsa notte e la manifestazione del primo maggio.
"Non ci sono zone rosse o aree interdette" diceva in una intervista il Prefetto di Milano il 24 aprile.
Ora forse qualcuno in qualche ufficio ha deciso che le cose devono andare diversamente e che, in assenza di tensione, essa vada creata.
Noi siamo dalla parte della partecipazione e delle lotte, liberi di criticare e opporci al modello Expo.
Stasera saremo al fianco degli abitanti e dei compagni e delle compagne del Giambellino, nel corteo di risposta agli sgomberi di stamattina partecipando al corteo alle ore 19 in Piazza Tirana
Il primo maggio sarà MayDay NoExpo
Il 30 aprile un grande corteo studentesco nazionale
Il 2 maggio una pedalata critica contro il mega-evento ed un pranzo popolare di protesta davanti Eataly
Il 3 maggio assemblea plenaria per lanciare i 6 mesi di #alterexpo
Senza paura, con migliaia di persone al nostro fianco
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