Oggi si sciopera a Torino nel gruppo Stellantis, in un quadro di uno sciopero generale indetto dai sindacati Confederali a cui chiamano a partecipare istituzioni, para istituzioni ecc, ecc.
Lo sciopero è giusto. Tavares, il gruppo Stellantis, il governo Meloni in alleanza/contesa con la Stellantis, a Mirafiori stanno licenziando, travestendo questi esuberi sotto la veste di dimissioni volontarie.
Ma la prima questione è: perché si sciopera solo a Torino? Perché invece in tutti gli altri stabilimenti della Stellantis non succede niente? Ma veramente qualcuno pensa che la questione Stellantis, la questione della crisi mondiale dell'acciaio, la questione della contesa tra i grandi gruppi dell'auto, si possa risolvere stabilimento per stabilimento, con l’aiuto delle cosiddette Istituzioni cittadine?
Questa strada non produce nulla. E' un movimento come mosche in un bicchiere d'acqua. I padroni vanno avanti come un carro armato. Tavares impone le sue leggi: niente cinesi in Italia! Le sue leggi sono soldi per incentivi all'auto per sostenere le trasformazioni verso l'elettrico, soldi dello Stato per i profitti dei padroni. Dopodiché ci sono la ripartizione per stabilimenti, l'osso mandato ai cani affinché se lo disputino organizzazioni sindacali complici e di conseguenza operai.
Noi siamo per l'autonomia operaia, per l'unità di tutti gli stabilimenti, per una guerra prolungata contro padroni e governo. E siamo per l'unità della classe operaia dell'auto, dagli Stati Uniti alla Cina, passando dallo snodo fondamentale dell'unità delle fabbriche in Europa, come dalla costruzione di legami col Brasile, con il Nord Africa, dove Tavares dice che ci sono condizioni favorevoli e i nuovi modelli li facciamo qui e non in Italia e non in Polonia: una strada che produce e rafforza padroni, governo, Stato e sistema e indebolisce, divide gli operai e li vende alla mercé del padrone.
Oggi a Mirafiori e a Melfi, al Nord come a Sud cerchiamo di portare tra gli operai questo messaggio per costruire l'alternativa intorno, innanzitutto, all'autonomia operaia.
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