di Nicolò Fagone La Zita
La relazione annuale sul Lorusso e Cutugno: 1.429 detenuti (la capienza è di 1.029) e cinque suicidi nel 2023
L’ultimo caso appena 5 giorni fa, quando una ragazza ha cercato di suicidarsi nella sua cella, all’interno della casa circondariale Lorusso e Cutugno. E non si è trattato della prima volta. La 23enne soffre di disturbi psichici, e altre persone detenute hanno raccontato ai propri familiari che avrebbe subito maltrattamenti dagli agenti penitenziari. Saranno le indagini a far luce sul caso, che allo stesso tempo offre comunque uno spaccato fedele sul contesto di disagio e sofferenza che si respira nel carcere torinese (e non solo).
La conferma arriva direttamente dalla relazione annuale, che analizza la situazione delle persone private della loro libertà personale al Lorusso e Cutugno e all’istituto penale per minorenni Ferrante Aporti. A Torino nel 2023 si sono registrati 5 suicidi (69 in tutta Italia), l’ultimo il 24 marzo, e quasi 60 carcerati hanno compiuto gesti «anticonservativi».
E nel frattempo il numero delle persone detenute continua a salire, mentre parallelamente
peggiorano le condizioni di vivibilità a causa dei tassi di affollamento. Nel carcere torinese al 31 marzo 2024 si contano 1.429 detenuti, a dispetto di una capienza di 1.095 posti. Per tutto il 2023 il numero dei detenuti non è mai sceso sotto i 1.400 e ha toccato anche quota 1.483, mentre gli ingressi sono stati 2766, ovvero 100 in più del 2022. E così almeno 588 persone vivono in condizioni che la Corte europea dei diritti dell’Uomo definisce «inumane e degradanti».«Numeri così elevati comportano una contrazione dello spazio a disposizione dell’intera comunità penitenziaria — ha affermato durante la presentazione del report Monica Gallo, garante dei diritti delle persone private della libertà di Torino — una riduzione del tempo che gli operatori possono dedicare alle persone detenute, una frammentazione delle proposte trattamenti, maggiori difficoltà per l’accesso alle cure mediche e un aumento della conflittualità interna».
In quanto ai costi, invece: «Spendiamo 16 mila euro al giorno tra acqua, teleriscaldamento ed energia — aggiunge Gallo — e questo soprattutto per le ingenti e persistenti perdite d’acqua che sono causa del degrado e della fatiscenza dei locali doccia per i detenuti». E gli eventi critici si sprecano. Durante l’anno passato si sono registrati 135 atti di aggressione, 1.857 infrazioni disciplinari e 270 manifestazioni di protesta, tra scioperi della fame e rifiuti della terapia sanitaria. Nel report, curiosamente, sono elencati tutti i dati dei detenuti, ma mancano all’appello gli atti di contenimento e gli isolamenti disciplinari.
Al Ferrante Aporti invece ci sono 47 detenuti (dicembre 2023), e ben 35 di questi sono minori tra i 14 e i 18 anni. L’anno scorso si sono registrati 161 ingressi, di cui 48 italiani. Nel Rapporto, inoltre, è contenuto un capitolo dedicato ai giovani: «Il loro malessere è sempre più diffuso — conclude Gallo — anche fuori dal carcere. Nel 2022 i ragazzi sottoposti a tso sono stati 60, a fronte dei 34 nel 2021, con un incremento pari al 76%. In media, a ogni turno in pronto soccorso, almeno 4 adolescenti arrivano dopo un tentativo di suicidio che necessita il ricovero ospedaliero».
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