Tensione alle stelle alla
Raffineria di Milazzo. E’ sciopero ad oltranza
21
Maggio 2020
Sarà sciopero ad oltranza alla Raffineria di Milazzo fino a quando
l’azienda non riattiverà i badge e farà rientrare tutto il personale
dell’indotto che rimane da settimane a casa, in cassa integrazione. Gli animi
si sono surriscaldati dopo che i vertici locali Ram hanno comunicato di non
prendere parte ad una riunione con le parti sindacali prevista oggi, alla luce
di un precedente incontro caldo organizzato dai sindaci di Milazzo e San
Filippo del Mela a Palazzo D’Amico. Davanti ai cancelli dell’azienda di via Mangiavacca
dalle 6,30 di stamattina centinaia di operai nonostante la pioggia battente.
Presidiati anche il varco 27 e il varco 8. A convocare lo stato di agitazione
tutti i sindacati confederali, di
categoria e il coordinamento dell’indotto. I serbatoi a causa della crisi del petrolio durante la fase calda della pandemia rimangono pieni e l’attività va a rilento.
categoria e il coordinamento dell’indotto. I serbatoi a causa della crisi del petrolio durante la fase calda della pandemia rimangono pieni e l’attività va a rilento.
Si sono astenuti dal lavoro non solo gli operai dell’indotto ma anche i
diretti. «Saranno garantite solo le emergenze», avvertono i sindacati.
Il problema è il rientro degli operai che lavorano per le ditte
dell’indotto ufficialmente a casa per l’emergenza coronavirus. Gli operai
chiedono di ritornare al lavoro, molti sono stremati poiché non hanno ancora
percepito nemmeno la cassa integrazione che le aziende non hanno anticipato. La
Ram ha disattivato tutti i badge. Ci sono aziende costretti a chiedere
straordinario al personale in servizio per garantire il minimo di assistenza
agli impianti non potendo fare entrare altri operai a supporto. nei casi
estremi, addirittura, ci sarebbero anche titolari di ditte privi di badge che
non possono nemmeno vigilare sull’operato dei propri dipendenti. «A rimanere
fuori sono gli operai che garantiscono da sempre la normale amministrazione,
non personale extra», precisano le sigle che temono a questo punto pure per la
sicurezza di tutta la raffineria.
Il caso Milazzo è scoppiato in mano al nuovo management che, al contrario
dei predecessori, forse non ha ancora assorbito le dinamiche di un’azienda
complessa come la Raffineria di Milazzo. Impianto che rispetto agli altri del
gruppo Eni – l’altro socio paritario è Kuwait Petroleum attualmente meno
presente nelle gestioni operative – ha (o dovrebbe avere) una gestione autonoma
in quanto società con sede legale a Milazzo. Da indiscrezioni sembra che la
patata bollente sia stata presa in carico direttamente gli amministratori
delegati che dovrebbero arrivare a Milazzo a breve.
... tratto da
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