Arresti domiciliari per il procuratore Capristo: depistaggio sull'inchiesta Eni e tangenti
LO
SLAI COBAS SC E QUESTO BLOG (tarantocontro) AVEVA IN PIU' OCCASIONI DENUNCIATO IL
COMPORTAMENTO MOLTO AMBIGUO DEL PROC. CAPRISTO IN PARTICOLARE NEI
CONFRONTI DELL'EX ILVA - Ma di questo avremo modo di parlare dopo...
Su ordine della procura di Potenza il procuratore di Taranto Carlo Maria Capristo è agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. L’inchiesta nasce da un fascicolo della procura di Trani, aperto quando Capristo era già stato trasferito a Taranto.
La vicenda riguarda pressioni che Capristo avrebbe esercitato su un
magistrato di Trani poco dopo il suo trasferimento a Taranto. Il
fascicolo di indagine sarebbe stato aperto dalla stessa procura di Trani
e poi trasferito a Potenza.
Si aggiunge per Capristo è una nuova vicenda giudiziaria da
affrontare dopo quella di abuso d’ufficio mossa dai magistrati di
Messina nell’inchiesta sul “sistema Siracusa“, una presunta
organizzazione secondo l’accusa in grado di pilotare decisioni del
Consiglio di Stato, ma anche di aggiustare le richieste provenienti da
magistrati e politici. Anche i fatti siciliani che coinvolgono il capo
degli inquirenti tarantini, riguardano il periodo in cui Capristo era
procuratore di Trani.
La vicenda è quella del presunto depistaggio sull’inchiesta Eni e
sulle tangenti versate dal colosso petrolifero in Nigeria. Per i giudici
di Messina, Capristo avrebbe inviato l’esposto anonimo non ai colleghi
di Milano, competenti su quella vicenda, ma a Siracusa dove l’allora
pubblico ministero Giancarlo Longo, (che ha patteggiato una condanna per
corruzione e associazione a delinquere), aveva messo in piedi
un’indagine con lo scopo di intralciare l’inchiesta lombarda in cui è
coinvolto anche Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni.
il provvedimento scattato oggi è stato eseguito a carico di un
ispettore della polizia in servizio nella Procura tarantina e di tre
imprenditori della provincia di Bari.
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