Ma in realtà significa maggiore apertura alle multinazionali.
E i padroni italiani si preparano.
Lo sviluppo raccontato dalla stampa borghese e, invece, la realtà che c'è dietro, come denuncia Arundhati Roy
Hanno fretta le borghesie, quella imperialista italiana e quella indiana, nel far ripartire i loro profitti e i rapporti commerciali, secondo la logica mistificante tutta borghese che se non riparte l'economia (leggi i profitti dei padroni capitalisti) i lavoratori e le masse moriranno di fame, quando proprio quella "crescita economica", che oggi il governo fascio-hindi di Modi intende potenziare con un piano di stimolo economico da 266 miliardi di dollari dal titolo “Self-Reliant India”, ha portato alla fame e all'annientamento delle masse indiane. Il “Self-Reliant India” mira a rendere l'India "autosufficiente" e ad aprire le porte anche ai padroni che intendono mollare la Cina post-Covid.
“Solo se c’è vita ci sarà sostentamento”, aveva detto Narendra Modi nel suo messaggio alla nazione all’inizio del “Janata curfew”, il coprifuoco del popolo, la totale chiusura dell’India. Iniziava il masala lockdown". Così iniziava un report pubblicato nel sito dell'ISPI. Ora anche il tifone Amphan che si è abbattuto sulle coste nord orientali dell'India sta mietendo altre vittime oltre quelle del coronavirus e ha danneggiato centinaia di migliaia di ettari di coltivazioni a riso.
La pandemia, ha detto Arundhati Roy nell'intervista al manifesto del 16.05, "sembra aver avuto
l’effetto di accelerare il collasso anche nel corpo sociale. Tutte le malattie già da prima latenti, sono esplose. Con l’unica consolazione che adesso, questo mosaico emergenziale è sotto gli occhi di tutti: chi ha avuto il privilegio del lockdown tra le mura domestiche, non ha potuto fare a meno di vedere la magnitudine di un disastro che prima gli viveva sì accanto, ma era dato per scontato, situazione interstiziale, funzionale alla crescita". Questo "disastro", che è il modello di produzione capitalistico, per le masse e i lavoratori indiani si è tradotto in un esodo verso i propri luoghi di origine di centinaia di milioni di lavoratori già poveri che il coronavirus ha privato del tutto del reddito, così come in genocidio, in progrom antimusulmani, in arresti e denunce verso intellettuali, studenti, attivisti, giornalisti, la repressione nei confronti del movimento rivoluzionario maoista che ha guadagnato forza e terreno: di tutto questo è responsabile il governo del fascio-hindu Narendra Modi.
Una realtà però occultata dal report di oggi de ilsole24ore: "L'India nel 2022 assumerà per la prima volta la presidenza del G20 dopo l'Italia.
Il governo Conte ha anche confermato il grande interesse delle rispettive business communities per intensificare le relazioni economiche e commerciali. Conte ha confermato che l'India resta per l'Italia uno dei Paesi prioritari nei programmi di internazionalizzazione.
L'emergenza sanitaria ha rivoluzionato tutto il programma di missioni che Governo e il sistema delle imprese italiane (Confindustria, Ice, Sace, Simest, Cdp) avevano pianificato per l'India quest'anno.
L'Italia si è già aggiudicata l'anno scorso due appalti per 500milioni di investimento. C'è molto interesse da parte di Fs, Saipem, Mermec e Italfer per il programma di parziale alta velocità e ammodernamento della rete ferroviaria indiana. Leonardo è attiva nel Paese e non solo per le tecnologie e forniture militari ma anche per quelle civili.
Sul fronte delle imprese italiane che hanno stabilimenti in India (Ferrero, Fiat, Enel, Piaggio). Molti impianti sono stati costretti dal lockdown a ridurre o ad interrompere completamente le attività produttive e si prevedono perdite consistenti. Molte ditte italiane si stanno infatti rivolgendo al fiorente mercato dell'e-commerce.
Nel 2019 l'interscambio tra Italia e India è stato pari a 9,1 miliardi di euro con un export di 4 miliardi di euro (+1% rispetto all'anno precedente) e import pari a 5,1 miliardi di euro (-6,9%). La tendenza del periodo 2016-2019 è al rialzo con l'export cresciuto complessivamente del 22,2%. Tra i settori nei quali l'Italia ha esportato di più nel 2019 vi è al primo posto quello dei macchinari meccanici ed elettrici che rappresentano il 45,10% dell'export verso l'India. A seguire prodotti chimici (5.79%) mentre più bassi in classifica restano i comparti dell'agroalimentare (3.43%) e dell'arredamento (1.84%) che tuttavia negli ultimi anni hanno esibito tassi di crescita a doppia cifra. I settori con maggiori opportunità` per le aziende italiane restano i macchinari, prodotti farmaceutici, dispositivi e attrezzature medicali".
Modi ha proposto di offrire sul mercato internazionale quasi mezzo milione di ettari di terre con facilitazioni per l’acquisto di aziende straniere che vogliano delocalizzare sul territorio indiano".
Arundhati Roy ci riporta alla realtà delle masse: "Il lockdown ha non solo provocato il blocco di molte attività economiche, ma chissà per quanto tempo distanziato dai luoghi di lavoro una colossale manovalanza a bassissimi costi, che sarà difficile recuperare e che al tempo stesso alimenterà la più disperante disoccupazione ovunque: se già prima del lockdown la situazione era drammatica, con il tasso peggiore in 40 anni, figuriamoci ora, con un intero sub-continente in sofferenza, gli stati più poveri che prima vivevano di rimesse dalle città, che si trovano con un’eccedenza di bocche da sfamare. Lo spettro per tutti è già quello della fame, pensando ai campi in abbandono, e in questo che sarebbe tempo di raccolti".
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