mercoledì 27 marzo 2019

pc 27 marzo - CONTRO IL CAPITALISMO SISTEMA DI PRODUZIONE DI MORTE: ORGANIZZARSI, DIFENDERSI ED AVANZARE

Un contributo al dibattito

 Quattro lavoratori muoiono in media ogni giorno sul lavoro. A questi si aggiungono i morti delle decine di migliaia di malattie professionali che si cumulano anno dopo anno e che per definizione comportano una riduzione dell’aspettativa di  vita.  Tutto il sistema capitalistico è intessuto di morte, la valorizzazione del capitale è un lento esaurimento delle energie vitali del lavoratore, è un assassinio che si consuma giorno dopo giorno.

La necessità per la borghesia (intesa in senso lato) di difendere e salvaguardare questo sistema si traduce nella fase morente del capitalismo (imperialismo) in un sistema generalizzato di corporativismo reazionario e repressivo, in un quadro di devastazione culturale ed intellettuale, di abbruttimento morale, di aggressione imperialista e guerrafondaia.

In Italia tutto è aggravato, nell’attuale fase di crisi e di decomposizione del sistema capitalistico, dalle caratteristiche economiche e politiche ereditate dal tipo di sviluppo tardivo del capitalismo ai danni della classe operaia e delle masse popolari contadine del centro, del meridione e delle isole,
dall’essersi costituito (all’opposto dei principali paesi capitalistici occidentali) sulla base della leva del capitale monopolistico di stato, dal carattere -insieme prepotente e marginale- del suo imperialismo, dalla dipendenza endemica dalle principali potenze imperialiste, dall’assenza di una vera fase storico-politica di tipo liberale classico (democrazia borghese), dalle soluzioni reazionarie date alle crisi politiche rivoluzionarie e sociali come il biennio rosso e la resistenza, ed in parte gli stessi anni 60 e 70 ecc.

I lavoratori salariati e le masse popolari italiane devono diventare protagoniste della necessario riscossa politica, sociale ed ideologica. Devono iniziare a difendersi ed a rispondere alla guerra a cui sono sottoposti. Devono uscire dalla frammentazione. Devono spezzare la cappa del sindacalismo confederale e sottrarsi agli imbrogli dei sindacati firmatari dell’accordo fascio-corporativo del 10 gennaio 2014, e devono sottrarsi alla dipendenza ed alla manipolazione dei partiti fascisti e reazionario-populisti (a partire dal M5S) e dei liberali social-fascisti del PD. .  Devono combattere il razzismo, il sessismo e  l’abbruttimento culturale e morale. Devono percorrere la via di una riforma intellettuale e morale e trovare la strada della coscienza di classe.

I lavoratori e le masse popolari italiane non possono farsi carico da soli, in quanto tali, di questo grande compito storico. Chiunque si richiami alla democrazia, al progresso, al comunismo ed alla rivoluzione deve lavorare per spezzare l’isolamento e l’oppressione economica, politica, morale e culturale, in cui si trovano, sotto il fuoco nemico, decine e decine di milioni di operai, di proletari, di lavoratori degli strati meno privilegiati della scuola, della sanità e del pubblico impiego, di giovani precari, di piccoli intellettuali, di micro-imprenditori massacrati dalle tasse del terziario e dell’agricoltura.

E’ però indispensabile comprendere che il principale nemico è nel proprio paese e questo nemico è la borghesia che in Italia, paese piccolo-borghese ed imperialista marginale, ammonta a circa il 20% della popolazione. Oggi questo 20% si contrappone agli operai ed alle masse popolari riuscendo a portarsi dietro, soprattutto, milioni di piccolo-borghesi.

Il primo compito strategico è quello di fratturare quella muraglia estremamente articolata e flessibile che si interpone tra il Potere politico Statale al servizio dei padroni e le masse popolari,  e che è rappresentata dalla “società civile reazionaria”.   Più precisamente si tratta di scindere la “società civile reazionaria” dalla classe operaia e dalle masse popolari destrutturando tutte le organizzazioni e le pratiche politiche ed ideologiche corporative che riproducono  e diffondono corruzione, manipolazione e frammentazione  impedendo  che i lavoratori salariati trovino la strada dell’organizzazione e della lotta in funzione dell’inizio della costruzione di un nuovo Stato democratico, realmente proletario e popolare, l’unico in grado di imporre, sulla strada della costruzione del socialismo, una fuori-uscita dall’attuale crisi, dal fascismo e dal social-fascismo, dall’Europa e dalla Nato. 

Questi compiti e queste necessità richiedono:

l’unificazione di tutti gli intellettuali-militanti, in particolare quelli provenienti dal proletariato, in un partito comunista di nuovo tipo, 

un movimento di centri ed organismi culturali  (dai centri studio alle università ed alle scuole popolari ,  ai gruppi teatrali,  al “mutuo aiuto e sostegno psicologico” ecc.),  per la promozione di una “riforma intellettuale e culturale di massa” che 
1) contribuisca a tracciare una linea di demarcazione rispetto ceti politici ed intellettuali della cosiddetta “sinistra radicale”, del sindacalismo economicista, del movimentismo opportunista e di gran parte dei gruppi dell’estrema sinistra, 
2) combatta per lo sviluppo della coscienza di classe nel proletariato e nelle masse popolari contrastando in modo sistematico l’influenza della cultura reazionaria e l’abbruttimento morale,

la costruzione di organismi sindacali di classe in funzione del potere operaio sui posti di lavoro,

la costruzione di organismi sociali, ricreativi, culturali ecc., di massa in funzione di una nuova “società civile” nella società  opposta ed antagonistica a quella dominante,

la costruzione di elementi di “società politica” (potere politico)  al fine di affermare praticamente, di volta in volta nella misura e nelle forme più utili alla generazione di un processo espansivo,  “l’esercizio della democrazia” e del “diritto alla decisione”,

la costruzione conseguente, sotto la guida del partito comunista di un nuovo tipo, di un “blocco d’acciaio” , ossia di un “blocco politico, ideologico e sociale popolare ad egemonia proletaria”  capace di costituirsi come contenuto del nuovo Stato in formazione e di operare conseguentemente,  con grande flessibilità,  dentro un’adeguata e precisa dialettica tra sviluppo del consenso e dell’autorità morale da un lato, ed iniziativa rivoluzionaria dall’altro, al fine di catastrofizzare, con una rivoluzione di lunga durata, il sistema economico, politico ed ideologico dominante ed il suo potere politico statale.

Slai cobas (per la coscienza di classe), Trento

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