Cara-Mineo, sistema di scambio fra assunzioni e voti
L'inchiesta Mafia capitale che vede al centro anche
la gestione del cara di Mineo in Sicilia. Con i magistrati parla Salvatore Buzzi e tira in
ballo nomi eccellenti: Castiglione, Alfano e Lupi. Dichiarazioni tutte da
verificare ma che raccontano di un sistema di scambio tra assunzioni e voti.
07 agosto 2015
www.rainews.it/
Il re delle cooperative,
interrogato dai pm, tira in ballo anche Alfano e Lupi sul business dei centri
d’accoglienza. “Il sottosegretario alle Politiche Agricole ha fatto 400
assunzioni a Mineo”. Nei verbali mazzette finanziamenti e favori.
Era stato chiaro, chiarissimo,
Salvatore Buzzi, dinanzi ai giudici che avevano ordinato “Mafia capitale”. La
sua frase «sul Cara di Mineo casca il governo» si comprende meglio solo adesso,
leggendo le oltre 300 pagine dei verbali degli interrogatori pubblicati oggi da
tutti quotidiani nazionali.
Se per un attimo proviamo a
distogliere lo sguardo da Roma, abbiamo
la visione di un progetto più ampio e
ambizioso. Per Massimo Carminati, e chi lo rappresentava a pieno titolo con la
sua “faccia pulita”, Salvatore Buzzi, il Mondo di Mezzo non finiva al Grande
raccordo anulare della capitale. Puntavano a prendersi il centro di accoglienza
più grande d’Europa, quello di Mineo.
Hanno fatto di più: sono scesi in
Calabria a fare patti con il clan Mancuso, si sono spostati a Londra per
investire in società immobiliari, sono accusati di aver portato capitali in
Svizzera, in Liechtenstein, a San Marino dove c’è una finanziaria, la Fidens
Project Finance, indagata nel procedimento. Si sono comprati sindaci e appalti nella
cintura dei comuni attorno a Roma e poi hanno preso l’autostrada per il sud.
Mafia Capitale, dunque, non era solo capitale. Era qualcosa che non aveva
confini.
È lo stesso Buzzi a raccontare e
chiarire il senso di quella frase in uno dei cinque interrogatori resi tra
giugno e luglio al pm Paolo Ielo e al procuratore aggiunto Michele Prestipino
ai quali ha svelato il diffuso «sistema» della corruzione della politica in
cambio di appalti e favori
L’interrogatorio, partito dagli appalti del Comune di Roma, a
un certo punto vira deciso alla gara di Mineo, per la quale è indagato il
sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe Castiglione. Anche di lui
parla Buzzi. Molte delle cose che il re
delle cooperative racconta su Mineo, sostiene di averle sapute da Luca
Odevaine. E racconta del “famoso pranzo” con la sedia vuota della quale
Castiglione avrebbe detto che era per “quello che deve vincere la gara”. Una
sedia che poi, racconta, sarebbe stata occupata.
Parla a ruota libera l’ex socio
di Carminati, presidente della cooperativa “29 Giugno”. Parla del PD romano,
dei finanziamenti e delle mazzette e soprattutto si sofferma sul sistema messo
in atto a Mineo.
E’ a conoscenza di molti
particolari, Buzzi, che gli sono stati riferiti da Luca Odevaine e da Francesco
Ferrara, vice presidente della cooperativa “La Cascina” .
Buzzi racconta di Odevaine, che
prendeva 10mila euro al mese dalla cooperativa “La Cascina” che gestisce il
Cara perché gli faceva vincere le gare e dei 100mila euro che gli doveva dare
la coop bianca, in ritardo a suo dire di dieci mesi nei pagamenti. Parla dei
rapporti di Ferrara con Maurizio Lupi e Castiglione, “al quale finanziavano le
campagne elettorali, perché lui il ministro è vicino a Comunione e Liberazione
quindi aveva messo in contatto…”. Il re delle cooperative aggiunge che Lupi li
aveva messi in contatto con Pizzarotti, il proprietario del residence
individuato dal governo per ospitare alcune migliaia di migranti.
caradimineo3Ma Buzzi va oltre.
Parla dell’assegnazione dell’appalto per la gestione del Cara che era nelle
mani del sottosegretario del Ncd Giuseppe Castiglione, all’epoca dei fatti
presidente della Provincia di Catania quale soggetto attuatore.
“Poi c’avevano un rapporto
diretto addirittura con il ministro Alfano”, continua Buzzi. Il pm gli chiede
di essere più chiaro. “Significa – riprende Buzzi – che lo conosceva, c’aveva
rapporti diretti con Alfano, avevano creato un sistema giù in Sicilia, intorno
a Mineo, che è un sistema perfetto perché la gara che consegna ad Odevaine
consente di distribuì i soldi a pioggia sul territorio. Nel senso che i comuni
venivano premiati con circa due, tre milioni di euro, non lo so, però è tutto
in chiaro, da lì…. Centro di accoglienza di quelle dimensioni in un territorio
così piccolo”.
I pm insistono sul ruolo di Lupi:
“Lupi li mette in contatto con Pizzarotti, loro se c’avevano problemi potevano
rivolgersi addirittura al ministro, il presidente de “La Cascina” conosceva il
ministro, ‘quindi a noi che ce frega’ ”.
Ai magistrati interessa il ruolo
del ministro Alfano e quello dell’ex ministro Lupi e vogliono sapere se per
questa gara sono arrivati per loro benefici economici. Ma Buzzi frena:
«Assolutamente no».
Al sottosegretario Castiglione,
invece, Buzzi attribuisce un “ruolo di mediatore politico”: “Mette insieme nove
comuni, destina 400 assunzioni a 9 comuni, lì so 400 persone che lavorano”.
Al pm che chiede a Buzzi come
avvenivano le assunzioni, Buzzi stesso risponde: “Tutti i sindaci ci avevano
segnalato parenti e amici”. Su questo fronte, il fronte “parentopoli”, va
ricordato che la Procura di Caltagirone ha già aperto un’inchiesta, con sei
indagati accusati di istigazione alla corruzione e corruzione in atti
d’ufficio, tra questi, oltre a Castiglione, l’ex sindaco del comune in provincia
di Catania Giuseppe Mario Mirata, l’attuale primo cittadino Anna Aloisi e l’ex
presidente del consorzio Sol Calatino, Paolo Ragusa. Insieme a loro sono
indagati altri due amministratori comunali nella città che ospita il Cara: il
consigliere e assessore comunale Luana Mandrà e l’ex assessore comunale
Maurizio Gulizia. Inchiesta che il procuratore Giuseppe Verzera dice di essere
a buon punto e alla luce degli ultimi fatti appare scontata l’acquisizione dei
verbali con l’interrogatorio di Salvatore Buzzi.
Alla fine si torna a quella frase
sconvolgente, “sul Cara di Mineo casca il governo”. Il procuratore aggiunto
Prestipino chiede a Buzzi di chiarire. E lui di rimando: “Bè, il fatto che il
ministro Lupi mette in contatto “La Casci\na” con Pizzarotti, che Castiglione è
coinvolto così pesantemente nella cosa qualche fibrillazione…. Poi è una frase
ad effetto, io ne dico tante, quindi… È una questione politica…”.
Allora Lupi prendeva soldi dalla
Cascina per metterla in contatto con Pizzarotti, incalza il pm? “Questo me lo
dice Odevaine che il gruppo La Cascina finanziava, mo saranno stati in chiaro,
Comunione e Liberazione e Ncd che erano organici all’Ncd”.
La vicenda appare sempre più
complicata. C’è di tutto: Le assunzioni di parenti e amici, le tangenti per
ottenere gli appalti, i finanziamenti delle campagne elettorali.
Accuse alla politica che già
hanno scatenato smentite e querele e riacceso le polemiche sulle infiltrazioni
criminali. Salvatore Buzzi conosce i mille intrecci della politica e quando
parla ha chiari ruoli, nomi e posizioni. Insomma, per usare una sua metafora,
sa bene “come mungere la mucca”. E a Mineo la “mucca” daveva dare tanto latte.
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