In alcune interviste rilasciate nei giorni scorsi la Camusso per rispondere all'attacco di Renzi ai sindacati: 'più tessere e che idee...', sciorina una serie di dichiarazioni che da un lato sono di fatto di sostegno al governo per il nuovo attacco in preparazione al diritto di sciopero, rivendicando la primogenitura delle leggi antisciopero, dall'altro chiedono al governo, per la legge sulla rappresentanza sindacale, l'attuazione del patto fascista fatto lo scorso anno con la Confindustria, affinchè il governo non riconosca e cancelli gli organismi sindacali di base, autorganizzati dei lavoratori.
Quindi una posizione quella della Cgil che fa il paio con l'attacco ai lavoratori e alle loro lotte di Renzi, vero scopo dei suoi interventi di questi giorni.
Riportiamo sotto alcune di queste dichiarazioni della Camusso. Di fronte a queste posizioni, i lavoratori hanno il problema: Contro chi dobbiamo lottare per prima?
Quindi una posizione quella della Cgil che fa il paio con l'attacco ai lavoratori e alle loro lotte di Renzi, vero scopo dei suoi interventi di questi giorni.
Riportiamo sotto alcune di queste dichiarazioni della Camusso. Di fronte a queste posizioni, i lavoratori hanno il problema: Contro chi dobbiamo lottare per prima?
SUGLI SCIOPERI. In un'intervista al 'Quotidiano Nazionale' il segretario
generale della Cgil afferma: "sbagliati quegli scioperi, no a proteste
tipo Pompei e Alitalia... Fummo tra i soggetti che
anticiparono la legge 146 del 1990 con l'autoregolamentazione del
diritto di scioperi nei servizi essenziali..."
E continua contro i lavoratori di Pompei: "...non si usano né gli scioperi né le assemblee come arma che
danneggia importanti beni culturali del Paese. La Cgil non avrebbe e non
ha indetto quell'assemblea a Pompei il 24 luglio... Diciamo che serve un'etica della
mobilitazione. Che qui è mancata.... E
veniamo ad Alitalia. Quando fu fatto il 'salvataggio' di Alitalia
firmammo il contratto del trasporto aereo e quel contratto è il
contratto di tutti i lavoratori, piloti inclusi".
SULLA RAPPRESENTANZA. Che cosa si dovrebbe fare per evitare altri casi Pompei o Alitalia? - chiede un giornalista: «La prima cosa è misurare la rappresentanza e poi applicarla. Quando abbiamo fatto l'accordo con Confindustria abbiamo definito un sistema di relazioni che prevede il voto dei lavoratori per l'esigibilità degli accordi... Stimando la rappresentanza si può collegarla all'organizzazione degli scioperi. Si pretenda la certificazione della rappresentanza da chi li organizza».
“Per la rappresentanza basta tradurre in legge l’accordo con la Confindustria, però poi Renzi sarebbe costretto a trattare con noi”. «Con una legge sulla rappresentanza si stabilirebbe chi ha titolo ad approvare i contratti approvati dai lavoratori».
SUI SINDACATI DI BASE: «È il governo che incoraggia i sindacatini ».«Il governo dovrebbe evitare di incoraggiarli incentivando il corporativismo ».
SULL'ATTACCO DI RENZI poi dice: "...Si monta il polverone come l'anno scorso sull'articolo 18. Adesso ci riprova con la regolamentazione del diritto di sciopero...".
Ma purtroppo non si è trattato e non si tratta di un "polverone": l'attacco all'art. 18 è passato eccome e ora l'attacco al diritto di sciopero rischia di passare - visto anche gli alleati che il governo trova nei sindacati confederali
SULLA RAPPRESENTANZA. Che cosa si dovrebbe fare per evitare altri casi Pompei o Alitalia? - chiede un giornalista: «La prima cosa è misurare la rappresentanza e poi applicarla. Quando abbiamo fatto l'accordo con Confindustria abbiamo definito un sistema di relazioni che prevede il voto dei lavoratori per l'esigibilità degli accordi... Stimando la rappresentanza si può collegarla all'organizzazione degli scioperi. Si pretenda la certificazione della rappresentanza da chi li organizza».
“Per la rappresentanza basta tradurre in legge l’accordo con la Confindustria, però poi Renzi sarebbe costretto a trattare con noi”. «Con una legge sulla rappresentanza si stabilirebbe chi ha titolo ad approvare i contratti approvati dai lavoratori».
SUI SINDACATI DI BASE: «È il governo che incoraggia i sindacatini ».«Il governo dovrebbe evitare di incoraggiarli incentivando il corporativismo ».
"È successo?" chiede il giornalista «Certo. Riunione sul decreto per la buona scuola. Appuntamento a Palazzo Chigi. La legge del pubblico impiego dice che partecipano alle trattative i sindacati che rappresentano almeno il 5 per cento dei lavoratori. Al tavolo spuntano sindacati e associazioni ben al di sotto di quella soglia... Cgil, Cisl e Uil rappresentano insieme più di 11
milioni di cittadini italiani e per questo provano a difendere gli
interessi del lavoro. Il premier si comporta come se noi non
esistessimo.
"Non sono gli scioperi dei grandi
sindacati a creare il caos. Ci sono regole e tempi di preavviso e noi
rispettiamo sempre quelle norme».
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