Il Secolo XIX di martedì quattro agosto torna ad occuparsi del caso delle
spese indecenti sostenute dai consiglieri regionali liguri della scorsa
legislatura e vergognosamente scaricate sulle spalle dei cittadini.
Gli indagati sono venticinque, equamente distribuiti tra i vari schieramenti: sia della allora maggioranza di centro(falsa)sinistra, sia dell’opposizione dell’epoca, rappresentata dalla destra radicale.
L’estensore dell’articolo, presente a pagina quattro, è tale E.Ros. (Emanuele Rossi); dopo aver proposto uno specchietto con i nomi dei personaggi attenzionati dalla Magistratura borghese, lo stesso cede la parola al presidente pro tempore della Giunta regionale, Giovanni Toti.
Costui, con notevole sprezzo del ridicolo, dichiara, a proposito dei consiglieri della sua area di riferimento pescati ‘con le mani nella marmellata': “sono già stati assolti dagli elettori”.
I politicanti in questione – non tutti rieletti – sono (si veda l’edizione online di lunedì 3 agosto 2015 dello stesso quotidiano genovese): Luigi Morgillo, Marco Melgrati, e Roberta Gasco, forzitalioti; Raffaella Della Bianca, forzitaliota transitata nel grupo misto; Matteo Rosso, passato dai forzitalioti ai fratellastri italioti; Franco Rocca, Alessio Saso e Gino Garibaldi, del Nuovo Centro Destra; Edoardo Rixi, Francesco Bruzzone, e Maurizio Torterolo, legaioli; Aldo Siri, della Lista Biasotti.
Secondo il primo cittadino ligure, il cui pensiero su questo argomento non si discosta da quello di molti suoi colleghi di tutti gli schieramenti, il giudizio della gente prevale sulla Legge: siccome ha vinto le elezioni, questo assai poco ‘signore’ pretende l’impunità per lui e per tutta la sua cricca.
Il ‘signorino’ dimentica, volutamente, che – fino a dopo le elezioni di fine maggio – gli unici a subire le dovute attrenzioni da parte degli inquirenti sono stati gli esponenti dell’allora Italia dei Valori: tutti gli altri procedimenti sono stati silenziati per non inquinare una campagna elettorale già di per sé abbastanza rovente.
Invece di aprire bocca solo per darle aria, si vergogni, il Toti: e si dimetta seduta stante, vista l’indecente compagnia di cui si è circondato.
Genova, 04 agosto 2015
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
Gli indagati sono venticinque, equamente distribuiti tra i vari schieramenti: sia della allora maggioranza di centro(falsa)sinistra, sia dell’opposizione dell’epoca, rappresentata dalla destra radicale.
L’estensore dell’articolo, presente a pagina quattro, è tale E.Ros. (Emanuele Rossi); dopo aver proposto uno specchietto con i nomi dei personaggi attenzionati dalla Magistratura borghese, lo stesso cede la parola al presidente pro tempore della Giunta regionale, Giovanni Toti.
Costui, con notevole sprezzo del ridicolo, dichiara, a proposito dei consiglieri della sua area di riferimento pescati ‘con le mani nella marmellata': “sono già stati assolti dagli elettori”.
I politicanti in questione – non tutti rieletti – sono (si veda l’edizione online di lunedì 3 agosto 2015 dello stesso quotidiano genovese): Luigi Morgillo, Marco Melgrati, e Roberta Gasco, forzitalioti; Raffaella Della Bianca, forzitaliota transitata nel grupo misto; Matteo Rosso, passato dai forzitalioti ai fratellastri italioti; Franco Rocca, Alessio Saso e Gino Garibaldi, del Nuovo Centro Destra; Edoardo Rixi, Francesco Bruzzone, e Maurizio Torterolo, legaioli; Aldo Siri, della Lista Biasotti.
Secondo il primo cittadino ligure, il cui pensiero su questo argomento non si discosta da quello di molti suoi colleghi di tutti gli schieramenti, il giudizio della gente prevale sulla Legge: siccome ha vinto le elezioni, questo assai poco ‘signore’ pretende l’impunità per lui e per tutta la sua cricca.
Il ‘signorino’ dimentica, volutamente, che – fino a dopo le elezioni di fine maggio – gli unici a subire le dovute attrenzioni da parte degli inquirenti sono stati gli esponenti dell’allora Italia dei Valori: tutti gli altri procedimenti sono stati silenziati per non inquinare una campagna elettorale già di per sé abbastanza rovente.
Invece di aprire bocca solo per darle aria, si vergogni, il Toti: e si dimetta seduta stante, vista l’indecente compagnia di cui si è circondato.
Genova, 04 agosto 2015
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
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