Quando si parla di morti per abusi in divisa le immagini, come le situazioni, divengono sempre più fosche, e la verità spesso fatica ad emergere seppur parzialmente.
A volte però ci sono casi in cui i tentativi di far tacere e di intimorire chi sceglie di rompere la gabbia del silenzio non riescono. Uno di questi è probabilmente il caso relativo alla foto che ha postato sulla propria pagina Facebook Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, una delle tante vittime di polizia che ancora gridano vendetta e giustizia.Questa foto ritrae il contatore dell'acqua della casa in cui trascorre le proprie vacanze l' avvocato Fabio Anselmo pieno di fori causati dagli spari di un arma da fuoco; a giudicare dalla grandezza sembrerebbero dei colpi di pistola. Un probabile atto intimidatorio per una persona non casuale, dato che si tratta proprio dell' avvocato che segue il caso della morte di Stefano Cucchi, così come quello di altre vittime per mano poliziesca.
Un accaduto che riprova, semmai ce ne fosse stato bisogno, quanto é scomoda per certe sfere del potere la legittimità del fare luce sui casi oscuri, dalla malapolitica ai numerosi abusi in divisa, e quanto sia importante restare vicini a chi subisce in plurime forme l'arroganza e la violenza legalizzata.
E' sotto gli occhi di tutti, d'altronde,come certi apparati facciano a loro volta quadrato quando si tratta di insabbiare e assolversi, come nel caso del Sap e degli applausi celebrativi all' impunità degli assassini di Aldrovandi, e di come godano per l'appunto di un trattamento a dir poco speciale; non ultimo,il caso della richiesta di condanna all' agente che sparò e uccise Davide Bifolco, con una versione dei fatti lapalissianamente piena di incongruenze e forzature.
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