Messico. La polizia carica studenti, maestri e genitori dei
desaparecidos, fermi e feriti
(da Contropiano Lunedì, 15 Dicembre
2014 08:54 Andrea Spotti)
Che l’invio di oltre 3500 elementi della polizia federale
nello stato del Guerrero non facesse presagire nulla di buono, lo avevano già
anticipato i genitori e i compagni dei desaparecidos di Ayotzinapa, dicendo che
non sarebbero venuti a cercare i normalisti scomparsi il 26 settembre o a
colpire la delinquenza organizzata ma a reprimere il movimento. La conferma di
questi cattivi presagi è arrivata nella nottata di sabato, quando una trentina
di agenti ha aggredito un gruppo di familiari e di studenti a Chilpancingo, la
capitale dello stato, con un bilancio di 17 feriti, uno dei quali in gravi
condizioni.
Le tensioni sono iniziate attorno alle 4 di mattina nella
piazza “El Caballito”, dove alcuni giovani stavano iniziando a preparare la
logistica per il concerto “Una Luz en la Oscuridad” in programma a partire
dalle 11 del 14 dicembre. Mentre stavano delimitando Avenida Insurgentes con
delle transenne i giovani sono stati aggrediti verbalmente da alcuni agenti in
borghese in evidente stato di ebbrezza.
In seguito, gli stessi elementi sono entrati nel vicino
hotel Real del Sol, dal quale sono usciti in assetto antisommossa e, manganello
in mano, hanno iniziato a caricare e a picchiare i giovani. Nel frattempo,
avvisati dagli studenti aggrediti, sono giunti sul posto altri normalisti,
insieme a genitori dei desaparecidos, docenti del sindacato CETEG (Coordinadora
Estatal de Trabajadores del Educación) e membri del MSG (Movimiento Social
Guerrerense).
Tutti insieme hanno iniziato ad accerchiare l’albergo per
impedire l’uscita di altri poliziotti. A quel punto, l’arrivo di un gruppo di
celerini a sostegno dei colleghi ha determinato altre violente cariche che
hanno disperso i manifestanti, alcuni dei quali sono stati fermati dai
poliziotti.
Verso le 7 normalisti, genitori e attivisti solidali si sono
nuovamente raggruppati nella zona e ci sono state altre aggressioni con lanci
di lacrimogeni. Durante gli scontri, un pick-up bianco ha attraversato
l’avenida investendo e ferendo diverse persone (tre poliziotti e alcuni
giornalisti e uno dei genitori). Una volta fermato, l’autista della camionetta
ha estratto un’arma e, dopo aver minacciato quanti lo stavano accerchiando, si
è dato alla fuga.
Il bilancio dell’operazione poliziesca è di 17 feriti, tra
cui due familiari dei desaparecidos, studenti di Ayotzinapa e maestri della
CETEG. Tra i casi più seri, il fotoreporter dell’emittente antagonista
Regeneración Radio, cui è stato rotto un braccio e pare rischi di perderne la
mobilità, lo studente Ernesto Cruz Flores, con frattura della mandibola, e
Lambertino Cruz, padre di uno degli scomparsi, che ha la testa fratturata. I
normalisti hanno in seguito dichiarato che la Croce Rossa locale ha negato
attenzione medica ai feriti, i quali sono stati portati negli ospedali della
zona.
Verso le 7.30, è iniziata una trattativa con le forze
dell’ordine, le quali hanno riconsegnato ai manifestanti i professori fermati.
Questi, visibilmente feriti, hanno denunciato di essere stati derubati di
scarpe, cellulari e portafogli. La stessa sorte è toccata ai tre autisti degli
autobus Estrella de Oro che avevano accompagnato i normalisti sul luogo, i
quali pure, confusi con i docenti, sono stati aggrediti e derubati.
Al momento la tensione è ancora alta, tuttavia, nonostante
l’aggressione della polizia, i normalisti hanno annunciato che il concerto in
solidarietà con Ayotzinapa si terrà comunque alle 5 del pomeriggio.
Dopo le dichiarazioni del ministro dell’interno Osorio
Chong, che ha sostenuto che non saranno tollerati ulteriori blocchi stradali e
di altro genere nello stato del Guerrero, seguite da quelle del ministro della
Marina Francisco Soberón, secondo il quale i parenti delle vittime sarebbero
manipolate da gruppi di destabilizzatori, l’aggressione odierna è senza dubbio
assai preoccupante e conferma una tendenza denunciata già a partire dai primi
di novembre con le provocazioni all’UNAM e i tentativi di sequestro ai danni di
studenti noti per il loro attivismo. A tutto ciò va aggiunta la recente riforma
degli articoli 11 e 73 della Costituzione, i quali, mettendo in
contrapposizione diritto alla mobilitá degli automobilisti e manifestazioni,
mette seriamente in discussione il diritto alla protesta. Per questo, il
portavoce dei normalisti Omar García ha invitato la società messicana e i
solidali di tutto il mondo a mobilitarsi a favore del movimento e a mantenere
alta l’attenzione sul tentativo del governo di reprimere la protesta.
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