G8, l’ultimo schiaffo. Il ministero scrive ai feriti di Bolzaneto: forse vi paghiamo
Una scena del film “Diaz - Don’t Clean Up This Blood ” sulle violenze a Bolzaneto
Genova - Rosanna Allueva oggi ha 34 anni, vive in Spagna e si è vista recapitare la comunicazione del Ministero cinque giorni fa. Le spiegavano che dei diecimila euro, di cui è in credito con lo Stato italiano dal 2008 per le torture subite nella caserma di Bolzaneto dopo il G8 di Genova, forse gliene arriveranno settemila nei prossimi mesi. Forse.
Ancora più disarmante la lettera incamerata da Morgan Hager, americana, il 16 maggio scorso: «Le comunichiamo che stiamo provvedendo all’accredito delle somme a lei dovute». Mai visto un euro. E via così, senza trascurare l’inquietante documento regalato dal ministero degli Esteri nel novembre 2013.
La Corte europea dei diritti dell’uomo chiedeva a che punto fossero i risarcimenti per chi subì i soprusi di poliziotti e agenti penitenziari nell’improvvisato carcere della Valpolcevera. L’ufficio dell’agente del governo italiano, organismo delegato a rispondere, indicò una ventina di nomi che già a quella data sarebbero stati «in tutto o in parte risarciti». Era falso: con altrettante dichiarazioni giurate, gli stessi presunti beneficiari hanno smentito la circostanza. Non solo. Nel medesimo report si ribadiva che per ciascun ferito erano state comunque avviate le procedure di risarcimento già al 29 novembre 2013: falso, come dimostrano le missive recapitate negli ultimi giorni. E ad oggi, la conferma arriva dai legali Stefano Bigliazzi, Riccardo Passeggi, Laura Tartarini ed Emanuele Tambuscio ai quali si sono affidate numerose parti civili, diverse decine di vittime non hanno ricevuto tutto ciò che spetta da almeno sette anni.
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