Gravissima aggressione la scorsa notte a
Chilpachingo, capitale dello stato messicano del Guerriero, dove
decine di agenti di polizia hanno aggredito e malmenato gli
organizzatori del concerto “Una luz en la oscuridad”,
evento in solidarietà con i 43 normalistas di Ayotzinapa scomparsi
il 26 settembre scorso.
L’attacco della polizia federale si è verificato
intorno alle 5:30 del mattino, quando un gruppo di agenti in borghese
– visibilmente ubriachi, secondo le testimonianze dei presenti –
ha aggredito il comitato studentesco che presidiava il tratto di
viale in cui si sarebbe dovuto tenere il concerto.
I poliziotti, ritiratisi in un albergo vicino, sono
ricomparsi subito dopo in assetto antisommossa e, mentre i professori
della Scuola Normale e i genitori dei desaparecidos tentavano una
mediazione per l’allontanamento degli aggressori, gli agenti hanno
iniziato a caricare violentemente i presenti utilizzando anche i gas
lacrimogeni. Il bilancio finale è stato di almeno 17 feriti, tra cui
due familiari dei normalistas scomparsi, studenti della Normale di
Ayotzinapa e dell'Università Nazionale Autonoma del Messico; diverse
persone sono state portate in ospedale nonostante la croce rossa si
sia rifiutata di curare i feriti, mentre non è ancora chiaro il
numero di fermati da parte della polizia.
Garcia, uno studente presente all’attacco, ha
dichiarato che gli attacchi della polizia "con manganelli e
calci contro coloro che erano a terra sono stati molto duri”, e ha
aggiunto che a diverse persone “sono anche state tolte le
scarpe, i cellulari e i portafogli, mentre alcuni furgoni utilizzati
per il concerto sono stati resi inutilizzabili”.
Tra i feriti, anche Carlos Alberto Ogaz Torres,
corrispondente dell’emittente antagonista Regeneración Radio, al
quale è stato rotto un braccio e che necessità di cure mediche
particolari per non perdere l’utilizzo della mano. La radio, in
un comunicato, denuncia la
“strategia repressiva e intimidatoria contro un movimento in
crescita” e fa appello alla “solidarietà economica” per
trovare fondi da destinare alle cure del compagno ferito, poiché gli
ospedali locali rischiano di non fornirgli le garanzie adatte alla
guarigione.
Nonostante la gravissima aggressione e le continue
minacce della polizia, gli studenti e i genitori hanno poi fatto
sapere che il concerto si sarebbe tenuto ugualmente (alle 11 di
questa sera), e più di 60 artisti hanno deciso di rimanere nella
scuola Normale Rural Isidro Burgos per dimostrare la propria
solidarietà e vicinanza ai 43 di Ayotzinapa.
Dall'ultimo numero di proletari comunisti,
giornale del PCmaoista-Italia. Richiedi a pcro.red@gmail.com
"Le masse popolari di tutto il mondo sono state
scosse dal nuovo orribile crimine realizzatosi in Messico: 43
studenti, e forse più, sono stato prima brutalmente attaccati, poi
rapiti, trucidati e bruciati e gettati in una discarica nello Stato
del Guerrero, “colpevoli” di rivendicare il loro diritto allo
studio e finiti nelle grinfie di un potere politico e poliziesco che
si nutre del narcotraffico e come gli antichi satrapi feudali
ritengono di avere diritto di vita e di morte e possono finora
impunemente pensare di cancellare in maniera così barbare giovani
vite.
Il Messico è diventato veramente il teatro dei film
dell’orrore, da quelli che avevano impressionato già il mondo
della catena infinita delle donne uccise di Juarez, ai continui
crimini dei narcotrafficanti che hanno reso alcune zone del Messico
dei veri e propri inferni.
Ma il crimine verso questo studenti è un crimine
assoluto, mostra dove può arrivare un potere economico e politico
corrotto, asservito all’imperialismo, principalmente USA, fuso come
non mai con la grande criminalità da non distinguersi più.
Le masse messicane, i giovani, le donne, hanno però
questa volta reagito, riepito le piazze, assaltati i Palazzi
governativi, portato con lacrime e rabbia il desiderio di verità e
giustizia, smascherato e lacerato le ignobile bugie e ipocrisie dei
governanti.
Sul sangue di questi ragazzi, forse il Messico si
risveglierà, forse il regime dell’orrore ha cominciato a contare i
suoi giorni. Certo non sarà il solo sdegno emovimento popolare di
massa che può spazzarlo via, serve la guerra popolare, serve che
tutto il popolo si unisca in un’autentica guerra di liberazione.
I comunisti marxisti leninisti maoisti italiani
sentono questi ragazzi come propri, sono figli della stessa rabbia
che ci deve animare per spazzare via in ogni paese l’imperialismo
assassino e i mostri al suo servizio."
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