Da ore 12 Controinformazione Rossoperaia
Corsa al riarmo, guerre, razzismo….il sistema-mondo imperialista mostra ogni giorno di più il suo volto disumano e va contro lo sviluppo, i diritti, le libertà dei popoli.
I governi imperialisti ci stanno trascinando in una guerra a livello mondiale, si dividono il mondo – meglio, vogliono rubare le risorse dei popoli, spartirsele, scatenano guerre commerciali che preannunciano quelle militari - e tutto questo viene scaricato sui lavoratori e sulle masse nei paesi imperialisti. Contro di essi i governi hanno bisogno di reprimere la ribellione e allo stesso momento fiaccarne la coscienza e uno degli strumenti è il razzismo dall’alto e dal basso, con l’attacco agli immigrati, erigendo muri, deportando, potenziando respingimenti e accordi che coinvolgono i paesi che sono base delle partenze di massa, poi filo spinato, leggi razziste contro i migranti. Governi fascisti, partiti di matrice neonazista che si candidano a governare, il vento della vittoria di Trump negli USA, tutto questo danno alimento all’odio antiimmigrati, alla caccia agli immigrati.
I paesi imperialisti europei sono divisi su tutto ma sullo scaricare la crisi, sulle spese per il riarmo, sulle politiche antimmigrati invece si compattano.
La notizia di questi giorni in ambito Ue è la proposta di revisione della direttiva sui
rimpatri dei migranti presentata dal commissario agli Affari interni, Brunner, in sintonia con quanto è stato anticipato dalla von der Leyen, presidente della Commissione europea.A premessa dobbiamo ricordare la linea seguita dai governi imperialisti italiani, sia di centro-sinistra che di destra fascista e reazionaria, che è stata sempre quella di redistribuire i migranti arrivati sulle coste italiane e pertanto risolvere a livello europeo le ondate migratorie, a distribuire gli “oneri”. Ma oggi tra i governi europei ci sono Meloni, Orban, partiti neonazisti che spingono per politiche più dure e più disumane contro i migranti. Uno su tutti in Germania l’Afd e la sua proposta di “remigrazione”. Queste spinte reazionarie e apertamente fascio-naziste diventano la politica sull’immigrazione ora da parte dell’Europa e anche della sua componente liberale.
Quindi i paesi imperialisti Usa/Europa non hanno altre soluzioni da mettere in campo se non deportazioni di massa, espulsioni senza troppi vincoli, esternalizzazione, confini interni – proprio quando parliamo di “confini interni” lo sono in questo anche gli uffici migrazione delle Questure, con le file disumane, e non è stata certamente un caso la morte di un migrante avvenuta per il freddo a Roma a fine gennaio - , e poi detenzione e criminalizzazione di persone migranti di cui l’unico reato è quello di lasciare la propria terra per guerre, fame, e che, se si salveranno dalla morte in mare, andranno in galera, in strutture costruite in aperta violazione dei diritti umani, perché, come viene ampiamente denunciato, le incarcerazioni nei vari Cpr – veri e propri lager di Stato - sono una “una punizione senza reato”, i migranti vengono puniti solo per non avere il permesso di soggiorno.
Ricordiamo anche che muri e fili spinati sono già una realtà in Europa da tempo: ci sono i muri di oltre 6 metri d’altezza attorno alle due enclave spagnole di Ceuta e Melilla; lungo la rotta balcanica, al confine serbo-croato nel 2015 è stato costruito un muro di 175 km alto 4 metri e dotato non solo di filo spinato ma anche di sensori di movimento; sempre lungo la rotta balcanica c’è un’altra barriera di 200 km tra la Slovenia e la Croazia; al confine con la Bielorussia che Polonia e Lituania hanno costruito rispettivamente 190 km e 510 km di muro e filo spinato, la barriera fisica più lunga per impedire ai migranti di entrare in Europa. Ma non gli basta.
Ora al centro della proposta di von der Leyen c’è l’istituzione dell’“ordine di rimpatrio europeo”, quindi valido in tutta l’Unione al posto di quello nazionale, dove si dice che: “il riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio consentirà a uno Stato membro di riconoscere e far rispettare direttamente una decisione di rimpatrio emessa da un altro Stato membro senza dover avviare una nuova procedura”.
Le deportazione e le espulsioni facili degli immigrati ancora non in regola con i documenti, per alcuni anche perché gli è stata respinta la richiesta di protezione internazionale, sono al centro di questi nuovi provvedimenti repressivi. La Commissione europea vuole un giro di vite sulle persone giunte in Europa da Paesi terzi.
“Con tassi di rimpatrio in tutta l’Ue attualmente pari solo al 20% e con una frammentazione dei diversi sistemi che si presta ad abusi, è necessario un quadro giuridico moderno, più semplice ed efficace”.
Non riescono a respingerli e così arriva la stretta.
Verrà introdotto un "divieto d'ingresso" nell'intero territorio Ue della durata massima di dieci anni per chi è già stato oggetto di un ordine di espulsione e non lo ha rispettato.
E poi c’è la questione dei Cpr al cui interno i detenuti immigrati non vengono trattati come persone, vengono totalmente e continuamente privati della loro dignità umana, centri che, per quello che riguarda l’Italia, sono pertinenza del Ministero dell’Interno e chi dispone il trattenimento è la Polizia, cioè il braccio dello stesso ministero.
Verranno istituiti degli "hub di rimpatrio" nei Paesi extra-Ue in cui trasferire chi non ha ottenuto il diritto d'asilo, e dicono che questi centri verranno allestiti soltanto nei Paesi che rispettano gli standard e i princìpi internazionali in materia di diritti umani e limitatamente ai migranti adulti (saranno esclusi i minori e i loro familiari). Non ha mai funzionato così e mai potrà funzionare, qualunque Stato extra-Ue che allestirà questi Centri sarà ben voluto, a prescindere dalla situazione dei diritti umani in quel paese.
A giugno, poi, arriverà la lista Ue dei Paesi terzi sicuri, per facilitare i rimpatri.
C’è un precedente. A febbraio il governo di centro-destra del Portogallo ha annunciato che utilizzerà parte del Pnrr di Lisbona per costruire due centri di permanenza per i rimpatri di immigrati senza documenti. Ed è in questo contesto che ormai fa sempre più strada dei centri in Paesi terzi in cui spedire quanti hanno ricevuto il foglio di via, i “return hubs”, centri per i rimpatri (Cpr). Piace molto all’Italia, anche se non è il modello Albania (dove l’Italia manda migranti salvati in acque internazionali per esaminare là, sotto giurisdizione italiana, le loro domande).
Si prospetta insomma una detenzione di fatto per il migrante da espellere ed è per questo che intendono costruire centri «a ridosso» delle frontiere esterne per ospitare, in vista del rimpatrio, i migranti.
All’Europarlamento i socialisti sono contrari ai return hub ma perché «vanno contro un approccio efficace, sostenibile e dignitoso» ma questi parlamentari sono comunque pronti a collaborare con la Commissione Ue e ci sono state le proteste delle organizzazioni non governative.
Per i Cpr in Italia proprio in questi giorni è iniziato il processo contro l’azienda che ha gestito il Cpr di via Corelli a Milano dove questi aguzzini davano cibo con i vermi e psicofarmaci somministrati in modo massiccio e incontrollato, dove i migranti si ammazzano per le disumane e ingiuste condizioni in cui li costringono i governi borghesi, dove sono quotidiane le violazioni dei diritti umani e dove, per fortuna, scoppiano rivolte contro i lager dello Stato italiano. Un altro processo riguarda il Cpr di Torino dopo esser stato chiuso grazie a una rivolta dall’interno, è stato ristrutturato e potrebbe riaprire da un momento all’altro. Nello stesso periodo è iniziato il processo contro «la direttrice delegata della società che gestiva il Cpr e il responsabile medico della struttura» per poter ottenere giustizia per la morte di Moussa Balde.
La stampa megafono di Meloni esulta, parla di vittoria per l’Italia, di recepimento a livello europeo del “modello Albania” ma tutto questo serve alla fascistella ingannapopolo per mascherare i colpi che la magistratura italiana e le Corti internazionali hanno inferto alla sua politica.
Della sentenza della Cassazione sul sequestro dei migranti a bordo della Diciotti ne parleremo in seguito.
Subito l'Italia con Piantedosi ha chiesto di anticipare alcune misure del Patto migrazione ed asilo per facilitare il ricorso alle procedure accelerate di frontiera come quelle previste dal protocollo Italia-Albania (che prevede l'esternalizzazione delle valutazioni delle domande d'asilo; il trasferimento di 3 mila migranti al mese - un provvedimento del governo Meloni bloccato da pronunce giudiziarie).
I centri in Albania.
Nel novembre 2023, i governi di Italia e Albania hanno presentato in una conferenza stampa congiunta un Protocollo bilaterale o Memorandum d’Intesa sulla gestione dei flussi migratori.
L’accordo prevedeva la costruzione di centri sul territorio albanese, operativi per un periodo iniziale di cinque anni, dove applicare le procedure di identificazione e asilo, delocalizzandole in Albania. Il fatto che non sia formalmente riconosciuto come un accordo internazionale significa che non ci sono controlli di nessuna autorità.
Con questo accordo l’Albania ha concesso 5 porzioni del proprio territorio all’Italia per istituire centri per migranti gestiti sotto la giurisdizione italiana e dove i muri delle prigioni sono considerati come aree di confine italiane. Alcuni di questi centri si trovano all’interno del porto costiero di Shëngjin, nel nord-ovest dell’Albania, mentre altri sono situati nell’ex zona militare di Gjadër, un villaggio a circa venti chilometri a nord di Shëngjin.
Dall’apertura fino a gennaio 2025, sono state effettuate tre operazioni nell’ambito del protocollo. Nella prima operazione, otto migranti intercettati prima di raggiungere Lampedusa sono stati trasferiti in Albania da navi militari italiane, seguiti da sedici migranti nella seconda operazione e quarantanove nella terza.
Nell’ultimo trasferimento avvenuto a gennaio, sono stati identificati quattro minori e un richiedente considerato vulnerabile dopo le procedure nel centro di Shëngjin.
Questi migranti sono stati immediatamente riportati in Italia. Nonostante i ripetuti tentativi del governo italiano, la Corte d’Appello di Roma ha bloccato nuovamente la terza operazione di trasferimento e gestione delle richieste d’asilo in Albania, cosa che ha fatto infuriare la Meloni e il suo governo partiti subito all’attacco della magistratura perché non vogliono alcun ostacolo, per la Meloni è anche un fatto personale in quanto promette che i centri in Albania “fun-zio-ne-ran-no” e a questo si impegnerà notte e giorno fino alla fine del suo governo.
Intanto Meloni ha subito un ulteriore colpo dalla magistratura: il governo italiano è stato condannato dalla Cassazione a risarcire i migranti della nave Diciotti a cui fu impedito di sbarcare per nove giorni nel 2018, sequestrati per ordine di Salvini, accusato di sequestro di persona, omissione di atti d’ufficio e arresto illegale che per questo non andò però a processo perché il Senato non concesse l’autorizzazione a procedere.
Questa sentenza dei giudici è stata possibile anche per la determinazione dei migranti a bordo e per la solidarietà che avevano ricevuto.
Riguardo la sentenza Diciotti, la Cassazione ha quindi «stabilito che il trattenimento prolungato dei migranti per dieci giorni, senza alcun provvedimento amministrativo o giudiziario, ha costituito una violazione dell’art. 13 della Costituzione italiana e delle norme internazionali sul soccorso in mare. La Suprema Corte ha respinto la tesi del Governo, secondo cui la vicenda rientrava negli atti politici insindacabili, confermando che si trattava di un atto amministrativo soggetto al controllo della magistratura».
Ora sono aperte le cause per i risarcimenti, per l’eritreo della Diciotti che ha denunciato le direttive di Salvini si sarebbe trattato di 900/1.600 euro di risarcimenti e i giornali della Meloni cominciano a strillare che lo Stato, se si dovessero aprire class action, sarà un danno incalcolabile per le casse dello Stato, che il gratuito patrocinio per la difesa degli immigrati è un costo per lo Stato ecc.
Quindi questa è un’importante sentenza che potrebbe fare da apripista per altre sentenze e per l’avvio delle procedure per i risarcimenti per i migranti fermati e bloccati sulle navi.
Noi appoggiamo tutte le sentenze contro questo ignobile ministro, il suo ex capo ufficio ora ministro dell’Interno, tutto il governo di cui fanno parte, ma aggiungiamo che è ora che vengano rovesciati dal basso perchè libertà, diritti umani, solidarietà ed accoglienza rimangono costantemente nel mirino della politica fascio-razzista di questo governo.
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