Operaio morto stritolato da ingranaggi.Quattro condanne e
un'assoluzione:Nessuna di queste persone farà un giorno di prigione, mentre
nostro figlio non c'è più".
Facendo una ricerca su internet, mi sono imbattuto in questa notizia.
E' di 20 giorni fa, è vero, ma purtroppo i mezzi d'informazione ne parlano
talmente poco, che si fa fatica anche a trovare le notizie di condanne per
le stragi sul lavoro (quando non vanno in prescrizione).
Quando l'ho letta, mi si è accapponata la pelle.
Purtroppo in Italia per chi ha avuto un suo caro morto sul lavoro non ci
sarà mai giustizia.
Quattro condanne si, ma a pene talmente basse (condanne che vanno da 1 anno
e sei mesi ad un anno e 4 mesi), che ci sarebbe di cui vergognarsi.
Per l'amministratore delegato, tanto per cambiare, l'assoluzione.
Simone Medas aveva solo 29 anni, quando è stato stritolato dagli ingranaggi
di una macchina della fabbrica Euroallumina di Portovesme.
Sono dell'idea, che le condanne che ci sono state nel processo di primo
grado Thyssen (ammesso che reggano in appello), non sono ripetibili in
nessun altro processo per morti sul lavoro.
Anche quando succedono stragi come quella della Truck Center di Molfetta, le
condanne non superano i 5 anni.
Intanto l'Inail ci dice che le morti e gli infortuni sul lavoro sono in
calo.....
C'è lo dice da 5 anni consecutivi.
Ma anche il presidente Inail Sartori ha dovuto ammettere alla conferenza
stampa per la presentazione del Rapporto Annuale sugli infortuni sul lavoro
(Luglio 2011), che all'appello mancano almeno 200 mila infortuni, perchè
questi appartengono al sommerso: non vengono denunciati o vengono fatti
passare per malattia, perchè molti lavoratori sono precari, o in nero o in
grigio e hanno paura di ritorsioni se denunciano tali infortuni.
Tutte le volte che accade una strage sul lavoro, leggo da più parti
(specialmente dal mondo politico, ma anche quello sindacale), che bisognare
fare, che bisogna aumentare i controlli, che bisogna aumentare le pene, che
ci vuole certezza della pena, che la sicurezza andrebbe insegnata fin dalla
scuola, che manca la cultura sulla sicurezza sul lavoro.
C'è lo vanno ripetendo da anni, però l'unica cosa che manca sono i fatti per
spezzare questo stillicidio quotidiano nei luoghi di lavoro, questa strage
nell'indifferenza, questo bollettino di guerra sul lavoro.
Tutto questo ci dovrebbe invitare alla riflessione, perchè così non si può
più andare avanti.
Se i mezzi d'informazione ne parlassero sempre e non a fasi alterne, se la
politica facesse qualcosa di concreto perchè ci siano più controlli e la
certezza di una pena severa per i datori di lavoro responsabili di tutte
queste morti sul lavoro, se i sindacati facessero di più, forse non ci
sarebbero tutti questi morti sul lavoro.....e non come le chiamano ancora in
molti, anzi in troppi, "morti bianche o tragiche fatalità!!!
Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza-Firenze
Operaio morto stritolato da ingranaggi
Quattro condanne e un'assoluzione
Quattro condanne e un'assoluzione. Si è chiuso così il processo di primo
grado per la morte di Simone Medas, l'operaio di 29 anni dell'Euroallumina
di Portovesme, stritolato dagli ingranaggi di una macchina della fabbrica
nel luglio del 2009.
Il giudice monocratico del Tribunale, Cristina Anedda, ha condannato ad un
anno e sei mesi il capo servizio dell'unità operativa ciclo Bayer Giorgio
Pompei, stessa pena del caposezione Diego De Vecchi. Dovrà scontare un anno
e otto mesi, invece, il direttore dello stabilimento Nicola Candeloro,
mentre il responsabile del servizio prevenzione Paolino Serra è stato
condannato ad un anno e quattro mesi. Assolto dall'accusa di omicidio
colposo, invece, l'amministratore delegato di Euroallumina, Vincenzo Rosino
che dovrà comunque scontare una condanna a due mesi per un'imputazione
legata ad alcune violazioni normative. A difendere i cinque imputati c'erano
gli avvocati Luigi Concas e Patrizio Rovelli, mentre la famiglia non si è
costituta parte civile avendo trovato un accordo sull'indennizzo. Per tutti
gli imputati la pena è sospesa e alcuni hanno ottenuto la non menzione.
"Oggi nostro figlio è morto per la seconda volta - hanno detto Raffaele
Medas e la moglie, genitori dell'operaio scomparso - la legge punisce chi
causa morti bianche. Nessuna di queste persone farà un giorno di prigione,
mentre nostro figlio non c'è più".
Sabato 15 ottobre 2011 07.41
http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/238731
Portovesme, sentenza su morte operaio
I genitori: "Svalutata vita di nostro figlio"
Quel peso sul cuore, che si portano appresso da quattro anni e tre mesi, non
si è per nulla alleggerito con la sentenza di ieri. Anzi, Gavina Marras e
Raffaele Medas, ora hanno un cruccio in più e paradossalmente, si sentono
quasi in colpa: «Se non avessimo rinunciato alla costituzione di parte
civile, forse avremmo potuto fare ancora qualcosa per rendere giustizia a
nostro figlio. Perché per noi questa sentenza non significa affatto
giustizia». LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO SU L'UNIONE SARDA
I genitori del giovane lavoratore precario di Iglesias, morto il 31 luglio
2007 all'Eurallumina, si sono resi conto troppo tardi del significato delle
loro firme apposte sul documento nel quale, di fatto, si sanciva
l'accettazione di un risarcimento di 360 mila euro e la contestuale revoca
della costituzione di parte civile. Proprio così: la morte di un ragazzo di
29 anni è stata valutata in meno di mezzo milione di euro.
Sabato 15 ottobre 2011 08.03
http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/238782
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