Ieri sera alla facoltà di scienze politiche di Palermo si è verificato l’ennesimo atto gravissimo di repressione e intimidazione verso gli studenti di questo ateneo.
Il Collettivo 20 Luglio della facoltà aveva organizzato una serata di autofinanziamento e di informazione sui fatti repressivi avvenuti ultimamente in città dove sono state recapitate centinaia di notifiche a studenti,lavoratori ,disoccupati e militanti da parte della Questura di Palermo.
Ancora una volta alla ferma volontà degli studenti di esercitare legittimamente i propri diritti nelle LORO facoltà le dirigenze accademiche ricorrono alla forza pubblica, nel caso di ieri la digos e arrivata su chiamata del preside che aveva vietato inspiegabilmente lo svolgimento dell’iniziativa, identificando 7 studenti e venendo “accompagnata” da diverse camionette dell’antisommossa pronte a intervenire.
Ai compagni del collettivo 20 luglio, alle studentesse e agli studenti della facoltà va la nostra sincera solidarietà militante.
Già l’anno scorso un episodio simile era successo all’Accademia di Belle Arti e l’estate scorsa, sotto sollecitazione del rettore-sceriffo Lagalla, veniva sgomberato (ma poi rioccupato) l’ex consorzio agrario di proprietà dell’università e abbandonato dalla stessa da 30 anni, da circa 2 è invece occupato dagli studenti di Anomalia che dopo averlo ripulito vi organizzano le più disparate attività e proprio la settimana scorsa hanno inaugurato oltre 20 posti letto gratuiti a disposizione degli studenti.
È quindi evidente che vi è una linea d’ azione condivisa dalle autorità accademiche che si esplica nell’applicazione puntuale e precisa della linea più ampia dell’attuale riforma Gelmini fatta di “ordine e disciplina” che nella sostanza significa restringimento degli spazi di agibilità politica e dei diritti degli studenti.
In questo senso si capisce il “voltafaccia” del preside di scienze politiche che in apparenza è stato in passato conciliante con gli studenti della facoltà.
Inoltre dopo i fatti del 15 ottobre romano scorso lo stato ha fatto un altro passo avanti in senso autoritario e in direzione del regime aperto paventando l’instaurazione di vere e proprie leggi fasciste come la legge reale o il daspo applicato alle manifestazioni politiche con l’obiettivo di vietare il dissenso.
A livello locale, come si diceva prima, le centinaia di notifiche si inseriscono in questo contesto, precedute, subito dopo il 15 ottobre, dalle perquisizioni delle case di 4 compagni del Laboratorio Arrigoni alla ricerca di armi ed esplosivi il cui esito è stato (ovviamente) negativo.
È necessario rispondere colpo su colpo a tutte queste montature giudiziarie, provocazioni e vere e proprie limitazioni oggettive della nostra agibilità politica, il rettore e i presidi delle facoltà che utilizzano l’arma delle repressione contro i loro studenti non devono rimanere impuniti!
E’ necessaria una mobilitazione unitaria e dal basso delle realtà del movimento autorganizzate che dal 15 ottobre in poi sono state criminalizzate anche da certi settori di “sinistra” che hanno favorito l’attuale clima di delazione generalizzato e di caccia alle streghe, aiutando oggettivamente il nemico nell’eseguire più facilmente atti repressivi.
Auspichiamo che sia a livello nazionale che a livello locale le realtà di movimento allarghino il fronte contro la repressione al di là di aree politiche d’appartenenza e contro logiche settarie.
In città questo tipo di discorso si era intrapreso, senza proseguirlo, lo scorso dicembre in
un’assemblea all’Accademia di Belle Arti Occupata, rappresentativa di tutte le realtà autorganizzate, da li bisognerebbe ripartire spingendo avanti questo processo, in maniera più risoluta per raggiungere l’obiettivo di mettere il nemico nella condizione di pensarci due volte prima di attaccare qualsiasi realtà facilmente, perché se attaccano uno attaccano tutti! Adesso bisogna tradurre in fatti questo semplice principio.
Fuori gli sbirri dalle facoltà
La solidarietà e un’arma!
Contro lo stato di polizia e il moderno fascismo ribellarsi è giusto!
Red Block Palermo
12-11-11
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