Esito grottesco del dibattito parlamentare nella giornata di ieri.
Berlusconi va sotto... va da Napolitano... e insieme concordano le non dimissioni.
L'opposizione parlamentare gioisce e cominciano gli scenari...
La questione è che Berlusconi è ancora là, si prepara al maxiemendamento, si vuole usare il clima di unità nazionale per approvare provvedimenti antioperai e antipopolari e quindi andare alle elezioni con un governo Berlusconi che userà la campagna elettorale monopolizzata per cercare di imporre ancora un suo governo travestito.
L'opposizione lavora per un governo Monti, che sia ancor più rigidamente un governo dei padroni.
Proletari e masse popolari da questo scenario non hanno nulla da guadagnare, se non verificare ancora una volta che la sinistra d'opposizione è la 'sinistra' dei padroni e che i sindacati confederali sono molto più saldamente uniti alla confindustria di quanto lo siano ai lavoratori, ai precari e ai disoccupati.
Senza che 'esploda' la lotta generale dalle fabbriche e posti di lavoro, dai settori più sfruttati e poveri del sud, dalle università, dalle piazze, passiamo "dalla padella alla padella" se resta Berlusconi, "dalla padella alla brace" se avanza la soluzione Tremonti-Bersani.
Dalla crisi si esce eccome, scaricandola sui lavoratori e salvaguardando banche e profitti dei padroni.
Nella crisi i proletari e le masse debbono difendere i loro interessi elementari lavoro, salario, salute, spesa sociale, ma soprattutto sfruttare la situazione per colpire il capitale, i suoi governi, il suo Stato - questa è la rivolta proletaria e sociale - per accumulare forza e prepararsi a fronteggiare un nuovo governo dei padroni.
Proletari comunisti
9 novembre 2011
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