mercoledì 7 maggio 2025

pc 7 maggio – Balle, balle e balle… su lavoro e salario la Meloni continua a raccontarle alla grande

 

Raccontare menzogne è una precisa prerogativa della Meloni e di tutti i ministri del suo governo (ed è prerogativa dei fascisti) in ogni occasione e a proposito di ogni argomento, per dare l’illusione alla cosiddetta opinione pubblica che tutto va bene, facendo costantemente propaganda nera.

Ma la differenza con la realtà è così enorme che questa operazione non riesce. Gli ultimi dati sul salario e sul lavoro, per esempio, sono chiari e vengono riportati dalle stesse statistiche ufficiali come l’Istat, così come vengono ricordati nei discorsi ufficiali dello stesso Mattarella e così come ricordava in diverse occasioni lo stesso Papa Francesco.

E mentre la Meloni blatera dicendo che in Italia non ci sono stati mai tanti occupati “dai tempi di Garibaldi” l’Istat, nel suo modo contorto di dire le cose afferma che nel mese di marzo nella sostanza ci sono più disoccupati, che l’Istat chiama “diminuzione dell’occupazione” pari a 16.000 lavoratori e che

questo aumento della disoccupazione “riguarda le donne, i minori di 35 anni di età, i dipendenti a termine e gli autonomi.”

“Diminuiscono gli autonomi (5 milioni 153mila) e i dipendenti a termine (2 milioni 594mila), mentre aumentano i dipendenti permanenti (16 milioni 560mila)”.

I “dipendenti permanenti”, che dopo l’introduzione del Jobs act di Renzi del 2015 non sono più permanenti perché possono essere licenziati secondo la volontà del padrone, aumentano solo perché molti padroni hanno l’interesse ad incassare gli enormi incentivi messi a disposizione dal governo trasformando i contratti a termine in contratti a tempo indeterminato.

E, inoltre, questo dato dell’occupazione sbandierato dalla Meloni riguarda comunque quelli che non riescono più ad andare in pensione e sono costretti a continuare a lavorare, e “fanno statistica” anche quelli che sono costretti a ritornare al lavoro perché hanno una pensione troppo bassa per sopravvivere.

E per finire, bisogna aggiungere ai dati quelli della cassa integrazione crescente: “Cresce anche la cassa integrazione. Nei primi tre mesi dell’anno, secondo l’Inps, sono state autorizzate 176,5 milioni di ore di cig, con un aumento del 30,2 per cento rispetto agli ultimi tre mesi del 2024. Sono in difficoltà soprattutto metalmeccanico, tessile, abbigliamento, cuoio e calzature.”

Per quanto riguarda i salari, scrive il Post. “In Italia gli stipendi dei lavoratori e delle lavoratrici sono praticamente gli stessi dall’inizio degli anni Novanta, più di trent’anni e almeno due crisi economiche fa, mentre in Francia nello stesso periodo sono cresciuti del 25 per cento e in Germania del 20. Rispetto alla crisi economica del 2008, poi, gli stipendi in Italia sono oggi persino più bassi dell’8,7 per cento in termini reali, cioè al netto dell’inflazione: significa che le persone possono fare o comprare meno cose con i soldi che guadagnano. È il risultato peggiore tra le grandi economie, secondo quanto calcolato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, ed è diretta conseguenza dei molti problemi di lungo corso dell’economia italiana.”

Il contraltare di questo impoverimento della classe operaia nel suo complesso è l’aumento della ricchezza della borghesia, dei profitti dei padroni per miliardi praticamente in ogni campo della produzione. Questo eterno impoverimento da un lato ed eterno arricchimento dall’altro, arricchimento sulle spalle della grande massa di lavoratrici e lavoratori del nostro paese, ma anche in tutto il mondo, con tutto ciò che ne consegue in termini di peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro è il risultato del sistema capitalista-imperialista.

Ma come viene detto nella Dichiarazione congiunta del 1° maggio di quest’anno, il proletariato, con al cuore la classe operaia industriale, è il più grande esercito che esiste, e se gli sfruttati e oppressi si uniscono possono porre fine al sistema mondiale capitalista.

https://proletaricomunisti.blogspot.com/2025/04/pc-1-maggio-1-maggio-proletario-e.html

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