Raccontare
menzogne è una precisa prerogativa della Meloni e di tutti i ministri del suo
governo (ed è prerogativa dei fascisti) in ogni occasione e a proposito di ogni
argomento, per dare l’illusione alla cosiddetta opinione pubblica che tutto va
bene, facendo costantemente propaganda nera.
Ma la
differenza con la realtà è così enorme che questa operazione non riesce. Gli ultimi
dati sul salario e sul lavoro, per esempio, sono chiari e vengono riportati
dalle stesse statistiche ufficiali come l’Istat, così come vengono ricordati
nei discorsi ufficiali dello stesso Mattarella e così come ricordava in diverse
occasioni lo stesso Papa Francesco.
E mentre la Meloni blatera dicendo che in Italia non ci sono stati mai tanti occupati “dai tempi di Garibaldi” l’Istat, nel suo modo contorto di dire le cose afferma che nel mese di marzo nella sostanza ci sono più disoccupati, che l’Istat chiama “diminuzione dell’occupazione” pari a 16.000 lavoratori e che
questo aumento della disoccupazione “riguarda le donne, i minori di 35 anni di età, i dipendenti a termine e gli autonomi.”“Diminuiscono
gli autonomi (5 milioni 153mila) e i dipendenti a termine (2 milioni 594mila),
mentre aumentano i dipendenti permanenti (16 milioni 560mila)”.
I “dipendenti
permanenti”, che dopo l’introduzione del Jobs act di Renzi del 2015 non sono
più permanenti perché possono essere licenziati secondo la volontà del padrone,
aumentano solo perché molti padroni hanno l’interesse ad incassare gli enormi
incentivi messi a disposizione dal governo trasformando i contratti a termine
in contratti a tempo indeterminato.
E,
inoltre, questo dato dell’occupazione sbandierato dalla Meloni riguarda
comunque quelli che non riescono più ad andare in pensione e sono costretti a
continuare a lavorare, e “fanno statistica” anche quelli che sono costretti a
ritornare al lavoro perché hanno una pensione troppo bassa per sopravvivere.
E per
finire, bisogna aggiungere ai dati quelli della cassa integrazione crescente:
“Cresce anche la cassa integrazione. Nei primi tre mesi dell’anno, secondo
l’Inps, sono state autorizzate 176,5 milioni di ore di cig, con un aumento del
30,2 per cento rispetto agli ultimi tre mesi del 2024. Sono in difficoltà
soprattutto metalmeccanico, tessile, abbigliamento, cuoio e calzature.”
Per quanto
riguarda i salari, scrive il Post. “In Italia gli stipendi dei lavoratori e
delle lavoratrici sono praticamente gli stessi dall’inizio degli anni Novanta,
più di trent’anni e almeno due crisi economiche fa, mentre in Francia nello
stesso periodo sono cresciuti del 25 per cento e in Germania del 20. Rispetto
alla crisi economica del 2008, poi, gli stipendi in Italia sono oggi persino
più bassi dell’8,7 per cento in termini reali, cioè al netto
dell’inflazione: significa che le persone possono fare o comprare meno cose con
i soldi che guadagnano. È il risultato peggiore tra le grandi economie,
secondo quanto
calcolato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, ed è diretta
conseguenza dei molti problemi di lungo corso dell’economia italiana.”
Il contraltare
di questo impoverimento della classe operaia nel suo complesso è l’aumento della
ricchezza della borghesia, dei profitti dei padroni per miliardi praticamente
in ogni campo della produzione. Questo eterno impoverimento da un lato ed
eterno arricchimento dall’altro, arricchimento sulle spalle della grande massa
di lavoratrici e lavoratori del nostro paese, ma anche in tutto il mondo, con
tutto ciò che ne consegue in termini di peggioramento delle condizioni di vita
e di lavoro è il risultato del sistema capitalista-imperialista.
Ma come
viene detto nella Dichiarazione congiunta del 1° maggio di quest’anno, il
proletariato, con al cuore la classe operaia industriale, è il più grande
esercito che esiste, e se gli sfruttati e oppressi si uniscono possono porre
fine al sistema mondiale capitalista.
https://proletaricomunisti.blogspot.com/2025/04/pc-1-maggio-1-maggio-proletario-e.html

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