martedì 20 agosto 2019

pc 20 agosto - Comunardi Torino - Non si chiude, tenere duro!

Torino, la libreria Comunardi chiude, anzi no: "Riapriremo nel locale a fianco"

Lo storico negozio di via Bogino rischiava di sparire dopo 43 anni perché sfrattato da un supermercato, ma il titolare Barsi ha trovato una soluzione: "Non molliamo, al via una raccolta fondi per il trasloco"
La libreria e il supermercato. Potrebbe pure non essere un ossimoro se il secondo non sfrattasse la prima e se solo 150 metri più avanti non ci fosse un altro supermercato. Peraltro della stessa catena, Pam local. Neppure un legittimo caso di concorrenza. Nulla che possa suscitare particolari shock se non fosse che la libreria si chiama Comunardi ed è un pezzo della vita di questa città, 43 anni di sopravvivenza, tra le la più longeve di Torino. Siamo a un passo dal Circolo dei Lettori.
L'allarme è partito da un paio di mesi " Comunardi chiude", " Salviamo Comunardi" ma in questi giorni di agosto, Ferragosto a parte, il titolare Paolo Barsi è lì fra i suoi libri. Sereno a leggere i
giornali. Chi entra viene a ritirare un libro prenotato. Oppure cerca una graphic novel. O ancora, vuole scegliersi un giallo dei Blu di Sellerio con ampia scelta di titoli. "Resistere, resistere, resistere".
Il mantra non è di Paolo Barsi, nel senso che lui non usa slogan. La racconta in altro modo. Dice semplicemente che il 30 settembre non se ne andrà. "Noi chiudiamo soltanto sei giorni. Quest'anno, eccezionalmente, ho chiuso a Ferragosto perché Torino è piena di turisti ma in libreria non vengono molto". Barsi non vuole buchi temporali. Le intenzioni sono chiudere al numero civico 2 solo quando sarà pronto il trasloco nel negozio a fianco, 480 metri, parte interrati. Uno spazio vuoto da tempo con un gran bisogno di essere messo a norma. La trattativa è in corso. Si parla di 700mila euro, ma il titolare non nega e non conferma: "Stiamo dialogando".

Quello che è certo è che servono ulteriori 200mila euro per la ristrutturazione. Così è partito un crowdfunding, per ora sono arrivati 26mila euro. La meta è molto lontana, ma in via Bogino non c'è aria di resa. Sono tre i canali possibili, fare una donazione direttamente in libreria, usare la piattaforma www.gofundme.com/savecomunardi o pagare on un bonifico tramite la banca etica. "È un processo in via di accelerazione nel centro cittadino torinese, strumentale alla lievitazione del valore degli immobili commerciali, che viene spacciato come riqualificazione degli spazi e dei quartieri ma che di fatto implica una sistematica espulsione di attività commerciali e artigianali, magari meno remunerative, ma determinanti per la vita cittadina, della storia sociale e dell'identità di un territorio".

La resistenza ha tante facce. Quelle degli 80 intellettuali e dei tanti lettori abituali che hanno dato vita a un comitato di difesa. Nomi come Marco Revelli, Livio Pepino, Giorgio Ardito, Stefano Alberione, Angelo D'Orsi, Gianni Vattimo. Quelle della petizione partita già nel 2018 che ha attirato l'attenzione del vicesindaco Guido Montanari. La soluzione pareva a un soffio. Ream, società controllata da alcune fondazioni bancarie, sembrava interessata ad acquistare lo spazio per poi affidarlo senza traumi alla storica libreria. D'altronde non è mai stato un problema di pagamenti regolare dell'affitto: i 4 mila mensili sono sempre arrivati puntuali. Poi un passo indietro senza motivazioni. Chi ha acquistato, la società Ellemme, ha pensato al profitto. Non certo un peccato mortale. Il supermercato offriva il 75 per cento in più. Non c'era competizione. E poi c'è la faccia di Paolo Barsi. Determinato a non mollare: "Abbiamo un programma ricchissimo per settembre".   

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