Quello che ci preme adesso è pero far
conoscere e capire quanto accaduto oggi a Roma: di fronte ad un
picchetto che sin dalle 4 del mattino era riuscito a impedire l’entrata e
l’uscita dei camion (e dei crumiri) e alla iniziale passività delle
forze dell’ordine, l’azienda ha pensato di organizzarsi per conto
proprio. Verso le 7, sfruttando ed alimentando
l’ostilità e la rabbia di decine di driver costretti a sospendere il
lavoro per via del blocco, un gruppetto di capi reparto e caporali
(padroni delle cooperative) ha attaccato violentemente il picchetto
sfoderando un armamentario di manganelli telescopici, caschi e bottiglie
portato appositamente per l’occasione. Un attacco premeditato che ha
comportato il grave ferimento di un lavoratore (che ha subito una
frattura dell’orbita oculare senza riportare, per fortuna, danni
permanenti) e a diversi altre pesanti contusioni di lavoratori e
solidali.
La polizia ha assistito al tutto praticamente senza intervenire. Quando poi sono accorse altre volanti e infine la celere, tutto quello che le forze dell’ordine hanno fatto è stato minacciare un’ulteriore carica se il blocco non fosse stato rimosso. Intanto gli aggressori rimanevano a piede libero per tutta la mattina, ben protetti dietro i cancelli dei magazzini, e solo la pressione di lavoratori e solidali ha portato almeno alla loro denuncia.
Non sappiamo se dietro questo gesto vile si nascondesse proprio l’intenzione di provocare l’intervento delle forze dell’ordine, che in effetti non erano sembrate sin da subito a disposizione dei capricci dell’azienda, ad ogni modo la situazione incandescente generata da questo attacco squadrista è andata a favore dei profitti dell’SDA.
Questo attacco fascista non è riuscito però a impedire il proseguo dello sciopero, che è continuato fino al primo pomeriggio. Diciamo fascista perché questo era nella sua essenza: una forma di violenza esplicita ed organizzata che interviene laddove a tutelare gli interessi dei padroni non basta quella legale dello Stato. Il tutto chiaramente condito del razzismo del caso, rivolto ad una forza lavoro a grande maggioranza immigrata e quindi doppiamente ricattabile.
Anche per questo è di estrema importanza strategica la solidarietà dimostrata dai colleghi degli altri magazzini che verso la sera hanno dato vita a scioperi di solidarietà di una-due ore a Carpiano, Bologna, Padova e a Roma stessa. La determinazione dimostrata dai lavoratori e il coraggio della loro risposta, assume allora un significato che va al di là della vertenza in questione, ricordando a noi che la solidarietà è un’arma e ai padroni che se toccano uno, toccano tutti!
La polizia ha assistito al tutto praticamente senza intervenire. Quando poi sono accorse altre volanti e infine la celere, tutto quello che le forze dell’ordine hanno fatto è stato minacciare un’ulteriore carica se il blocco non fosse stato rimosso. Intanto gli aggressori rimanevano a piede libero per tutta la mattina, ben protetti dietro i cancelli dei magazzini, e solo la pressione di lavoratori e solidali ha portato almeno alla loro denuncia.
Non sappiamo se dietro questo gesto vile si nascondesse proprio l’intenzione di provocare l’intervento delle forze dell’ordine, che in effetti non erano sembrate sin da subito a disposizione dei capricci dell’azienda, ad ogni modo la situazione incandescente generata da questo attacco squadrista è andata a favore dei profitti dell’SDA.
Questo attacco fascista non è riuscito però a impedire il proseguo dello sciopero, che è continuato fino al primo pomeriggio. Diciamo fascista perché questo era nella sua essenza: una forma di violenza esplicita ed organizzata che interviene laddove a tutelare gli interessi dei padroni non basta quella legale dello Stato. Il tutto chiaramente condito del razzismo del caso, rivolto ad una forza lavoro a grande maggioranza immigrata e quindi doppiamente ricattabile.
Anche per questo è di estrema importanza strategica la solidarietà dimostrata dai colleghi degli altri magazzini che verso la sera hanno dato vita a scioperi di solidarietà di una-due ore a Carpiano, Bologna, Padova e a Roma stessa. La determinazione dimostrata dai lavoratori e il coraggio della loro risposta, assume allora un significato che va al di là della vertenza in questione, ricordando a noi che la solidarietà è un’arma e ai padroni che se toccano uno, toccano tutti!
Corrispondenza dal picchetto su Radio Onda Rossa
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