Alcuni esempi lampanti di come i prezzi dei generi alimentari oscillano, naturalmente verso l’alto. I salari valgono sempre meno ma il ministro dell’economia ha il coraggio di chiedere altri sacrifici.
Siamo alle torte in faccia se non fosse grave la questione. “Più
sacrifici per tutti” dice Giorgetti ministro dell’Economia.
“Falso”, lo stoppa la Meloni a capo del governo in un apposito
filmato: “Noi riduciamo le tasse”. Certo per i loro amici, con
condoni e flax tax. Per la stragrande maggioranza, abbiamo visto come
riducono le tasse: con la promessa della Meloni non mantenuta, di
tagliare le accise sui carburanti. Intanto il carovita abbatte i
salari.
A settembre i prezzi del carrello della spesa, fa sapere
l’Istat, sono aumentati passando da più 0,6% a più 1,1% su base
annua. Altri 0,5 punti che si aggiungono al già alto livello dei
prezzi che, al di là delle ciance nei 2 anni del governo Meloni, non
sono mai scesi.
In alcune fasi i prezzi rallentano la salita, ma
si resta in alta quota. Anche quando dopo impennate super, ribassano,
come nell’esempio qui di seguito.
In un Supermercato della
catena “ Iper la grande I” (provincia Monza e Brianza) il prezzo
dell’insalata Radicchio rosso tondo, a settembre, schizza a 10 euro
(dieci euro) al kg. Già pesata e prezzata viene esposta nella cesta
con tanto di cartellino su ogni singolo pezzo. Forse per invogliare i
consumatori
Questa insalata, prima di salire a 10 euro al kg, ne costava 3,90. Un prezzo che già non era a buon mercato trattandosi appunto di un insalata. Dopo un mese il prezzo al kg è sceso ma non più a 3,90, bensì a 5,91 euro al kg. Quindi dopo il picco a 10 euro, il prezzo attestandosi a 5,91, registra un aumento del 51,5% rispetto il mese prima.
Non dico che tutti gli alimentari e i prezzi in generale siano aumentati in egual misura, ma l’indice è sempre rivolto verso l’alto.
A fine estate nello stesso supermercato, il prezzo delle albicocche, sia sfuse che nella confezione di plastica trasparente, non è mai sceso sotto i 3,99 euro al kg. Questo prezzo è rimasto invariato, nonostante da una volta all’altra si vedessero le albicocche raggrinzire e annerire , invendute.
Un “escamotage” per aumentare i prezzi, non nuovo ma in forte ascesa, consiste nella riduzione delle confezioni, a prezzo invariato. Esempio, la pasta a 400 grammi invece di mezzo kg. Gli affettati 80 grammi invece di un etto. Confezioni di surgelati vari, ecc.
Purtroppo anche i mercati rionali, sempre meno rappresentano una valida alternativa, con l’aumento dei prezzi sulle bancarelle che non scherza.
I prezzi di tutte le merci oscillano, però nella fase che “ribassano” non tornano alla soglia precedente, ma si fermano più in alto, “svalutando” il potere d’acquisto dei salari. Soprattutto quando il movimento operaio non riesce a imporre ai padroni il riconoscimento del reale valore della forza lavoro, fino a ottenere almeno l’adeguato aumento dei salari.
“Preoccupante il rincaro dei prodotti alimentari e bevande analcoliche” osserva, commentando i dati Istat di settembre, M. Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Una “preoccupazione” ben conosciuta da chi campa col misero salario, e/o simili.
Trovo aberrante l’uscita di Giorgetti ministro dell’economia che annuncia “sacrifici per tutti”. Significa sacrifici per i soliti noti, perché finora il governo con una ventina di condoni, con la flax tax e altre misure, coccola evasori di ogni specie e risma, partite Iva, padroni e padroncini senza scrupoli, li corteggia tutti come elettori.
Giorgetti tentando di correggersi, perché bacchettato dalla Meloni , pensava di “rifugiarsi” nell’aggiornamento del catasto e relativo aumento delle tasse, a quella fascia sociale che ha avuto in regalo bonus e superbonus. Apriti cielo! Ha scatenato ancora di più le ire della Meloni che è scesa in campo con un filmato dicendo: “Niente nuove tasse, noi le tasse le abbassiamo”.
Fa venire in mente un altro suo filmato. Davanti al distributore, prometteva “Noi aboliremo progressivamente le accise sui carburanti”. Non l’ha fatto e neanche programmato.
Questo è il metodo Meloni. Finché non si faranno sentire operai e strati sociali che finora non hanno messo in campo tutta la loro potenziale forza di protesta e di lotta, per fermare questo andazzo.
Angela L.
da operai contro
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