Lavoratori, lavoratrici,
il Parlamento sta per approvare una proposta di legge del governo Meloni che stabilisce pene pesanti e carcere per chi organizza o fa picchetti, per chi prende parte a manifestazioni contro la guerra, le basi militari, le “grandi opere”, i disastri ecologici, per chi per bisogno occupa case sfitte, per chi protesta nei centri per immigrati o nelle carceri contro condizioni insopportabili, perfino per chi ha in casa scritti che il governo considera “terroristi” – una legge da stato di polizia.
Questa legge-manganello serve al governo e allo stato per mettere a tacere chiunque si opponga all’economia di guerra, che sta spostando sempre più risorse dai salari e dalla spesa sociale e sanitaria alle enormi spese per le guerre in corso (Ucraina, Palestina) in cui l’Italia, con la NATO e l’Unione europea, è implicata, e per la preparazione di nuove guerre, fino a Taiwan.
Per fermare questa corsa all’instaurazione di uno stato di polizia e ad una nuova guerra mondiale,
dobbiamo mobilitarci nelle piazze, nei luoghi di lavoro, nelle scuole. Il nostro nemico è qui! Per questo abbiamo costituito nei mesi scorsi la Rete Liberi/e di lottare contro il decreto-sicurezza, e proposto ai sindacati di base uno sciopero generale per far sentire forte la voce dei lavoratori.Il SI Cobas (e, nel trasporto locale, Al-Cobas) hanno raccolto questa richiesta proclamando lo sciopero generale dei settori pubblico e privato per venerdì 18 ottobre. Questo sciopero avrà di sicuro un buon seguito nei magazzini della logistica, dove da anni migliaia di lavoratori e lavoratrici immigrati si battono con coraggio contro il super-sfruttamento, nonostante i colpi di una dura repressione – non a caso il ministro Piantedosi li ha attaccati in parlamento, chiarendo che il Ddl 1660, criminalizzando i picchetti, si pone, tra gli altri, l’obbiettivo di fermare le lotte nella logistica.
Proprio per questo, dobbiamo far sì che lo sciopero del 18 sia una grande giornata di lotta anche in molti altri luoghi di lavoro.
Venerdì 18 sarà in sciopero anche il settore auto per protestare contro i padroni di Stellantis che intendono tagliare altre migliaia di posti di lavoro, imporre altra cassa integrazione e pretendere altri sussidi dallo stato dopo aver distribuito agli azionisti circa 20 miliardi di profitti in 20 anni, fatti anche attraverso la grande produzione di veicoli militari. Ma i dirigenti di CGIL-CISL-UIL non intendono fare nulla contro il decreto-sicurezza, né tanto meno contro la guerra e il genocidio in atto a Gaza, e vogliono impedire che i due scioperi si parlino e si rafforzino a vicenda.
Al contrario noi vogliamo fare tutto il possibile perché si rompano i muri che dividono la classe lavoratrice, e tutti i settori di classe e i movimenti confluiscano in un solo fronte di lotta contro il governo, i padroni, la legge-manganello, le guerre e l’economia di guerra; per imporre il ritiro dei decreti-sicurezza, Valditara e “lavoro”; per porre fine al genocidio in Palestina; per il rinnovo dei contratti di lavoro con forti aumenti salariali e la riduzione dell’orario di lavoro; per il taglio drastico delle spese belliche e l’incremento massiccio delle spese per sanità, istruzione, disoccupazione, prevenzione dei disastri ambientali, pensioni; per bruciare i diktat anti-operai di Stellantis.
PER QUESTI OBIETTIVI TUTTI/E IN SCIOPERO IL 18 OTTOBRE, E PARTECIPIAMO IN MASSA ACCANTO AI LAVORATORI DELLA LOGISTICA ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI SABATO 19 A ROMA, ORE 14, Piazza Vittorio Emanuele!
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