sabato 17 agosto 2024

Importante sciopero contro la repressione alla Montello spa. Sotto accusa gli accordi di Coop/CGIL/UIL

Stiamo parlando dell’appalto Montello alla cooperativa GHS dove lavorano oltre 300 lavoratori in prevalenza operaie sulle linee, a dimostrazione degli interessi convergenti di aziende e Cgil-Uil che nelle fabbriche collaborano ognuno facendo la sua parte contro i lavoratori e i loro interessi.

Il  motivo scatenante che ha portato alla riuscita della mobilitazione sono state le ritorsioni ai delegati e attivisti come Singh Jasvir che non erano d’accordo con le conciliazioni tombali dei confederali e che dopo averli contestati hanno raccolto l’opposizione delle lavoratrici/lavoratori con lo Slai Cobas sc, per cui l’azienda, consigliata dai delegati confederali messi in difficoltà, ha inflitto spostamenti punitivi per isolarli con cambi di orario da turni a giornata per dargli problemi in famiglia.


Questo ha dato nuovo impulso alla risposta delle operaie con il sindacato Slai Cobas sc che sono tornate ai cancelli spingendo anche gli altri lavoratori che hanno capito che l’organizzazione e la mobilitazione sono l’unica via in fabbrica per riprendere a lottare per i diritti, la libertà personale e sindacale, contro l’arroganza aziendale del tipo “o ti adegui o farai la stessa fine di Jasvir” avallata dai confederali che sono stati zitti, mentre per lo Slai cobas sc se “toccano uno, toccano tutti”.

Uno sciopero contro la repressione aziendale che ha messo in campo vari tentativi di ritorsione per fermare la denuncia del clima fascista in fabbrica, fino ad arrivare a mettere in discussione le motivazioni dello sciopero per limitare l’esercizio di fronte ad una situazione di vera emergenza democratica.

Uno sciopero al cambio turno in cui si è utilizzato il tempo per rafforzare il gruppo, trasformando le nuove iscrizioni dei lavoratori che non si erano mossi prima assieme a quelle di chi è tornato allo Slai Cobas sc in una lotta unica contro gli accordi truffa. Importanti sono stati anche i momenti pratici come la raccolta dei mandati per combattere la conciliazione, come parte della battaglia più larga nella fabbrica contro le condizioni di lavoro e il clima repressivo, cosi come la necessaria riorganizzazione del sindacato sia nei sistemi di comunicazione che nella rappresentanza dei delegati per essere più forte e presente nei reparti.



Ma la repressione alimenta la ribellione e come si vede nel video nella lotta si trova la forza e la gioia delle lavoratrici e dei lavoratori che stanno tornando ad essere protagonisti con lo Slai Cobas per riprendersi il rispetto e la dignità contro le catene di azienda e confederali che li vogliono ricattati e ubbidienti.


Una lotta di rivendicazione particolare inserita nella lotta più generale dove la bandiera della Palestina è stata l’elemento più immediato della solidarietà internazionale tra lavoratori e popoli che lottano contro la stessa oppressione del sistema dei padroni, capitalista e imperialista, che si muove all’interno del nostro paese che va alla guerra che vuol dire economia di guerra, aumento dello sfruttamento e repressione, in un contesto generale di guerra imperialista nel mondo dove i lavoratori sono carne da macello. 

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