Le note che abbiamo tratto dal "Che fare?" tengono fuori numerosi aspetti della teoria, concezione e azione indicata da Lenin.
In primis il carattere clandestino che, comunque, l'organizzazione dei rivoluzionari deve avere, sia pure in forme differenti a seconda dello stadio dell'azione repressiva controrivoluzionaria dello Stato borghese e dei governi che la traducono in leggi e strutture per combatterla e arrestare i suoi membri; come del grado dei legami effettivi che questa organizzazione ha con le avanguardie operaie e l'ala militante ad essa interessata e coinvolta.
L'altra questione, ancora non affrontata in queste Formazioni operaia è il tipo di contenuti e azione che deve un autentico giornale politico nazionale, strumento indispensabile dell'azione dell'organizzazione dei rivoluzionari.
Su questo sarà necessario tornare in un altro momento della Formazione operaia.
Quello che ci serve ora è impugnare saldamente le indicazioni delle "lezioni" tratte dal "Che fare?". Esse non hanno nulla di puramente "educativo" e "organizzativista", ma sono una sorta di "Tesi uno" per costruire qui ed ora l'organizzazione dei rivoluzionari. Sono una sorta di critica - autocritica valida al nostro interno e arma di combattimento teorico, politico, organizzativo all'esterno.
Osare costruire questa organizzazione!
Osare lottare e vincere su questo terreno, prima battaglia di un nuovo inizio.
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