La fascista Meloni, si sa, è ossessionata dall’immigrazione e ne ha fatto un punto della sua politica e delle sue tante campagne elettorali. Qualche anno fa gridava a squarciagola che bisognava costruire una barriera di navi per fermare, anche sparando, le barche dei migranti, e non le importava se morivano anche i bambini, attaccando sempre le navi (definite taxi del mare) delle Ong e i loro equipaggi definiti complici dei trafficanti di essere umani ecc.
Negli ultimi tempi, dopo aver costantemente scaricato sull’Europa
la responsabilità della gestione dei migranti, ha provato ancora ad ostacolare
in maniera cinica i salvataggi delle Ong con il decreto Cutro, per esempio, con
l’individuazione del porto più lontano possibile; con le multe; al fine dei
respingimenti, con la decisione di dichiarare “paese sicuro” la Libia (alla
quale si regalano le motovedette che causano tanti morti…), la Tunisia… è di
qualche giorno fa anche la decisione assurda e assolutamente illegale di
impedire agli aerei delle Ong di sorvolare il Mediterraneo centrale alla ricerca
di vite da salvare!
Ha perfino fatto un accordo con l’Albania per la costruzione
(“entro maggio” e cioè prima delle elezioni europee) di centri di permanenza per
migranti in quel paese.
Da qualche mese, però, è passata dai problemi di “gestione interna” dei migranti al tentativo di “gestione esterna” e cioè cercare di fermare addirittura le partenze dai paesi del Nordafrica intavolando
accordi con la Tunisia (ha fatto almeno 4 viaggi per incontrare l’attuale dittatore tunisino Saied) promettendo soldi; e con la Libia… il famigerato Piano Mattei dovrebbe servire a questo essenzialmente…Ma questo tentativo di “aggiustare il tiro” è probabilmente
dovuto alla sentenza che ha assolto il 19 aprile scorso, dopo 7 anni di
processo, gli imputati, in missione di soccorso a bordo della Iuventa nel 2016
e 2017 e indagati con l’ipotesi di favoreggiamento dell'immigrazione
clandestina. Si è trattato di un caso politico, come dicono i volontari delle Ong
(e come dimostra il fatto che il Ministero dell’Interno si è costituito parte
civile) con il quale si volevano colpire tutti coloro che salvano vite in mare.
“I giudici hanno deciso che il fatto non sussiste. Ed è una sentenza importante
perché la formula assolutoria conferma che mancava la condotta materiale. I
fatti contestati non erano dimostrabili perché non esistevano, come noi abbiamo
più volte sostenuto, con richieste di archiviazione inoltrate alla Procura già
nel 2019” ha detto uno degli avvocati. Un processo costato 3 milioni di euro! E
l’altra beffa è che la Iuventa nel
frattempo, è diventata un ammasso di ferro, e nonostante il giudice ha
stabilito che la guardia costiera che aveva la nave in custodia deve riportarla
nelle condizioni di poter navigare, non si hanno certezze.
“Il risultato” ha detto la portavoce Kristin “di un'indagine
viziata e guidata da motivazioni politiche è che migliaia di persone sono morte
nel Mediterraneo o sono state riportate con la forza in una Libia devastata
dalla guerra.”
Questa “vittoria” legale della Ong è di sicuro un brutto
colpo per il governo Meloni e di incoraggiamento per tutti gli altri processi in
corso dello stesso, ma non è certo in grado di fermare le politiche
antimmigrati e fasciste del governo Meloni che causano ancora tanti morti tra i
migranti che cercano di attraversare il mare, perché la politica contro gli
immigrati è un segno distintivo di questo governo che ha a capo la fascista
Meloni, un governo da combattere e spazzare via prima possibile
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