lunedì 2 ottobre 2023

pc 2 ottobre - Magneti Marelli chiude e licenzia 229 operai... presidio permanente in fabbrica

 

Dal 12 settembre gli operai della Magneti Marelli di Crevalcore in provincia di Bologna sono in presidio permanente perché i padroni hanno fatto sapere di voler chiudere la fabbrica.   

“La multinazionale che in Italia ha 11 siti produttivi (e 14 sedi) e 7.300 lavoratori, vuole chiudere la fabbrica dove lavorano 229 persone, impegnate nella produzione di collettori ad aspirazione per motori diesel e benzina, corpi farfallati a attuatori.” ci ricorda il Sole 24 Ore.

Sindacati e politici che hanno chiesto il ritiro immediato della procedura di chiusura dello stabilimento si sono mossi per coinvolgere, come sempre, le istituzioni, ma “Il primo round istituzionale, in Regione

Emilia-Romagna, a Bologna, si è chiuso senza lasciare molti spiragli ai lavoratori”  e sarà anche per questo che “la vertenza diventa nazionale: passa al Mimit”! ciò significa che la possibilità che la vertenza si perda tra i “tavoli” è molto grande, visto che su questi “tavoli” ci sono alcune mega vertenze che durano anni e che il governo non riesce a risolvere a cominciare da quella più importante dell’ex Ilva (Acciaierie d’Italia). (vedi elenco sotto!)

Che le cose non possono prendere una piega giusta per gli operai lo si capisce dalle dichiarazioni inutili e generiche del ministro Urso che si augura (!) che “si riesca a trovare la via per il mantenimento di questo importante sito produttivo, orgoglio del made in Italy e del settore dell’automotive”, ma anche da chi parteciperà al “secondo round istituzionale che fa della vertenza un caso nazionale e si terrà a Roma il 3 ottobre … con l’intervento dei ministeri competenti, delle istituzioni locali e dei sindacati, tra cui Fiom, Fim, Ugl”!!! che per lo stesso 3 ottobre hanno dichiarato lo sciopero.

Ma i politici che si sono interessati alla vicenda sono tanti e quanto più la crisi morde e la ristrutturazione generale del capitalismo/imperialismo alle prese con le sue “transizioni”, energetica, verde ecc. porta alla chiusura di diverse fabbriche tanto più queste diventano luogo di passerelle dei politici alla ricerca di visibilità e voti: si va da quella storica del presidente americano Biden che ha partecipato al sit-in degli operai delle multinazionali delle auto Ford, Gm e Stellantis in sciopero a quelle “locali” come, appunto, la Marelli di Crevalcore…

Tutti dicono di impegnarsi ma sempre e solo di passerelle si tratta, come quelle fatte in tutti questi anni, dalla ex Fiat di Termini Imerese alla Gkn per citarne solo due! E passerelle che non hanno mai risolto nemmeno uno dei problemi sul campo: né per quanto riguarda le chiusure, né per la cosiddetta reindustrializzazione, perché questo tipo di problemi li possono risolvere solo le operaie e gli operai coinvolti nei licenziamenti con la loro mobilitazione.

E se è vero che già da due anni i padroni della fabbrica che appartiene al fondo d’investimento americano Kkr avevano “un dialogo con le rappresentanze sindacali per valutare il livello di saturazione dei diversi plant produttivi”, e ciò significa che premevano per spremere un aumento della produttività, cioè dell’intensità di lavoro degli operai, e quindi più profitti, allora la “sorpresa” con cui hanno accolto la notizia i sindacati non è per niente credibile!

Gli operai non possono avere nessuna “fiducia”, quindi, nei sindacati o nelle istituzioni, nei tavoli di contrattazione, soprattutto davanti ad un’arroganza dei padroni che è sempre più esplicita, padroni sempre lasciati in pace dai politici di turno che all’improvviso mostrano interesse; ma i processi di ristrutturazione in corso sono oramai noti e toccano quasi tutti i luoghi di produzione, in questo caso è tutta la filiera dell’automotive che viene toccata, processi che hanno innescato una concorrenza a livello mondiale non solo tra singole aziende ma tra gli stessi Stati e invece di prepararsi agli attacchi si assiste ogni volta alla “sorpresa”… e, in questo senso, l’esperienza fatta sulla propria pelle, e qui ci riferiamo solo all’ultima “vertenza” che è ancora in corso, e cioè quella degli operai della Gkn, dovrebbe essere utilizzata per trovare la strada giusta per l’unità degli operai capace di organizzare una risposta di classe ai perenni attacchi dei padroni e dei loro lacchè. 

** Nell'elenco riportato sono indicati in ordine alfabetico i tavoli attivi al primo gennaio 2023.

Abramo, Almaviva contact, Acciaierie d'Italia (ex Aminvestco) ex Ilva, Ansaldo energia, Blutec gruppo, Bosch (Bari), Brioni, CMC, Conbipel, Dema, Eurallumina, Ferrarini e Vismara, Fimer, Flextronics, Gkn Firenze, G&w Electric, Industria Italiana Autobus, Italtel Jabil Circuit, Jsw Steel Italy Piombino (ex Lucchini), Natuzzi, Piaggio Aerospace, Portovesme, FOS (Battipaglia), Psc, Sanac, SiderAlloys (ex Alcoa), Sofinter, Softlab Tech, Speedline, Treofan Terni, Wartsila, Whirlpool Napoli, Whirlpool EMEA (dal sito Mimit)

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