lunedì 19 giugno 2017

pc 19 giugno - La Tunisia è un paese oppresso dall'imperialismo checché ne dica il suo presidente, burocratico-compradore, Essebsi

Sulla Tunisia immaginaria che nessuno conosce…

Lo scorso 12 e 13 Giugno il presidente della repubblica tunisina Essebsi si trovava a Berlino in occasione della Conferenza sul partenariato G-20 – Africa (i primi di luglio si terrà il G20 ad Amburgo).
In questa occasione il presidente ha dichiarato che la Tunisia con il suo tasso di crescita è da paragonare più ad un paese europeo che ad un paese africano…
Dichiarazione quanto mai controversa in un momento in cui il paese è praticamente in ebollizione sociale da anni, le proteste sociali e gli scioperi si susseguono dalla fine della Rivolta Popolare del 2010/2011.
Il tasso di disoccupazione reale rimane stagnante al 30% con punte del 50% in alcune regioni come Tataouine e Kasserine.
una delle tantissime manifestazioni di protesta nel Paese

Da ricordare che proprio da Kasserine a inizio 2016 è scoppiata una rivolta che in pochi mesi si è estesa in tutto il paese sulla falsa riga di quella del 2010-2011 e con le stesse rivendicazioni, a Tataouine si è da poco concluso un accordo (giusto l’altro ieri, due giorni dopo queste dichiarazioni) dopo un sit-in permanente durato per ben 3 mesi che ha paralizzato tutta la regione e la produzione di petrolio, dove lo stesso Essebsi ha inviato l’esercito perché venisse ripresa l’estrazione interrotta dai manifestanti.
Per non parlare dell’inflazione galoppante con conseguente aumento dei prezzi dei beni di prima
necessità con l’effetto che un popolo già afflitto da disoccupazione e povertà si vede impoverire ulteriormente.
Inflazione causata anche dalle politiche economiche valutarie intimate dal Fondo Monetario Internazionale che ha suggerito un deprezzamento del dinaro tunisino (fino ad un paio di anni fa bastavano 2,30 dt per comprare un euro adesso ne servono quasi 2,80).

A tutto ciò si aggiunge che la Tunisia in questi giorni è stata descritta come uno dei paesi al mondo in cui vengono violati gravemente i diritti dei lavoratori. Infatti 2 giorni dopo queste dichiarazioni, l’ennesimo sciopero è stato lanciato a Metlaoui (bacino minerario di Gafsa) bloccando la produzione di petrolio. I lavoratori chiedano che gli venga versato il salario e che vengano reintegrati tre dei loro compagni sospesi… perché scioperavano per questa legittima rivendicazione!
Concediamo al presidente che effettivamente anche in alcuni paesi europei i livelli di disoccupazione stanno aumentando vertiginosamente e in alcune aree i tassi sono simili a quelli tunisini, per non parlare delle libertà sindacali e dei diritti dei lavoratori sempre più sotto attacco (vedi il settore della logistica in Italia come caso emblema di questi giorni o la vicenda della Loi du Travaille in Francia).
Mentre veniva rilasciata questa dichiarazione controversa il Fondo Monetario Internazionale dichiarava di “concedere” un ulteriore credito di 314,4 milioni di dollari per premiare la “buona volontà” della Tunisia per aver intrapreso la strada di queste riforme suggerita dal FMI stesso.
Si tratta di un ulteriore “cappio al collo” che farà aumentare il debito estero del paese dato che questo credito dovrà essere restituito con gli interessi nel medio termine.

Quindi al di là delle velleità o frasi ad effetto del presidente, la Tunisia ha una grande differenza rispetto ai paesi europei: dalla data della sua indipendenza formale è diventata una neo-colonia proprio di alcuni paesi europei in primis la Francia, ma anche l’Italia fino agli Stati Uniti i quali, grazie all’intermediazione della classe dirigente locale, depredano le risorse e la ricchezza del paese condannandolo ad una perpetua dipendenza economica dai paesi imperialisti e dalle loro organizzazioni economiche e finanziarie come il FMI o la BM.

A conclusione del quadro lo stesso Essebsi ha rinnovato per l’ennesima volta lo stato di emergenza per altri 3 mesi (olé!) dal 15 Giugno al 15 Settembre (il paese è in stato di emergenza dal novembre 2015 cioè da circa un anno e mezzo) un’emergenza che si avvia a compiere i due anni, una contraddizione in termini come abbiamo spesso notato.

Ma il cielo è sempre più bluuuu! Direbbe Rino Gaetano…

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