"Amianto
negli elicotteri delle forze armate: 55 avvisi di garanzia
L’inchiesta
della procura di Torino: l’ipotesi di reato è disastro colposo
Cinquantacinque
indagati, tra cui persone ai vertici di Agusta westland, del gruppo
Finmeccanica, Piaggio e forze armate dello Stato italiano. E’ la
conclusione di una maxi inchiesta coordinata dal procuratore Raffaele
Guariniello sulla presenza di amianto sugli elicotteri di tutte le
forze dello Stato italiano: dai vigili del fuoco all’Aereonautica
militare, dai carabinieri alla forestale. L’ipotesi di reato è
disastro colposo: secondo il magistrato torinese, le persone che
furono chiamate a ricoprire ruoli di guida o dirigenziali nelle
società indagate dai primi anni ’90 fino al 2014 sarebbero
responsabili di avere messo a rischio al salute di tutte le
persone che vennero a contatto con i velivoli. Gli accertamenti
avevano fatto emergere la presenza dell’amianto crisotilo
soprattutto nelle guarnizioni dei mezzi. La procura di Torino quindi,
in accordo con l’ente direzionale delle forze armate che si era
occupato degli acquisti dei mezzi di volo, aveva avviato una serie di
verifiche e di sostituzione delle parti nocive.
Quando
è stato chiuso un occhio
Il
problema, e questo ultimo aspetto è stato scoperto dalla procura
soltanto poche settimane fa, è che dagli ultimi controlli effettuati
dall’aereonautica sui velivoli che erano già stati sostituiti e
che quindi avrebbero dovuto essere ormai privi delle componenti in
amianto, è emerso che anche gli elicotteri «bonificati»
continuerebbero ad avere, in alcuni pezzi, la sostanza killer. Lo
sforzo economico fatto dalle forze armate per sostituire tutti gli
elicotteri non sarebbe quindi servito a nulla. L’amianto è stato
rilevato in particolare in alcuni rotoli di materiale spediti da
Agusta. Prima di procedere al taglio e all’applicazione del nuovo
materiale «privo di amianto» sui velivoli i tecnici
dell’Aereonautica militare, per essere sicuri, avevano fatto
effettuare un ulteriore campionamento sui rotoli stessi. E le
analisi, completate nel mese di agosto del 2015, hanno confermato la
presenza di amianto anche nei materiali spediti per la bonifica. La
procura di Torino contesta ai 55 dirigenti e tecnici indagati
l’accusa di non avere fornito, malgrado i solleciti ricevuti,
«notizie circa l’esatta identificazione dei materiali con amianto
negli aereomobili». Non sarebbero state fatte inoltre le
prescrizioni tecniche e sarebbero state commercializzate parti di
ricambio negli anni ‘90 quando in Italia, dopo la legge del 1992,
il commercio era già vietato. Anche i militari che fanno parte
del comitato di acquisto degli elicotteri, nonostante fossero stati a
conoscenza del problema, non avrebbero diramato tutte le informazioni
a tutte le forze dell’ordine, mettendo a repentaglio la salute di
molti, pur avendo la notizia della presenza della sostanza. Dopo la
richiesta della procura ad Augusta di emettere le prescrizioni
necessarie e nonostante il mancato arrivo di queste ultime, avrebbero
chiuso un occhio accantonando la questione
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